In Francia sta assumendo contorni fortemente polemici l’afflusso di donazioni per la ricostruzione di Notre-Dame dopo il grande incendio dello scorso 15 aprile. Al momento, gli annunci di elargizioni hanno abbondantemente superato il miliardo di euro, ma molti francesi criticano la prontezza di diversi miliardari a donare enormi cifre in pochissimo tempo (tra gli altri, la famiglia Pinault con 100 milioni di euro, la famiglia Bettencourt con 200 milioni e la famiglia Arnault con 200 milioni). C’è chi taccia i grandi donatori di opportunismo (pubblicità e strategia di marketing, oppure modo per risparmiare sulle tasse), chi invece invita i miliardari a guardare anche alle emergenze sociali, chi stima che le cifre abbiano già superato i bisogni reali.
Tra i grandi donatori, per rispondere alle critiche si è fatto avanti Bernard Arnault, uno dei più facoltosi imprenditori francesi, che non ha usato mezzi termini: “mi rattrista essere criticato per aver fatto una donazione”, ha dichiarato nel corso di un’assemblea con gli azionisti di LVMH, una delle più importanti aziende mondiali dell’abbigliamento di lusso (controlla il marchio Louis Vuitton). “È una falsa polemica, ed è frustrante vedere che in Francia si critica anche quando si fa qualcosa nell’interesse di tutti”, ha continuato Arnault, aggiungendo che “in certi paesi le persone, al contrario, sarebbero felici” per donazioni come quella da lui accordata alla ricostruzione. Infine, Arnault ha voluto ricordare che tutte le donazioni di LVMH e della sua famiglia non beneficeranno di riduzioni d’imposta.
Nella foto, Notre-Dame durante l’incendio. Ph. Credit
Francia, pioggia di critiche per le donazioni dei miliardari a Notre-Dame. Arnault: “mi rattrista” |