10 domande e risposte per capire Comedian di Cattelan: perché una banana è un'opera d'arte


10 domande e risposte per capire Comedian di Cattelan: ecco perché una banana attaccata al muro con nastro adesivo è un’opera d’arte, perché non è una truffa, perché costa così tanto, e molte altre curiosità a cui diamo risposta.

Fortissimo è il clamore suscitato in questi giorni da Comedian, l’opera di Maurizio Cattelan presentata inizialmente nel 2019 ad Art Basel Miami presso lo stand di Perrotin, il gallerista di Cattelan: l’opera è stata infatti venduta in asta da Sotheby’s a New York per la somma di 6,24 milioni di dollari. Una cifra davvero altissima, tenuto conto non solo che l’opera era stimata 1-2 milioni di dollari, ma che nel 2019 era stata venduta ad appena 120mila dollari! Insomma, oggi siamo tutti pentiti di non aver impegnato il nostro bilocale cinque anni fa per comprare l’opera e diventare oggi milionari, ma del resto quella cifra ci sembrava alta già all’epoca: non potevamo concepire che una banana attaccata con semplice nastro adesivo a una parete potesse costare quanto un appartamento. E allora molti si sono indignati, molti hanno criticato l’artista, tanti hanno discusso chiedendosi se davvero Comedian può essere considerata un’opera d’arte. Abbiamo allora deciso di dare una risposta articolata a molte domande che sono emerse dal dibattito, alcune in maniera esplicita, altre magari in forma più implicita (per esempio, tanti accusano Cattelan di prendersi gioco del pubblico, di essere un truffatore: ma è davvero così?). Vi forniamo allora di seguito 10 domande e risposte, 10 FAQ per usare un gergo tipico di internet, per capire Comedian di Cattelan. A chi vuole approfondire suggeriamo anche la lettura del pezzo critico di Federico Giannini (del 2019, poco dopo la presentazione di Comedian), Comedian: un’opera in cui tutto è Maurizio Cattelan.

Maurizio Cattelan, Comedian (2019)
Maurizio Cattelan, Comedian (2019)

1. Perché Comedian è un’opera d’arte?

Comedian è un’opera d’arte perché è una creazione prodotta da un artista. In questo caso, Comedian sposta tuttavia il focus dall’oggetto artistico tradizionale al concetto che rappresenta, sfidando la nostra comprensione di cosa sia l’arte. Non si tratta di una semplice banana attaccata al muro, ma di un gesto che mette in discussione il valore simbolico, culturale ed economico degli oggetti e si pone in maniera critica nei confronti dello stesso sistema che l’ha prodotta. Si tratta di un ready made, ovvero di un oggetto ordinario, quotidiano, persino banale, che viene però spostato in un contesto artistico (per esempio una galleria d’arte) e diventa quindi un’opera d’arte per decisione di un artista che è universalmente riconosciuto per essere, appunto, un artista. Il ready made, detto anche objet trouvé, è il materiale con cui si crea l’opera e, per estensione, diventa l’espressione con cui ci si

2. Ma che tipo di opera d’arte è? In che stile o corrente si può includere?

Comedian si inserisce perfettamente nel filone dell’arte relazionale, una forma d’arte nata e sviluppatasi negli anni Novanta che vede l’opera d’arte come uno strumento di confronto, discussione, dibattito, relazione. Gli artisti relazionali come Maurizio Cattelan sono soliti spostare l’attenzione del pubblico sul contesto, piuttosto che sull’oggetto in sé. E Comedian funziona esattamente così: crea uno spazio di discussione, di polemica e di riflessione che investe, nel suo caso, non solo il relativamente ristretto sistema dell’arte, ma tutta la sfera pubblica. Alcuni potrebbero interpretare Comedian anche, più semplicemente, come un’opera che si può includere nell’arte concettuale, una corrente che pone l’idea al centro della pratica artistica, spesso a scapito del valore estetico o della realizzazione tecnica. Nell’arte concettuale, ciò che conta non è l’oggetto fisico, ma il messaggio o il pensiero che esso trasmette. In questo senso, Cattelan si pone come erede di artisti come Marcel Duchamp, che con il suo Fountain (un orinatoio firmato e presentato come opera d’arte) cambiò per sempre il modo in cui l’arte veniva concepita e giudicata. In un certo senso, Comedian parla più del contesto che dell’oggetto stesso: il suo significato emerge dall’interazione tra l’artista, il pubblico, il mercato e i media.

3. È un’opera che ha un significato ben preciso?

No, per niente. Comedian non ha e non può nemmeno avere un solo significato definito, perché se così fosse verrebbe fortemente smorzata la sua carica: se Comedian venisse ridotta a un unico significato, perderebbe gran parte della sua potenza. Anche lo stesso titolo è ambiguo, difficile da decifrare, per quanto ci si possa discutere attorno. L’ambiguità e la polivalenza del suo messaggio sono caratteristiche fondamentali non solo dell’arte contemporanea, ma anche della pratica artistica di Maurizio Cattelan. L’opera non impone una lettura univoca; al contrario, stimola una molteplicità di interpretazioni, ciascuna delle quali dipende dal contesto culturale, sociale e personale dello spettatore. Può essere una critica al consumismo, un’analisi del mercato dell’arte, una vanitas contemporanea, una riflessione sullo status dell’arte nella nostra società, può essere tantissime cose. Un’opera come Comedian non pretende di dire qualcosa di definitivo. Piuttosto, agisce come un catalizzatore per il pensiero e la discussione. Cattelan non fornisce una spiegazione chiara o un manuale per interpretare l’opera, lasciando spazio al pubblico per riempire questo vuoto con le proprie idee, emozioni e prospettive. È un dialogo aperto, non una lezione impartita dall’artista: è il bello dell’arte relazionale. L’opera d’arte, più che un oggetto, è un’esperienza intellettuale.

Maurizio Cattelan, Comedian (2019)
Maurizio Cattelan, Comedian (2019)

4. È un’opera d’arte perché costa tanto?

No, è l’esatto contrario: costa tanto perché è un’opera d’arte a cui viene attribuito un elevato valore economico. Il prezzo elevato di Comedian non definisce la sua natura artistica, ma è piuttosto un effetto del sistema dell’arte contemporanea. L’opera sarebbe arte anche se non costasse nulla, perché il suo valore risiede nel concetto che rappresenta. Il costo è, come detto, un riflesso del valore che il mercato attribuisce all’opera. Possiamo poi provare a immaginare, speculando, che inizialmente il prezzo stabilito dalla galleria Perrotin, la prima a vendere l’opera di Cattelan (120mila dollari) fosse parte integrante del messaggio, nel senso che Cattelan forse voleva mostrarci come la società attribuisca significato e importanza agli oggetti in base a fattori esterni, come il denaro, il prestigio o il nome dell’artista. Ma in realtà la stima e il risultato d’asta, oltre 6 milioni di dollari, sono indipendenti rispetto alla volontà dell’artista.

5. Perché è stata pagata così tanto, se è solo una banana con un po’ di nastro adesivo?

Il valore di Comedian non risiede nel materiale (una banana e del nastro adesivo) ma nell’idea e nel contesto in cui è stata presentata. Chi ha acquistato l’opera non ha comprato un oggetto fisico, ma un’opera d’arte rappresentata da un concetto, e ha acquistato il diritto di replicarlo. L’acquirente ha riconosciuto in Cattelan un artista capace di catturare lo spirito del nostro tempo, e il prezzo pagato riflette questo riconoscimento. Un altro fattore è il prestigio associato al possesso di un’opera d’arte concettuale famosa. Comprare Comedian significa non solo possedere un pezzo unico della storia dell’arte contemporanea, ma anche partecipare a un discorso culturale che va oltre l’oggetto in sé. È come acquistare un simbolo: chi possiede Comedian possiede un pezzo della conversazione globale sull’arte.

6. Ma che cosa ha comprato l’acquirente, se ognuno può farsi da solo l’opera di Cattelan con una banana e un po’ di nastro adesivo?

L’acquirente ha comprato l’autenticità e la paternità dell’opera. Anche se chiunque può prendere una banana e attaccarla al muro con del nastro adesivo, solo l’acquirente che possiede il certificato di autenticità rilasciato da Cattelan può dichiarare che quell’installazione è Comedian. Questo distingue l’opera originale da qualsiasi copia. È lo stesso principio che si applica ai ready-made di Duchamp o a opere minimaliste che possono essere replicate. L’idea dell’artista è ciò che viene comprata, insieme al diritto di dichiarare che quella particolare manifestazione è parte della sua visione creativa. Questo sposta il focus dal prodotto materiale al concetto, un’idea che è ormai centrale nell’arte contemporanea.

7. Possiamo dire che Comedian è una truffa?

No, tutt’altro! Comedian è un’opera del tutto trasparente, non finge di essere qualcosa che non è, e dire che Comedian è una truffa significa non cogliere il gioco intellettuale proposto da Cattelan. Non c’è alcun inganno nell’opera: il pubblico e gli acquirenti sanno esattamente cosa stanno comprando. L’intera operazione è fatta alla luce del sole, e il suo valore risiede proprio nella sua capacità di rivelare i paradossi del mercato dell’arte. Per il pubblico è dunque un’operazione non solo onesta, ma di grande valore culturale poiché spinge ognuno di noi a interrogarci sullo status dell’opera d’arte, sul significato che il mercato le attribuisce, e soprattutto sul ruolo che l’arte può avere nella vita di tutti noi.

Maurizio Cattelan, Comedian (2019)
Maurizio Cattelan, Comedian (2019)

8. Allora possiamo dire che quest’opera è una presa in giro, o quanto meno una provocazione?

No. Certo, possiamo dire che Comedian sia un’opera anche ironica, ma definirla una “presa in giro” significherebbe sottovalutare enormemente la complessità dei suoi tanti significati. Cattelan non prende in giro il pubblico o l’arte per il puro gusto di farlo: semmai, utilizza il mezzo dell’ironia, come ha sempre fatto, per evidenziare le dinamiche del sistema dell’arte contemporanea. Quanto all’idea che Comedian sia una provocazione, non può essere considerata una provocazione fine a se stessa, perché il suo scopo non è quello di scandalizzare i benpensanti, sarebbe molto riduttivo. Tutt’al più possiamo considere Comedian un’opera d’arte provocatoria, ma anche in questo caso vorrebbe dire limitare la portata del suo significato. La banana di Maurizio Cattelan non si limita infatti a scandalizzare, invita a riflettere su temi importanti come la mercificazione dell’arte, il consumismo, la precarietà della vita, il ruolo dell’artista nella società contemporanea. Cattelan usa insomma ironia e provocazione per smascherare le contraddizioni del mondo in cui viviamo.

9. Possiamo rifiutarci di considerarla un’opera d’arte perché una banana attaccata a un muro non presuppone una grande perizia tecnica?

Liberissimi di farlo, ma sarebbe come rifiutare di considerare i Ramones dei musicisti perché l’esecuzione della loro musica, e del punk in generale, richiede una perizia tecnica decisamente inferiore di quella richiesta per eseguire i 24 capricci di Paganini. Il fatto è che giudicare Comedian in base alla sua esecuzione materiale significa non comprendere la natura dell’arte concettuale, che sposta l’enfasi dalla tecnica al significato. Certo, la banana e il nastro adesivo non richiedono abilità manuali straordinarie per essere assemblati, chiunque può farlo a casa propria, ma da Marcel Duchamp a questa parte abbiamo appreso che l’opera non si misura in termini di tecnica o bellezza, ma piuttosto in termini di idee e dialogo che è in grado di generare. Comedian rientra in questa tradizione: l’artista non vuole impressionare con la tecnica, ma provocare una reazione intellettuale ed emotiva. Del resto, quando vediamo una scultura contemporanea in marmo che ci impressiona, nella maggior parte dei casi stiamo guardando un lavoro eseguito quasi per intero da una macchina: l’artista oggi interviene solo nelle fasi finali dell’esecuzione. E poi, comunque, Comedian ha degli standard estetici rigorosi, riconosciuti anche dal giudice nel processo in cui Cattelan era stato accusato di plagio da un artista americano (e, peraltro, Cattelan ha vinto).

10. Possiamo considerarci sconfitti se una volta l’arte era il David di Michelangelo e oggi è Comedian di Cattelan?

No, non possiamo considerarci sconfitti, ma dobbiamo accettare che l’arte, come ogni forma di espressione umana, evolve con i tempi. Il David di Michelangelo rifletteva i valori del Rinascimento, mentre Comedian, invece, riflette il nostro tempo: un’epoca segnata dal consumismo, dalla spettacolarizzazione, dalla precarietà, dalla modifica delle relazioni sociali. L’arte ha sempre rispecchiato i cambiamenti culturali, sociali ed economici della sua epoca. Pensiamo all’impressionismo, che fu inizialmente criticato per il suo rifiuto della pittura accademica tradizionale, o al cubismo, che distrusse le regole della prospettiva rinascimentale. Ogni epoca ha avuto la sua rivoluzione artistica, e molte di esse sono state accolte con scetticismo prima di essere riconosciute come fondamentali: chi oggi rifiuta Comedian di Cattelan si comporta esattamente come il pubblico che, nell’Ottocento, rifiutava gli impressionisti o, agli inizi del Novecento, rifiutava Picasso. Considerarci “sconfitti” perché l’arte è cambiata significherebbe non riconoscere la sua capacità di adattarsi e rispondere alle esigenze di ogni epoca. La vera sconfitta sarebbe non accettare questa evoluzione, sarebbe rimanere fissi a un’idea di arte sorpassata, che guarda all’indietro, incapace di tener conto delle sfide e delle contraddizioni del presente.


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