Che cos'è Vitalia, il programma tv condotto da Alessandro Giuli


Cos’è Vitalia, il programma Rai ideato da Alessandro Giuli e andato in onda per due stagioni tra il 2021 e il 2022. 

Nelle ultime ore si è tornato spesso a parlare di Vitalia – Alle origini della festa, il programma televisivo ideato e condotto da Alessandro Giuli, l’attuale ministro della cultura, trasmesso su Rai 2 tra il 2021 e il 2022 (in tutto sono state prodotte due stagioni, entrambe ancora integralmente disponibili su RaiPlay). Il format si proponeva di esplorare le radici del patrimonio culturale immateriale dell’Italia, in particolare attraverso il recupero delle antiche tradizioni e riti religiosi legati ai popoli italici, romani e preromani per analizzare come questi culti si riflettano nelle feste che ancora si celebrano nell’Italia di oggi. Il programma era fondato su di un approccio storico e antropologico (non di rado in trasmissione intervenivano anche studiosi del settore), con focus sulle festività degli antichi, e in alcuni casi anche con puntate su feste esistenti ancora oggi (come il Carnevale), dimostrando come molte di esse siano profondamente connesse a culti arcaici che ancora oggi sopravvivono in varie forme.

Ogni puntata si concentrava su una festa o un rito specifico, esplorandone le origini storiche e simboliche. Giuli spesso avviava il suo racconto in luoghi di grande rilevanza archeologica e spirituale, come siti dell’antica Roma o delle civiltà pre-romane. Le puntate andavano dunque alla scoperta delle antiche liturgie. Un esempio significativo è la puntata dedicata al Carnevale, dove vengono esplorate le origini delle maschere e dei travestimenti, risalendo ai riti orgiastici di Dioniso, legati a concetti di morte e rinascita.

Tra i temi trattati, particolare rilevanza ha avuto la riscoperta dei culti associati agli elementi naturali, come quelli legati alle acque, alle divinità della fertilità, e agli spiriti dei boschi. Un esempio è la puntata che ha portato gli spettatori alla scoperta dei culti delle acque in Campania e nel Lazio, legati alla Madonna delle Acque e ai riti precristiani della dea Mefite, venerata per il potere purificatore e fecondatore delle sorgenti. Un tema ricorrente nel programma è quello del ciclo vitale, rappresentato dai riti che celebrano la morte e la rinascita, come i Baccanali e altre feste dionisiache. Giuli ha esplorato anche l’influenza di queste antiche celebrazioni sulla cultura moderna, come la taranta in Puglia, dove le danze legate al culto di Dioniso si mescolano a pratiche cristiane come il culto di San Paolo. Ancora, nel caso della Festa dei Serpari di Cocullo, viene messo in luce come il culto di San Domenico Abate sia una diretta eredità dei riti legati alla dea serpente Angitia, una figura antica venerata dai Marsi.

Il conduttore Alessandro Giuli si è servito di una narrazione in cui lui stesso si è posto come protagonista del programma, nonché di un’impostazione visiva molto focalizzato sui luoghi visitati (in particolare sui siti archeologici), senza disdegnare la presenza di figuranti in costume per evocare gli antichi riti (con tanto di canti e balli) di cui Giuli parlava in ogni puntata. Lo stesso Giuli a volte si cimentava col suono di strumenti musicali antichi. Il programma talvolta mescolava anche riprese moderne a contenuti d’archivio provenienti dalle Teche Rai, creando un legame tra passato e presente.

Il programma voleva dunque condurre i telespettatori attraverso un viaggio che valorizzasse le tradizioni locali e la memoria collettiva di un’Italia antica e spirituale. Vitalia è stata dunque un prodotto del tutto peculiare, che si è posto l’obiettivo di attrarre un pubblico interessato alle radici antropologiche e mistiche del nostro paese. All’epoca della messa in onda è passato piuttosto inosservato, e sta tornando invece di grande attualità in questi giorni (anche per via dell’ironia degli utenti social che stanno prendendo di mira un Giuli che proprio in occasione di Vitalia vestiva per la prima volta i panni del divulgatore): sarà il preludio di una nuova messa in onda del programma?

Alessandro Giuli in Vitalia
Alessandro Giuli in Vitalia
Alessandro Giuli in Vitalia
Alessandro Giuli in Vitalia

Le puntate

Nella prima stagione, la puntata La serpe guaritrice, ha aperto il ciclo con un’indagine sul culto ofidico, partendo dalla Grecia antica con il serpente di Asclepio e le sue origini tra i Marsi e i Peligni. Alessandro Giuli ha approfondito la tradizione legata al culto di Angitia, con particolare attenzione alla festa dei Serpari a Cocullo, in Abruzzo, dove si celebra San Domenico Abate con un rituale unico. Il secondo episodio, Il fuoco sotterraneo, ha condotto gli spettatori alla scoperta dei riti del fuoco, celebrati sin dai tempi antichi durante solstizi ed equinozi. Alessandro Giuli e Nicola Mastronardi hanno esplorato la Torciata di San Giuseppe a Pitigliano, un’antica celebrazione etrusca che segna l’arrivo della primavera, e hanno ricreato l’atmosfera delle cerimonie pagane con la musica dei Synaulia. Nel terzo appuntamento, Le feste popolari dedicate alla dea della spiga, Giuli ha guidato il pubblico attraverso le origini dei riti del grano e delle feste estive della mietitura. Dalla Roma antica, dove Romolo istituì un culto per la Dea Dia, il viaggio ha messo in luce le tradizioni che celebrano il raccolto e la fertilità. La quarta puntata, La festa dei ceri di Gubbio, ha scavato nelle radici di una delle celebrazioni più antiche d’Italia. La festa dei Ceri, celebrata a Gubbio, risalirebbe a rituali di purificazione dell’antica Umbria, con un viaggio che ha portato Giuli attraverso i luoghi significativi di Roma, tra cui il Monte Mario e il Campidoglio.

La dea del melograno, quinto episodio della stagione, ha esplorato antichi culti di guarigione e fertilità. Giuli ha visitato il santuario di Giunone Sospita a Lanuvio e il tempio dedicato a Hera Argiva a Paestum, per poi analizzare il culto della Madonna col Granato a Capaccio, unendo storia e devozione popolare. La sesta puntata, La taranta, ha svelato le origini della danza tarantata in Puglia, collegandola ai riti antichi di Dioniso. Giuli ha esplorato le radici del culto del dio della danza e della rinascita, dal ciclo di pitture nella Villa dei Misteri a Pompei alle grotte di Oria. Nel settimo episodio, La dea della bellezza e dell’Amor-Roma, Giuli ha messo in luce il legame tra il culto di Santa Maria di Custonaci e quello di Venere. Il viaggio ha toccato Roma e la Sicilia, esplorando santuari antichi e tradizioni popolari che continuano a onorare le divinità della bellezza e dell’amore. Infine, l’ottava puntata, I riti solstiziali, ha esaminato i riti associati al solstizio d’inverno. Giuli ha guidato il pubblico attraverso i Saturnalia romani, la celebrazione di Mithra e il culto di Cristo, concludendo con la ’Ndocciata di Agnone, una festa che simboleggia il rinnovamento e la rinascita del Sole.

La seconda stagione è iniziata con un’immersione nel Carnevale, puntata Il Carnevale, che ha analizzato le origini di questa festa dalle maschere di Pompei ai Mamuthones di Mamoiada in Sardegna. Giuli ha esplorato le tradizioni locali e le loro radici antiche. Nel secondo episodio, Gli antichi riti delle acque, Giuli ha investigato il potere purificatore delle acque attraverso i culti antichi e le feste cristiane ad esse collegate. Ha visitato luoghi sacri come Ninfa e la valle d’Ansanto, rivelando il ruolo delle acque nei riti di guarigione e fecondità. Il culto delle Madonne nere, il terzo appuntamento, ha esaminato l’origine del culto delle Madonne nere e delle processioni a loro dedicate. Giuli ha esplorato la storia di Cibele e Attis, e ha visitato santuari in Sicilia e in Italia, mostrando come questi culti antichi si siano trasformati nei culti cristiani. Nel quarto episodio, Il culto della Bona Dea, Giuli ha ricostruito la figura di Bona Dea, una divinità misteriosa venerata a Roma e nelle Marche. Ha analizzato le sue origini e la sua influenza sulle feste popolari moderne. La quinta puntata, Arbores felices et infelices, ha dedicato un’attenzione particolare agli alberi e al loro significato sacro. Giuli ha esplorato il Giardino segreto di Livia e la festa di Accettura in Basilicata. Infine, l’episodio celebrativo Il meglio di Vitalia ha ripercorso i momenti salienti della serie, riunendo i temi e le scoperte delle puntate precedenti, da Pompei alla Sardegna, e dalle acque sacre alla Bona Dea, concludendo con un omaggio alla tradizione e alla cultura italiana.


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