A Rimini, il PART - Palazzi dell’Arte, il museo d’arte contemporanea nato nel 2020 (leggi qui l’intervista alla coordinatrice curatoriale Clarice Pecori Giraldi), ha da ieri una nuova sezione esterna, con un inedito progetto di musealizzazione all’aperto e un nuovo corpus di opere d’arte contemporanea collegate alla Collezione San Patrignano. Il complesso museale del PART - Palazzi dell’Arte, nato dalla collaborazione tra il Comune di Rimini e la Collezione San Patrignano, fa dunque proseguire la collaborazione tra pubblico e privato nel compimento nell’apertura al pubblico del Giardino delle Sculture di Rimini, sezione a cielo aperto del museo, che integra la proposta del PART con uno spazio pubblico esterno dedicato all’arte del nostro tempo.
Concepito come un’estensione del percorso espositivo del PART, inaugurato a settembre 2020, il Giardino, che sarà accessibile sempre gratuitamente, trasforma l’area pubblica storicamente appartenuta al forno comunale in un connubio tra arte contemporanea e natura. Il progetto museografico prende le mosse dall’idea di valorizzare la memoria storica richiamando con pareti verdi arbustive l’antica planimetria del forno della città di Rimini, esistente fino al 1898 e del quale rimangono alcuni elementi a vista. All’interno del perimetro vegetale, che interpreta una versione attuale del tipico giardino all’italiana ed evoca l’idea di rovina nell’intrecciarsi di componente muraria e naturale, il visitatore scopre una selezione di sette sculture d’arte contemporanea, allestite in “stanze espositive” all’aperto.
Seguendo un percorso fluido e senza vincoli che estende l’esperienza del PART fuori dalle mura museali, il Giardino intende creare una nuova occasione di relazione con l’arte, in angoli di pensiero immersi nel verde. Le sette sculture che abitano il Giardino sono testimonianza della partecipazione condivisa al fianco di San Patrignano: si tratta di opere oggetto di donazioni alla Collezione San Patrignano, in comodato d’uso da parte di gallerie e prestiti di artisti internazionali, oltre che installazioni site-specific, come nel caso dell’opera di Paul Kneale che, svettando a più di tre metri d’altezza tra la vegetazione, pare quasi una particolare specie arborea. Il cane qui ritratto appartiene a una delle famiglie di Trivero. Quest’opera è dedicata a loro e alle persone che sedendosi qui ne parleranno (2009), opera di Alberto Garutti donata dallo stesso artista alla Collezione San Patrignano, è letteralmente ciò che il titolo descrive: una panchina in cemento e ferro zincato con un cane seduto a un lato. Anatomia di Giuseppe Penone (2011) è composta da un blocco di marmo bianco di Carrara da cui spuntano radici e rami di alberi che sembrano vivere incastonati nel tempo: l’opera è prestata dall’artista e data in comodato d’uso dalla galleria Gagosian. Dono di Daniele Pescali e Anna Cappanera Pescali nel ricordo di Daniele Pescali Senior e Gianni Pescali, è Lancia di Luce I (1985) realizzata in bronzo da Arnaldo Pomodoro, opera che punta verso l’infinito e rimanda a un viaggio cosmico, come anche la scultura, sempre in bronzo, di Kiki Smith, Stella I (2013), promossa dalla galleria Lorcan O’Neill. L’artista polacco Piotr Uklanski, rappresentato da MASSIMODECARLO, partecipa con un’installazione su grande scala in tubi d’acciaio e vernice, Untitled (The Thing) (2007), che disegna il profilo di una mano aperta che pare afferrare il paesaggio circostante. Il lavoro in prestito del cinese Chen Zhen è allestito a ricomporre un “giardino nel giardino”, metafora di una bellezza perduta, installando cinque lastre di bronzo e metallo i cui rilievi rappresentano la storia del parco dell’Imperatore Qianlong costruito a metà Settecento; l’opera è intitolata Jardin mémorable (2000) ed è data in comodato d’uso dalla Galleria Continua.
Il progetto museografico, ideato e realizzato dallo Studio AR.CH.IT di Luca Cipelletti insieme al progetto di illuminazione curato dallo Studio Pasetti Lighting di Alberto Pasetti Bombardella, che già avevano firmato il progetto di riqualificazione funzionale e l’allestimento del PART, s’ispira alla divisione planimetrica del forno che favorisce la contemplazione delle sculture e rende il Giardino capace di ospitare anche eventi, manifestazioni e incontri, oltre a esposizioni permanenti e temporanee. L’area si estende per 1.675 mq ed è caratterizzata da uno specchio d’acqua collocato in asse con il punto d’incontro tra il Palazzo dell’Arengo e quello del Podestà. Il camminamento è composto da cubetti in pietra di San Marino e da mattoni pieni in cotto, ed è scandita in diverse stanze per ospitare le sculture. Gli spazi includono panchine, la cui struttura spigolosa genera una continuità con le strutture dell’ambiente architettonico interno al PART, e la piantumazione di 345 siepi di tasso e di nuovi alberi aumentando così la quota di verde verticale. L’apertura del Giardino delle Sculture rappresenta una continua consacrazione di un vivace percorso nato da un’intuizione che reinventa il rapporto tra pubblico e privato sociale, con l’obiettivo di dare vita a un sistema virtuoso che apporta benefici all’individuo, alla città, al territorio e quindi alla collettività.
Da Arnaldo Pomodoro a Penone: Rimini, il PART si arricchisce di un Giardino della Sculture |