Una nuova, notevole acquisizione per Palazzo Blu a Pisa. La Fondazione Pisa, che gestisce il museo sul lungarno, ha infatti acquisito un importante dipinto di Orazio Riminaldi (Pisa, 1593 – 1630), Il buon samaritano, lavoro del 1625-1630 che entra a far parte del percorso museale di Palazzo Blu dopo un accurato restauro. L’arrivo dell’opera di Riminaldi giunge a distanza di un anno dall’acquisizione del Cristo e la Samaritana al pozzo di Artemisia Gentileschi. Riminaldi, pittore pisano formatosi a Roma nelle più importanti botteghe del tempo e rientrato a Pisa per realizzare la cupola del duomo di Pisa, è stato protagonista di una recente mostra a Pisa e Il buon samaritano rappresenta un’aggiunta relativamente recente al suo catalogo.
Il dipinto, attribuito al Riminaldi da Pierluigi Carofano e Franco Paliaga nei primi anni 2000, rappresenta il buon Samaritano che nel Vangelo di Luca (X,30-37) si prende cura del viandante aggredito dai briganti e lasciato moribondo sulla strada che da Gerusalemme porta a Gerico. Il Samaritano è raffigurato nel momento in cui versa una mistura di olio e vino nella ferita del viandante, steso nudo in diagonale nella composizione della scena. L’iconografia dell’episodio evangelico conosce una discreta fortuna negli anni delle grandi epidemie, che con l’affermarsi della medicina moderna può essere letta come il prestare soccorso da parte di persone veramente in grado di restituire la salute, in contrapposizione ai ciarlatani ingannatori. In questa prospettiva, Pierluigi Carofano suggerisce che il committente o la destinazione del dipinto siano legate al mondo della medicina. Da un punto di vista stilistico, l’opera presenta evidenti affinità con la produzione matura del Riminaldi, tra il 1625 e il 1630: il buon Samaritano deve molto alla lezione del caravaggismo europeo, stemperato però dalla lezione dei Carracci, di Lanfranco e del Guercino verso uno stile più dolce e meditato.
“Il Buon Samaritano”, sottolinea Stefano Renzoni, storico dell’arte e curatore del volume che raccoglie gli studi compiuti sul dipinto, “rientra in una costellazione d’interventi realizzata dalla Fondazione Pisa allo scopo di rivalutare un periodo storico-artistico, quello della Pisa medicea, tradizionalmente ritenuto povero di episodi significativi per la nostra città. Acquisti di opere, mostre e relativi cataloghi realizzati negli anni, esprimono uno sforzo non banale da parte della Fondazione per riassegnare il giusto valore ad un periodo storico che fu per Pisa assai importante e animato da artisti di primissimo piano”.
La Fondazione Pisa ha realizzato una pubblicazione con i risultati dello studio e del restauro del quadro di Riminaldi, che sarà disponibile da oggi presso il bookshop di Palazzo Blu: Orazio Riminaldi, Il buon Samaritano, De Luca editori d’Arte. In occasione della presentazione, la collezione d’arte di Palazzo Blu, all’interno della quale è stato collocato Il buon Samaritano, sarà visitabile gratuitamente a partire da giovedì 23 fino a domenica 26 novembre. Gli orari di apertura sono: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 19. Il sabato, la domenica e nei festivi dalle 10 alle 20. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura del palazzo. Per info: palazzoblu.it.
“Il buon samaritano”, dichiara Cosimo Bracci Torsi, presidente di Palazzo Blu, “è l’ultimo splendido dipinto di Orazio Riminaldi, acquistato dalla Fondazione Pisa, che entra nella nostra collezione. Esso si aggiunge agli altri dello stesso autore già presenti e va ad arricchire il nucleo di opere rappresentativo di un grande momento della pittura, forse meno noto, legato alla nostra città. Dopo la lunga crisi seguita alla conquista fiorentina, dalla metà del Cinquecento Pisa iniziò la sua rinascita come seconda città del principato Mediceo. La famiglia granducale soggiornò per lunghi periodi nella città, riaprì lo Studio pisano, fu fondato l’ordine monastico militare dei Cavalieri di Santo Stefano che ebbe sede nella omonima piazza totalmente rinnovata, si procedette al restauro della cattedrale, gravemente danneggiata dall’incendio del 1595 ricorrendo ai migliori artisti disponibili. La popolazione della città, anche attraverso l’arrivo di molte famiglie dal contado o dalla stessa Firenze come i Galilei, prese ad aumentare, così come le attività economiche, rianimando lo stesso contesto urbano. In questa cornice la nuova pittura si sviluppò legata soprattutto a due famiglie i Lomi Gentileschi e i Riminaldi. Attive principalmente fra la Toscana e Roma, con Orazio Gentileschi e la figlia Artemisia, trasferitasi poi a Napoli, si proiettarono fino a Parigi e Londra. Orazio Gentileschi fu maestro a Roma della figlia Artemisia come di Orazio Riminaldi, insieme costituivano un cenacolo artistico e culturale originario della nostra città, al quale partecipava, in veste di amico, protettore e mecenate Cassiano dal Pozzo e potevano aggiungersi grandi artisti stranieri come Simon Vouet. Questo ultimo importante acquisto è quindi anche un’occasione per ricordare questa vicenda della quale Palazzo Blu conserva nella nostra città l’unica testimonianza, almeno fino ad oggi”.
“La Fondazione Pisa, sin dall’avvio della propria attività, ha riservato una particolare attenzione, per quanto riguarda il settore ‘Arte, attività e beni culturali’, al recupero di opere d’arte e testimonianze di valore storico e culturale riguardanti la città di Pisa e il suo territorio, da inserire nella collezione esposta a Palazzo Blu”, afferma Stefano Del Corso, presidente della Fondazione Pisa. “In questo scenario, nel corso di quest’anno, siamo riusciti ad acquistare un’opera di grande valore artistico attribuita ad Orazio Riminaldi, importante pittore pisano del periodo Barocco, allievo di Aurelio Lomi e poi di Orazio Gentileschi. Si tratta del dipinto Il buon Samaritano (1625 – 1630) che entra a far parte della collezione della Fondazione per essere esposto nel museo di Palazzo Blu, valorizzando la galleria Lomi Gentileschi già arricchita lo scorso anno con la straordinaria acquisizione del Cristo e la Samaritana al pozzo di Artemisia Gentileschi. Il quadro è stato sottoposto ad un attento restauro, nei mesi scorsi. La presentazione dell’opera, in questa giornata che prevede anche un seminario al pomeriggio con gli esperti che hanno condotto il restauro, è l’occasione per approfondire l’analisi del dipinto, dell’artista e del contesto in cui venne realizzato. Una pubblicazione, a cura del professor Stefano Renzoni, raccoglie le analisi e i contributi degli esperti sul dipinto e propone un racconto avvincente dell’opera e della Pisa tra il Cinquecento e il Seicento”.
“La presentazione dell’opera del celebre pittore seicentesco pisano”, ricorda il sindaco Michele Conti, “arriva subito dopo la grande mostra del 2021 su Orazio Riminaldi all’Opera della Primaziale Pisana, che ha permesso non solo agli appassionati, ma anche al grande pubblico e, in particolare, alla nostra comunità, di scoprire o riscoprire l’autore della cupola del Duomo di Pisa. Un’acquisizione prestigiosa, quella che presentate oggi, che fa seguito a quella di uno dei capolavori di Artemisia Gentileschi; entrambe frutto di una politica lungimirante del museo di palazzo Blu che, attraverso la collezione permanente, offre ai Pisani un’occasione di crescita culturale. Grazie dunque a Stefano Del Corso, presidente della Fondazione Pisa, a Cosimo Bracci Torsi, presidente di Palazzo Blu e a tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato a questa ulteriore, importante acquisizione per il Museo di Palazzo Blu; grazie a nome dell’Amministrazione e della città di Pisa”.
Pisa, Palazzo Blu acquisisce importante opera di Orazio Riminaldi per la sua raccolta |