L’approccio allo studio della storia dell’arte è cambiato molto nei vari secoli, ma ancora oggi si basa sulla descrizione analitica delle opere d’arte. In risposta alla staticità di questa tradizione manualistica, Salvatore Settis e Tomaso Montanari propongono un modo diverso di concepire la storia dell’arte, con un manuale innovativo in cinque volumi destinato alle scuole ma che ogni cittadino dovrebbe studiare: Arte. Una storia naturale e civile (Mondadori Education con il marchio Einaudi Scuola).
La storia dell’arte è una lingua viva che va imparata da giovani e insegnarla è compito della scuola. È a scuola che si può imparare a guardarsi intorno e a considerare il rapporto con l’arte un fatto quotidiano. Non un accessorio o un lusso per pochi, ma una condizione del pieno sviluppo dell’umanità. Da qui la necessità per Settis e Montanari di porre l’accento sulla dimensione naturale e civile dell’arte, troppo spesso trascurata o misconosciuta: una storia naturale dell’arte, che si interroghi continuamente sul rapporto tra la natura umana e il fare arte, indagandone le costanti culturali, psicologiche e antropologiche, e una storia civile dell’arte, che restituisca la consapevolezza dell’unicità del territorio italiano, per entrare in comunione con la memoria e la storia, con la profondità e la varietà dei nostri paesaggi.
Presentato ai docenti in questi mesi per l’adozione nel prossimo anno scolastico, il manuale sarà disponibile nelle librerie scolastiche da settembre.
Si presenta di seguito in anteprima un brano di Tomaso Montanari, tratto dal testo Un patrimonio saccheggiato incluso nel vol. 2 Dall’Alto Medioevo alla fine del Trecento. L’autore si sofferma sulla Natività di Caravaggio, rubata da Palermo nel 1969 (e ultimamente datata al 1600, vedi focus di Finestre sull’Arte), che, per lui, rappresenta «solo la punta di un iceberg imbarazzante»:
L’Italia è il Paese più colpito dai furti d’arte, e si calcola che 20 000 opere spariscano ogni anno.
È stato lo scrittore Leonardo Sciascia (1921- 1989) a domandarsi «se opere d’arte e testimonianze di passate civiltà siano nel nostro paese importanti come le leggi e gli atteggiamenti retorici vogliono far credere, o se non siano invece un gravame, un intralcio, di cui una classe dirigente tanto profondamente ignorante quanto vorace voglia al più presto, e con ogni mezzo, liberarsi». Sono parole scritte all’indomani del furto d’arte più celebre della storia italiana moderna: quello della Natività di Caravaggio sottratta dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 16 e il 17 ottobre 1969. Nel 2018 la Commissione Antimafia è riuscita a stabilire che l’opera fu tagliata a pezzi, alcuni dei quali plausibilmente sopravvivono ancora, in qualche collezione privata. Ma il Caravaggio di Palermo è solo la punta di un iceberg imbarazzante. I musei e i monumenti pubblici, sprovvisti di personale e di sorveglianza adeguata, sono tra le vittime più ricorrenti: clamoroso il furto di cinque dipinti capitali dalla Pinacoteca Estense di Modena (1992), o la rapina del novembre 2015 in cui furono sottratti diciassette quadri del Museo di Castelvecchio a Verona. In questi due casi le opere sono state poi, faticosamente, recuperate: non così per gli arredi sacri, i marmi e le sculture divelti dalle chiese di Napoli e di altre città, spesso chiuse per tutti tranne che per i ladri. Un’emorragia silenziosa che viene finanziata da un commercio e da un collezionismo privi di ogni scrupolo e che sta lentamente erodendo il contesto che dà senso alle opere più famose, e apparentemente sicure, che si studiano in un manuale come questo (T.M.)
Sul “patrimonio saccheggiato” e in particolare sul suo recupero, si segnala la mostra L’arte di salvare l’arte. Frammenti di storia d’Italia, in corso presso il Quirinale fino al 14 luglio - realizzata in occasione del 50° anniversario dell’istituzione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, reparto specializzato dell’Arma istituito nel 1969 proprio per contrastare i crimini a danno del nostro patrimonio storico artistico.
Nelle immagini che seguono: la copertina del libro Arte. Una storia naturale e civile di Settis e Montanari, e la Natività di Caravaggio.
Tomaso Montanari sul furto del Caravaggio. Anteprima del nuovo manuale “Arte. Una storia naturale e civile” |