È stato acquistato dalla Fondazione Rothschild il Mosè del Guercino (Giovanni Francesco Barbieri; Cento, 1591 - Bologna, 1666) protagonista di una storia singolare poco più di un anno fa: l’opera infatti, il 25 novembre del 2022, venne presentato in una vendita della casa d’aste Chayette & Cheval con una generica attribuzione alla scuola bolognese del XVII secolo e una stima di appena 5-6.000 euro, in un’asta in cui peraltro veniva venduto di tutto, dai gioielli ai vasi, dai dipinti antichi alle stampe novecentesche, e dunque c’era il rischio che il dipinto passasse inosservato. Alla fine si rivelò uno sleeper, come si dice in gergo tecnico, ovvero un’opera di qualità non immediatamente riconosciuta: ci fu infatti grande battaglia e alla fine venne aggiudicata per addirittura 590.000 euro, prezzo cento volte più alto della stima iniziale. L’opera venne poi attribuita al Guercino, in quanto ritenuta vicina alla Testa di vecchio dell’Ashmolean Museum di Oxford, opera del 1619-1620.
Adesso sappiamo dunque chi ha acquisito l’opera, che verrà esposta per la prima volta al pubblico al Waddesdon Manor in Inghilterra per una mostra dedicata proprio al Guercino (Guercino at Waddesdon : King David and the Wise Women, in programma dal 20 marzo al 27 ottobre): il Mosè sarà in compagnia di altre quattro opere dell’artista di Cento. Ad essersi però aggiudicato il Mosè lo scorso anno era stato l’intermediario toscano Fabrizio Moretti, che afferma di non aver mai dubitato dell’attribuzione. “Si vede da 100 metri che è uno dei primi dipinti del Guercino”, aveva detto già lo scorso anno. La sua galleria, la Moretti Fine Art, ha restaurato il dipinto, facendo emergere le sue qualità. Esposto a settembre nella sede di Parigi della galleria, il dipinto è stato poi nuovamente messo sul mercato da Moretti e venduto alla cifra di 2 milioni di euro.
La mostra di Waddesdon Manor presenta l’opera come “una delle aggiunte più importanti all’opera del Guercino”, un dipinto che “ci aiuta a comprendere la sua prima maturità, un periodo considerato da molti come il suo massimo per il dinamismo, il vigore e la spontaneità della sua pittura”.