Dure parole di Fabio Roversi-Monaco, presidente di Genus Bononiae. Musei nella città (il progetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna che ne gestisce i musei), contro il dpcm che ha imposto la chiusura dei musei in tutta Italia: “Così”, dichiara Roversi-Monaco, “si mette in ginocchio, ingiustamente e senza ragione, un intero settore che oltre a portare bellezza e cultura nelle nostre vite, dà lavoro e crea indotto. Fino all’ultimo abbiamo sperato che il buon senso prevalesse su scelte ingiustificate sulla base dei numeri (basso l’indice di contagio registrato nei poli culturali). Oggi prendiamo invece atto della decisione del governo di chiudere nuovamente i musei: un provvedimento del tutto ingiusto, in quanto già dopo il primo lockdown erano state prese tutte le misure di contenimento necessarie, per assicurare visite nel massimo rispetto della sicurezza e della salute dei cittadini”.
“Questo nuovo dpcm”, continua Roversi-Monaco, “declassa le attività culturali come ‘servizi non essenziali’, ignorando da un lato il valore (anche di conforto) che la fruizione di cultura ha, dall’altro il baratro economico in cui si rischia di far precipitare un intero settore, che dà lavoro a migliaia di persone, che muove l’economia e crea indotto. Ancora una volta non ci fermeremo e non ci faremo scoraggiare: continueremo a tenere viva l’attenzione del nostro pubblico online, offrendo contenuti culturali, stimoli e approfondimenti fino ad organizzare vere e proprie visite virtuali. Certo oggi facciamo più fatica di sei mesi fa a dire ‘ci alzeremo più forti’, perché quanto è stato deciso rende impossibile qualunque tipo di programmazione, almeno a medio termine”.
Chiude dunque anche la tormentata mostra dedicata al Polittico Griffoni, la cui inaugurazione era già slittata proprio in quanto programmata durante il primo lockdown. Roversi-Monaco ha poi fatto riferimento al rapporto Federculture, presentato l’altro ieri, che ha evidenziato come nel 2020 oltre il 70% degli enti culturali ha stimato perdite di ricavi superiori al 40% del proprio bilancio e il 13% prospetta perdite che superano il 60%. In questo contesto, molti soggetti attivi nel settore della cultura hanno reagito trovando nuove forme per raggiungere il pubblico. Specie nell’ambito museale, la produzione di visite virtuali, di dirette live o di programmi ad hoc, accessibili on demand, è andata ben oltre il 50% delle complessive proposte culturali fruibili a distanza. Quella nata, in un momento critico, come offerta suppletiva rispetto all’ordinario è stata ben presto percepita come un’offerta alternativa o, meglio ancora, come una declinazione aggiuntiva delle canoniche modalità di fruizione del prodotto culturale. “Questo”, conclude Roversi-Monaco, “dimostra che il settore vuole reagire, ma al tempo stesso che le scelte vanno ponderate in maniera davvero attenta”.
Immagine: Fabio Roversi-Monaco. Ph. Credit Genus Bononiae.
Roversi-Monaco (Genus Bononiae): “musei messi in ginocchio ingiustamente e senza ragione” |