Dopo il maestro del design Enzo Mari ci lascia anche la critica d’arte e curatrice Lea Vergine, moglie di Mari, scomparsa al San Raffaele di Milano a causa di complicazioni legate al Covid-19, appena un giorno dopo il compagno di vita. Aveva 82 anni.
Nata Lea Buoncristiano a Napoli nel 1938, Lea Vergine aveva lasciato la città natale per trasferirsi a Milano negli anni Settanta, e sposò Mari dopo alcuni anni di convivenza (fatto che, all’epoca, era del tutto inusuale, pertanto la loro relazione fu anche piuttosto chiacchierata, tanto più che Mari veniva da un matrimonio precedente). Nel corso della sua attività ha curato diverse mostre e scritto saggi importanti, alcuni dei quali fondamentali per i temi indagati. Nell’ambiente la si ricorda poi per la sua figura iconica, col ciuffo bianco che incorniciava i suoi capelli corvini.
La sua opera era dedicata alle avanguardie, soprattutto quelle femminili: si ricordano in particolare il suo Il corpo come linguaggio (1974), uno dei primi e più importanti testi dedicati alla body art in Italia, e il testo del 1980 intitolato L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche, che rifletteva sul ruolo delle donne nelle avanguardie dei primi del Novecento. È invece del 1983 un altro testo importante come Arte programmata e cinetica 1953-1963. L’ultima avanguardia, uno dei principali libri sull’arte cinetica. Nel 2017 la pubblicazione dell’ultimo libro, un testo autobiografico intitolato L’arte non è faccenda di persone perbene, scritto in collaborazione con Chiara Gatti.
Foto: Lea Vergine nel 2006. Ph. Ramak Fazel
Addio a Lea Vergine: la moglie di Enzo Mari muore il giorno dopo il marito, per Covid |