È il giornalista Alessandro Giuli il nuovo ministro della cultura, il nuovo titolare del Collegio Romano dopo le dimissioni del ministro Gennaro Sangiuliano a seguito dello scandalo Boccia. Giuli ha già giurato la Quirinale davanti al presidente della Repubblica Sergio Matterella.
Nato a Roma nel 1975, figlio di un sindacalista della Cisnal, origini marchigiane, Alessandro Giuli è un giornalista, scrittore e conduttore televisivo: dal 2022 fino a oggi ha ricoperto la carica di presidente del MAXXI di Roma, nominato proprio dal dimissionario ministro Sangiuliano. Figura poliedrica nel panorama culturale e mediatico italiano, Giuli, giornalista che ha spesso trattato temi di storia, filosofia e politica, ha studiato filosofia all’Università La Sapienza di Roma, senza però conseguire la laurea.
Giuli ha iniziato la sua carriera giornalistica nei primi anni Duemila presso alcune testate locali, per poi passare a lavorare come redattore per il quotidiano Il Foglio, fondato da Giuliano Ferrara, diventando giornalista professionista nel 2004. È in questo contesto che Giuli ha sviluppato il suo stile che combina analisi politica, affondi culturali e provocazione intellettuale. Al Foglio, Alessandro Giuli ha ricoperto vari ruoli, diventando prima vicedirettore (nel 2008) e poi condirettore (nel 2017), rimanendo uno dei collaboratori di punta della testata per quasi due decenni. Le sue analisi, spesso controcorrente rispetto al mainstream mediatico, si concentravano su questioni come la geopolitica, il confronto tra Oriente e Occidente e l’identità europea. Durante questi anni, ha collaborato anche con altre testate italiane, tra cui Libero, Il Tempo, Linkiesta e il Corriere dell’Umbria confermandosi uno dei nomi più noti del giornalismo di destra.
Negli ultimi anni, Alessandro Giuli ha esteso la sua influenza anche al mondo della televisione. È diventato noto come protagonista di vari talk show televisivi e programmi di approfondimento, facendosi così conoscere anche al grande pubblico, specialmente per il suo essere un noto polemista. È stato per più di un anno ospite fisso a Patriae, trasmesso su Rai 2, programma che affrontava temi di attualità politica con un taglio critico e culturale, dopodiché nel 2020 ha condotto, insieme a Francesca Fagnani, il programma Seconda linea su Rai 2, che è stato però chiuso dopo sole due puntate. Numerose le sue incursioni a programmi come Otto e mezzo, DiMartedì e tanti altri. Tra il 2021 e il 2022 ha avuto anche un programma suo: Vitalia - Alle origini della festa, una trasmissione di approfondimento culturale dedicata ai riti, ai culti e al misticismo dell’Italia romana e preromana. Nel 2022, come ricordato, ha assunto il ruolo di presidente della Fondazione MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. La sua nomina ha suscitato un acceso dibattito, soprattutto per il suo background giornalistico e non artistico. È sposato con Valeria Falcioni, giornalista di Sky, ha una sorella, Antonella, che è addetta stampa del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobridiga, ed è padre di due figli. Nel privato è appassionato di vini pregiati e di sigari.
Oltre alla sua carriera giornalistica e televisiva, Alessandro Giuli è anche autore di libri che riflettono il suo interesse per la filosofia, la politica e l’identità culturale. Tra i suoi lavori più significativi, si distingue Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti, pubblicato nel 2007, un libro interamente dedicato alla destra postfascista italiana nata nel 1995 a seguito dello scioglimento del Movimento Sociale Italiano e dalla nascita di Alleanza Nazionale. Lo stesso Giuli da giovane ha militato nel movimento di estrema destra Meridiano Zero, anche se di recente ha adoperato il termine “pozzanghere” per riferirsi ai nostalgici del fascismo. Ha scritto libri anche sulla galassia sovranista (Sovranismo per esordienti), sulla storia dell’antica Roma (E venne la Magna Madre: i riti, il culto e l’azione di Cibele Romana). Nel curriculum anche un libro di poesia: Dadafleur, pubblicato nel 2001. Il suo libro più recente è Gramsci è vivo, pubblicato nel 2024 da Rizzoli. “Vittima di un regime brutale e al tempo stesso teorico di una dittatura, quella del proletariato, però eterodosso, consapevole che non c’è politica senza cultura politica e non c’è cultura senza conoscenza profonda della società, delle tradizioni popolari, dei saperi marginali provenienti dai ceti subalterni così come della competenza delle burocrazie di carriera”: così Giuli in un’intervista al Corriere ha motivato la scelta di scrivere un libro su Gramsci. “La sua idea di egemonia è superata dalla fine dei partiti tradizionali, ma la sua lezione è sempre viva. Ciò detto, nel mio Gramsci aleggia Giovanni Gentile, con la sua nidiata di filosofi azionisti e aperti al dialogo, c’è lo spirito con cui mi sono messo al servizio del Maxxi”.
L’approccio di Giuli, che unisce analisi e critica dell’attualità, lo ha reso un punto di riferimento per la destra, anche se le sue posizioni sono moderate e progressiste, tanto da essersi definito come un intellettuale “nella sinistra della destra”. Nel 2018, in un intervento ad Atreju, la festa della destra italiana, definì il presidente russo Vladimir Putin “un patriota”, ma nel 2023 ha compiuto, in qualità di presidente del MAXXI, una visita istituzionale a Odessa per parlare di ricostruzione nell’Ucraina devastata dalla guerra, nell’ambito degli incontri con cui l’Italia si è ritagliata il ruolo di capofila nella ricostruzione della grande città portuale ucraina.
Chi è Alessandro Giuli, il nuovo ministro della cultura |