Si avvia verso la conclusione il restauro del Polittico dell’Agnello Mistico, il capolavoro di Hubert (? - Gent, 1426) e Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa - Bruges, 1441) conservato nella Cattedrale di San Bavone a Gent, dove la maggior parte degli scomparti tornerà, finiti i lavori, nella primavera di quest’anno (mentre dal 1° febbraio sarà possibile visitare, sempre a Gent, la più grande rassegna mai dedicata all’artista). E c’è subbuglio per la scoperta più sconcertante emersa dall’intervento, ovvero il vero muso dell’agnello dipinto nel 1432 dai fratelli van Eyck: l’animale era stato ridipinto attorno nel 1550, e per secoli nessuno aveva potuto osservare l’agnello così come l’avevano raffigurato Jan e Hubert van Eyck. E quello che si è scoperto sotto le ridipinture è un aspetto quasi umano (o da cartone animato secondo altri), che cozza frontalmente con l’immagine dell’agnello per come l’avevamo conosciuto finora.
Secondo Hélène Dubois, storica dell’arte a capo del progetto di restauro, condotto dal KIK-IRPA (l’Istituto Reale per il Patrimonio Culturale del Belgio), probabilmente l’agnello aveva quell’aspetto per guardare i fedeli in modo più intenso e ispirare pertanto una maggior devozione. Non bisogna dimenticare, del resto, che l’agnello è anche simbolo di Cristo. Eppure, quello sguardo così fisso forse turbò il pubblico del Cinquecento, tanto che si dovette procedere a coprirlo dando all’agnello un’apparenza più naturale, secondo il gusto del tempo. Sempre Dubois, in un’intervista al quotidiano The Art Newspaper, ha rivelato che scoprire il vero aspetto dell’agnello è stato “uno shock per tutti”.
L’intervento è stato realizzato in maniera accurata e altamente professionale: l’obiettivo era rimuovere le estese ridipinture e le vernici non originali apposte nell’arco dei secoli per restituire una piena leggibilità all’opera e per ritrovarne dunque l’aspetto originario. I tecnici del KIK-IRPA hanno rimosso le ridipinture “centimetro per centimetro”, si legge in una nota, “con l’utilizzo di bisturi e stereomicroscopi”. La conseguenza è che “non ci sono parole per esprimere il risultato: liberato da spessi strati di vernice gialla e da ridipinture grossolane, il virtuosismo sublime di van Eyck può ora essere abbondantemente riscoperto. In uno stile naturalistico che oltrepassa la realtà, possiamo vedere meravigliosi effetti luministici tridimensionali, uno sfoggio di materiali che arrivano al trompe-l’oeil e un livello di caratterizzazione individuale per tutti i personaggi, per gli animali e per le piante che testimonia una minuzia senza eguali”.
Lo sguardo dell’agnello, infatti, non è stato l’unico elemento dell’opera ridipinto successivamente. I restauratori stimano che nel 1550 fu coperto quasi il 70% della superficie. E sicuramente sarà una sorpresa per tutti coloro che lo vedranno nuovamente al loro posto nella Cattedrale di San Bavone tra pochi mesi.
Nell’immagine: a sinistra il muso dell’agnello con le ridipinture del 1550, a destra quello dipinto dai van Eyck, scoperto a seguito del restauro.
Ecco com'era il vero muso dell'Agnello Mistico di van Eyck. Il restauro rivela un aspetto quasi umano |