Un nuovo museo ha aperto a Rimini lo scorso 24 settembre: è il PART – Palazzi dell’Arte, che nasce dalla riqualificazione di due edifici storici della città romagnola e che ospita la grande collezione d’arte contemporanea della Fondazione San Patrignano. Qual è il modello del museo? In che modo è stato allestito il percorso? Quali le principali opere esposte? E quali gli obiettivi? Abbiamo parlato di tutto questo con Clarice Pecori Giraldi, coordinatrice curatoriale del museo.
Clarice Pecori Giraldi |
IB. La Collezione d’Arte della Fondazione San Patrignano, nata nel 2017, è il primo esempio in Italia di endowment su modello anglosassone che permette a San Patrignano di avere una risorsa patrimoniale, una sorta di dote, in caso di futuri investimenti strutturali. Può spiegare meglio in termini pratici in cosa consiste questa iniziativa?
CPG. La Collezione d’arte contemporanea di San Patrignano è una raccolta eclettica di oltre 60 opere donate da artisti, collezionisti e galleristi che hanno aderito così a una nuova forma di progettualità. Le opere donate e confluite nella Collezione San Patrignano costituiscono un giacimento artistico di notevole significato economico che la Fondazione, in modo pionieristico in Italia, ha disegnato in forma di endowment, modello finanziario che realizza una forma di solidarietà prospettica attraverso l’arte contemporanea. Le opere della raccolta appartengono alla Fondazione San Patrignano che ha l’obbligo di valorizzarle attraverso esposizioni al pubblico. Solo trascorsi cinque anni dalla donazione e solo in caso di esigenze straordinarie, ristrutturazione, ampliamento, o di significative manutenzioni per soddisfare prioritarie necessità degli ospiti della Comunità (non per l’ordinaria gestione), sarà possibile la vendita.
Com’è scaturita l’idea di dare uno spazio fisico alla Collezione d’Arte, esponendo le opere appartenenti a quest’ultima nei palazzi del Podestà e dell’Arengo?
Oltre che farne oggetto di mostre piccole ma piene di significato, per la Fondazione è sempre stato un aspetto fondamentale riuscire a esporre la Collezione nella sua interezza, per permetterne la fruizione al grande pubblico. Le mostre itineranti La collezione San Patrignano. WORK IN PROGRESS dal 2018 hanno portato delle selezioni di opere della collezione nelle principali istituzioni museali italiani: la prima tappa è stata la Triennale di Milano, successivamente si è spostata a Palazzo Drago a Palermo, al Maxxi di Roma, al Museo di Santa Giulia a Brescia e a Palazzo Vecchio di Firenze. Oggi, con l’istituzione di PART, nel cuore storico di Rimini, questo climax espositivo e finanziario raggiunge il suo apice, riunendo in un unico luogo una varietà di istanze positive. L’arte per essere valorizzata deve essere condivisa, dunque cercavamo il luogo più adatto che mettesse in risalto al meglio questo nucleo di opere, trovandolo nel Palazzo del Podestà e nel Palazzo dell’Arengo, nel centro storico di Rimini. Nei confronti dei donatori c’è la grande responsabilità di mantenere, se non incrementare ulteriormente, il valore di questo patrimonio, mettendolo in luce attraverso la sua esposizione.
Il PART di Rimini. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Il PART di Rimini. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Il PART di Rimini. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Il PART di Rimini. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Il PART di Rimini. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Il PART di Rimini. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Il PART di Rimini. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Il progetto museografico propone una fruizione libera delle opere, che non segue né un percorso cronologico né tematico né di relazione storico-critica. Perché è stata fatta questa scelta?
La peculiarità della Collezione risiede proprio nell’eterogeneità e spontaneità delle donazioni, per cui non è possibile individuare una narrativa o cifra linguistica uniforme. Abbiamo anzi voluto enfatizzare il fil rouge che lega le opere, il dono, preferendo non avere una curatela tematica che obbligasse il percorso del visitatore all’interno del museo. Abbiamo lavorato su un allestimento che raccontasse a grandi linee, e dove possibile, i vari movimenti della storia dell’arte come la Transavanguardia e l’Arte Povera.
Quali sono le opere più significative della Collezione?
È sempre difficile scegliere tra opere così diverse per storia e linguaggi, tanto più quando sono legate al rapporto personale che si crea tra la Comunità e il donatore. Sicuramente tra le opere più ammirate ci sono l’autoritratto riflettente di Michelangelo Pistoletto Tra Specchio e tela, la grande fotografia che accoglie il visitatore di Vanessa Beecroft VBSS.002, Figura Galante di Sandro Chia, l’opera I look at things with eyes different from yours di Shilpa Gupta, Stanza Bianca, Vaso di Alabastro di Ettore Spalletti nella grande Sala dell’Arengo e infine Beautiful Black and White Love Charity Painting di Damien Hirst.
Il PART ospita un’opera site-specific dell’artista David Tremlett realizzata in collaborazione con i ragazzi della comunità di San Patrignano. Di che opera si tratta? In cosa è consistita la collaborazione con i ragazzi della comunità?
La grande opera site-specific di David Tremlett accoglie il visitatore all’ingresso di PART. L’artista ha studiato la storia, i palazzi e l’urbanistica di Rimini, sintetizzandoli nei colori che compongono la pittura parietale dell’androne d’entrata. I ragazzi della comunità San Patrignano sono entrati in azione lavorando alla realizzazione dell’opera in situ insieme all’artista. Anche nel caso dell’opera donata da Roberto Coda Zabetta i ragazzi della comunità sono stati coinvolti dall’artista e nel futuro l’artista Zehra Do?an sarà ospitata alla Comunità per la realizzazione di un lavoro in collaborazione con il reparto tessitura.
Come si approcciano alla collezione d’arte della Fondazione i ragazzi della comunità? All’interno della comunità di San Patrignano sono previsti programmi o iniziative legati all’arte?
L’obiettivo della Collezione rimane separato da quello della Fondazione, ed è rivolto al coinvolgimento e alla condivisione dell’arte con il pubblico. Tuttavia, l’impegno della Fondazione passa attraverso le attività di formazione professionali e in questo momento siamo in grado di offrire diversi settori creativi all’interno della comunità dove le capacità artigianali e artistiche vengono favorite.
L’intervento di David Tremlett. Ph. Credit Henrik Blomqvist |
Vanessa Beecroft, VBSS.002 (2006-2017; stampa digitale C-Print, 230,8 x 177,8 cm; Rimini, Part). Ph. Credit Matthieu Placek |
Michelangelo Pistoletto, Tra Specchio e tela (1988; serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio, 130 x 120 cm; Rimini, PART) |
Sandro Chia, Figura Galante (1982; olio su tela, 215 x 195 cm; Rimini, PART) |
Shilpa Gupta, I look at things with eyes different from yours (2010; Stampa su specchio, tenda ricamata su asta di metallo, 147 x 104 x 12,5 cm; Rimini, PART). Ph. Credit Daniel Moulinet |
William Kentridge, Untitled VI (Nose on Horse:Napoleon) (2007; bronzo, 42 x 46 x 19 cm; Rimini, PART) |
Carsten Höller, Poster on Krutikov Fliegender Stadt (2008; serigrafia monocroma su carta, 47 x 112,4 cm; Rimini, PART) |
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ISCRIVITI ALLA NEWSLETTERL'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.