Brescia, visitatrice inciampa e danneggia l'opera del Moretto che fu comprata da Canova


Al Museo Santa Giulia di Brescia, una visitatrice della mostra sul Rinascimento bresciano è inciampata e ha danneggiato lo Stendardo dei Disciplini del Moretto, il dipinto che venne comprato da Antonio Canova. L’opera era appena stata restaurata.

Incidente al Museo di Santa Giulia di Brescia dove una visitatrice della mostra sul Rinascimento a Brescia (Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552) è inciampata danneggiando un dipinto di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, lo Stendardo dei Disciplini, opera peraltro recentemente restaurata e tornata visibile al pubblico proprio in occasione della mostra. Una casualità: la signora ha perso l’equilibrio e cadendo ha appoggiato la mano sulla porzione inferiore della tela, provocando una vistosa lacerazione che dovrà essere sistemata. La signora, ha rassicurato Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei, non si è fatta nulla (“Sono cose che possono succedere, soprattutto perché in questi giorni la mostra è molto frequentata”, ha detto il direttore), ma lo stesso non si può dire per l’opera che, peraltro, è dipinta su entrambi i lati, il che rende più difficile il restauro. Si tratta però, ha fatto sapere Karadjov, di un danno recuperabile.

Il personale del museo è infatti già intervenuto per mettere l’opera in sicurezza. Una restauratrice dell’équipe che ha partecipato al restauro è stata immediatamente chiamata per valutare il danno: il taglio è stato netto e, secondo quanto fatto sapere da Brescia Musei, non ha sfrangiature e dunque non ha comportato la perdita di superficie pittorica. Il restauro costerà qualche migliaio di euro, e i costi verranno coperti dall’assicurazione.

Al momento l’opera è coperta, in attesa del restauro che partirà subito dopo la chiusura della mostra (il 16 febbraio è l’ultimo giorno di visita). Il 17 febbraio verrà dunque allestito un laboratorio di restauro all’interno dello stesso museo. “Possiamo dire”, ha concluso Karadjov, “che dopo qualche ora di apprensione tutto si è risolto per il meglio, con la macchina per trovare la soluzione che si è attivata rapidamente”. Peraltro, in occasione dell’ultimo fine settimana di mostra, dato l’alto numero di visitatori attesi, l’orario di chiusura sarà posticipato alle ore 22.

Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Stendardo dei Disciplini, Madonna della Misericordia (1520-1522; olio su tela, 142 x 200 cm; Possagno, Tempio Canoviano). Foto: Studio Rapuzzi
Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Stendardo dei Disciplini, Madonna della Misericordia (1520-1522; olio su tela, 142 x 200 cm; Possagno, Tempio Canoviano). Foto: Studio Rapuzzi
Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Stendardo dei Disciplini, I profeti Enoch ed Elia (1520-1522; olio su tela, 142 x 200 cm; Possagno, Tempio Canoviano). Foto: Studio Rapuzzi
Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Stendardo dei Disciplini, I profeti Enoch ed Elia (1520-1522; olio su tela, 142 x 200 cm; Possagno, Tempio Canoviano). Foto: Studio Rapuzzi
Il dipinto danneggiato
Il dipinto danneggiato

Lo Stendardo dei Disciplini del Moretto, noto anche come lo Stendardo della Madonna della Misericordia, è conservato presso il Tempio Canoviano di Possagno e appartiene all’ultimo periodo della fase giovanile della carriera di Alessandro Bonvicino (è infatti databile al 1520-1522). Venne dipinto per una non meglio specificata confraternita religiosa (il nome con cui è noto è dovuto alla presenza dei due membri, ovvero due disciplini, dipinti su uno dei due lati), probabilmente quella della Madonna del Carmelo che aveva la sua sede nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Brescia. Si trova oggi al Tempio Canoviano di Possagno perché fu lo stesso Antonio Canova ad acquistare il dipinto sul mercato romano nel 1820 (l’opera con tutta probabilità giunse a Roma nel 1664 al seguito dell’allora vescovo Pietro Ottoboni, che sarebbe poi diventato papa col nome di Alessandro VIII). Dopo la scomparsa di Canova, fu il suo fratellastro Giovanni Battista Sartori a stabilire che l’opera venisse destinata al Tempio.

Il dipinto presenta su un lato la Madonna della Misericordia assieme ai due disciplini, vestiti con il saio bianco con cappuccio tipico delle confraternite, mentre sull’altro lato son rappresentati i profeti Enoch ed Elia raffigurati al fianco di un albero, entrambi mentre reggono un libro secondo la tipica iconografia dei profeti. Il restauro del dipinto veniva presentato lo scorso ottobre. “L’opera”, spiegavano allora la storica dell’arte Roberta D’Adda e la restauratrice Luisa Marchetti, “è fragilissima: è un’unica tela divisa in due lembi e dipinta sui due lati, ed era molto rovinata, probabilmente proprio a causa dell’uso che se ne faceva”. Prima del restauro il dipinto si presentava coperto con ridipinture, vernici e colle che ne hanno reso necessario un intervento al contempo conservativo ed estetico. E adesso l’opera dovrà... tornare sotto i ferri e trattenersi dunque qualche tempo in più a Brescia prima di fare ritorno a Possagno.


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