Dl Cultura, ritirato l'emendamento anti-soprintendenze della Lega. Ma il partito non demorde


Ritirato l’emendamento del DL cultura voluto dalla Lega per fermare il parere vincolante delle soprintendenze sui beni paesaggistici. Ma il partito di Salvini non demorde e annuncia che il provvedimento verrà ripresentato in un disegno di legge ad hoc.

La Lega ha ritirato l’emendamento del DL Cultura che si proponeva di rendere non vincolante il parere delle Soprintendenze. Questo però non significa che il partito guidato da Matteo Salvini abbia messo da parte le proprie idee sul lavoro delle Soprintendenze, anzi: la battaglia sui pareri delle Soprintendenze è soltanto rinviata, e la materia, ha annunciato la Lega, sfocerà in un futuro disegno di legge ad hoc.

“È in corso una trattativa con gli alleati del centrodestra, comunque la Lega non rinuncia al principio”, ha detto ad AgenziaCult il capogruppo della Lega in Commissione Cultura della Camera, Rossano Sasso. “È pronto infatti il deposito di un disegno di legge urgente che ovviamente avrà come perno centrale dell’azione la sburocratizzazione e la vicinanza a liberi professionisti e cittadini”. L’emendamento recava la prima firma del deputato Gianangelo Bof, che commenta: “L’emendamento della Lega a mia prima firma (ritirato in vista di un Ddl e di una Pdl) sullo stop al parere vincolante delle Soprintendenze interviene sulla terza parte del Dl 42 del 2004 che non include i beni culturali e monumentali ma solo paesaggistici. Tra l’altro in questi casi il parere non viene escluso, ma rimane obbligatorio. Sarebbe bene, prima di parlare, leggere i testi. Perché i casi sono due: o li si conosce bene ma si vuole millantare, o non si comprendono”. Anche Bof tuttavia commenta che la Lega non demorde nonostante il ritiro dell’emendamento: “La Lega sullo stop al parere vincolante delle Soprintendenze, ad eccezione dei beni culturali e monumentali, non ha mai cambiato idea e mai la cambierà. La disponibilità al ritiro dell’emendamento è in vista di un impegno concreto, preso con i tanti cittadini e le imprese che ce l’hanno chiesto, che porteremo avanti con due proposte di legge alla Camera e al Senato. Semplificare con visione autonomista: questo è il Paese che vogliamo”. Bof inoltre non risparmia un attacco alle opposizioni: “Incomprensibile l’alzata di scudi di una certa opposizione contro la nostra proposta sul parere non vincolante delle Soprintendenze. Strano che la sinistra, solita a tenere lezioni, non sappia che esiste già un precedente sul parere obbligatorio non vincolante. Ma se questo riguarda le politiche green, allora va bene. Parliamo della norma sul fotovoltaico che prevede nelle aree idonee un parere obbligatorio ma non vincolante per le Soprintendenze. Del resto, capiamo bene, che a Dem e company stiano più a cuore le turbo follie ambientaliste che i cittadini”.

Dalle opposizioni, esultanza trattenuta per il ritiro dell’emendamento. “Una buona notizia e una cattiva dalla maggioranza”, dice Elisabetta Piccolotti di AVS. “La buona notizia è che dopo le proteste delle opposizioni stamattina la Lega ha ritirato l’emendamento la cui approvazione avrebbe gravemente ridimensionato i poteri di tutela delle Sovrintendenze. La cattiva è che questo passo indietro pare essere soltanto momentaneo”. Anna Laura Orrico del M5S afferma: “Con il ritiro dell’emendamento leghista che mirava ad azzoppare le soprintendenze e ammettere il nostro patrimonio alla mercé di interessi privati e speculatori, abbiamo vinto una battaglia ma ancora non la guerra. Attendiamo che il provvedimento arrivi in aula per avere la garanzia che questo blitz sia scongiurato definitivamente. Siamo comunque fieri di aver raggiunto questo obiettivo importantissimo in commissione, dove il Movimento 5 Stelle è stato in primissima linea. E, va detto, anche Alessandro Giuli in questo caso ha fatto la cosa giusta, evitando di piegarsi ai diktat leghisti”.

Immagine: il Ministero della Cultura. Foto: Finestre sull’Arte

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