Caso Sangiuliano-Boccia, opposizioni all'attacco: ecco le reazioni


Opposizioni all’attacco del ministro Sangiuliano per il caso Boccia: da Conte a Renzi passando per il PD tutti criticano duramente l’intervento del ministro. E Italia Viva lancia una petizione per chiedere le sue dimissioni.

Opposizioni all’attacco del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano a seguito del caso Boccia. Nel pomeriggio del 3 settembre, il titolare del Collegio Romano è stato a colloquio con la presidente del consiglio Giorgia Meloni e ha ribadito la propria posizione, la stessa messa in evidenza ieri con una lettera inviata al quotidiano La Stampa. “Sono stato a colloquio con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano ‘La Stampa’”, ha dichiarato poi Sangiuliano in una nota diffusa dall’ufficio stampa del Ministero della Cultura: “mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all’organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata”.

Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano
Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano

Le parole di Sangiuliano non sono però bastate a convincere l’opposizione, che per tutta la giornata del 3 settembre ha espresso forti critiche nei confronti del ministro. “La convocazione del ministro Sangiuliano a Palazzo Chigi”, ha detto Irene Manzi, deputata del PD membro della commissione Cultura alla Camera, “è la prova che la ricostruzione che è stata fatta ieri da Meloni in diretta televisiva non è veritiera e piena di imprecisioni. Sangiuliano ha mentito e lo ha fatto anche alla più alta carica del governo le cui dichiarazioni sono state sbugiardate dalla pubblicazione di importanti documenti sui social network da parte di una persona estranea all’amministrazione che, secondo il ministro e la presidente del consiglio, non avrebbe dovuto aver accesso a quelle informazioni. Il Parlamento deve essere informato con urgenza, siamo davanti a una vicenda grave che sta disonorando le istituzioni e i cui contorni torbidi lasciano pensare che il ministro Sangiuliano non si trovi più nelle condizioni di agire autonomamente. Le continue pressioni sui social che lo stanno portando a modificare giorno dopo giorno la ricostruzione dei fatti lasciano intendere di un probabile ricatto. E questo non è possibile”.

L’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, esprime la sua posizione attraverso un post su Facebook: “Il Ministro Sangiuliano deve venire in Parlamento a riferire su come sono stati usati soldi e informazioni delicate del Governo, se sono andati nelle disponibilità di una imprenditrice e perché. Non possiamo permetterci teatrini, gossip social, mezze dichiarazioni e lettere alla stampa, alla vigilia di importanti appuntamenti internazionali.

È imbarazzante assistere a questo spettacolo con la premier Meloni che viene smentita in diretta dai documenti pubblicati sui social da una privata cittadina. È triste in un grande Paese come il nostro dover ogni giorno ricordare a tutti che etica pubblica, trasparenza e onore delle Istituzioni vengono prima degli amici di partito, delle questioni personali, delle convenienze politiche”.

Sul caso è intervenuto anche un ex premier, Matteo Renzi, presidente di Italia Viva: “Sono amareggiato per la vicenda Sangiuliano”, dichiara. “Il ministro della Cultura che ha cancellato la 18App accusando i ragazzi di truffe sta coprendosi di ridicolo per la vicenda di una sua collaboratrice, più o meno ufficiale, esponendo anche la Presidente Meloni e tutto il Governo. Quello che però fa male in questa storia è l’utilizzo spregiudicato di Pompei. Noi abbiamo fatto tanta fatica, dieci anni fa, a rilanciare Pompei, credetemi. Sembrava un’impresa disperata e invece abbiamo restituito la bellezza di quel luogo al mondo. Leggere oggi che forse non si farà il G7 a Pompei per evitare le polemiche su questa storia boccaccesca (magari! Boccaccio era una persona seria) mi riempie il cuore di tristezza. Il Ministro che ha cancellato la 18App sta degradando l’idea stessa di cultura in Italia. Passino i libri non letti, l’ignoranza storica su Galileo, l’ignoranza geografica su Times Square, l’arroganza di voler dare sempre lezioni agli altri. Ma cacciare il Ministero della Cultura in una storia così mediocre è imperdonabile. In questo Governo si è dimesso il Sottosegretario alla Cultura, Sgarbi, e ha fatto bene perché era indifendibile, ma almeno di cultura ci capiva. Non mi interessa se ci sono reati, io sono garantista: penso e credo che non ci siano reati in questa storia. Ma c’è un degrado che l’Italia della cultura, dei musei, del festival del cinema, delle librerie e dei teatri non merita. Il Ministero della Cultura deve tutelare la bellezza, non produrre degrado. Che aspetta a dimettersi Gennaro Sangiuliano? Intanto Ivan Scalfarotto e Daniela Sbrollini hanno lanciato una petizione per chiedere a Sangiuliano di liberare il ministero dalla sua mediocrità”.

La petizione di Ivan Scalfarotto e Daniela Sbrollini, entrambi senatori di Italia Viva, chiede senza mezzi termini le dimissioni del ministro: “Il ministro Sangiuliano”, si legge nel testo, “non solo ha mentito, non solo con il suo comportamento ha esposto Pompei, patria della cultura, al ridicolo, ma ha anche messo a rischio la sicurezza del G7. Per questo la sua presenza al governo in un ruolo così delicato non è più sostenibile. Con una firma chiediamo di restituire la cultura italiana a mani più serie, più competenti, più capaci”. E invitano tutti a firmare, dal sito di Italia Viva.

Infine, Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, fa sapere di aver presentato un’interrogazione alla presidente Meloni “per chiedere un chiarimento urgente sul ruolo e i privilegi di Maria Rosaria Boccia all’interno del Ministero della Cultura. Le recenti smentite e contraddizioni emerse in merito alla sua collaborazione con il Ministro Sangiuliano sollevano gravi dubbi sulla trasparenza e l’integrità delle nostre istituzioni culturali. È indispensabile chiarire se Boccia abbia avuto accesso a documenti riservati, partecipato a incontri ufficiali e usufruito di risorse pubbliche, senza un incarico formale. E anche se abbia usufruito della auto blu e perché il ministro Sangiuliano abbia richiesto a luglio il cambio scorta senza dare spiegazioni. Questo ‘teatrino’ non può essere ignorato: c’è in gioco la credibilità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini. Chiedo alla Premier Meloni di intervenire con decisione per fare piena luce su questa vicenda e garantire trasparenza nell’amministrazione pubblica”.


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