Francia, riemerge versione dell'Atalanta e Ippomene di Guido Reni: si cerca di capire se è autografa


Importante scoperta in Francia, al Musée des Beaux-Arts di Libourne, dove riemerge una versione dell’Atalanta e Ippomene di Guido Reni di alta qualità: studiosi e ricercatori cercano di capire se è autografa.

In Francia è riemersa una versione dell’Atalanta e Ippomene di Guido Reni che secondo il museo che la possiede, il Musée des Beaux-Arts di Libourne, in Aquitania, potrebbe essere un autografo del grande artista bolognese che, com’è noto, ha dipinto almeno due versioni dell’opera, una conservata al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli e l’altra al Prado di Madrid, entrambe esposte di recente assieme a Bologna alla mostra della Pinacoteca Nazionale. Una recente inventariazione delle opere del museo ha consentito al personale di riscoprire un dipinto, inizialmente registrato come copia tarda dell’Atalanta. La direttrice del museo Caroline Fillon e la restauratrice Sophie Jarrosson hanno però deciso di indagare meglio l’opera e grazie anche alle analisi scientifiche eseguite dal entre de recherche et de restauration des musées de France (C2RMF, “Centro di Ricerca e Restauro dei Musei di Francia”), sono arrivati nuovi elementi che, secondo il museo, potrebbero far propendere per l’autografia.

I dubbi sono sorti nel momento in cui, durante le operazioni di restauro dell’opera, Jarrosson si è resa conto della qualità esecutiva della mano di uno dei personaggi, una volta rimosso uno strato di carta giapponese applicato in passato per proteggere l’opera. Poi, esiste un documento, scoperto durante la catalogazione effettuata da Estelle Moulineau, conservatrice del museo, che cita l’opera come un deposito dal Louvre, anche se il museo parigino ha smentito questa informazione dal momento che l’opera non è elencata nell’inventario. Le ricerche d’archivio hanno alla fine svelato il piccolo arcano: è stata infatti identificata una delibera comunale attestante una donazione effettuata nel 1949 da un privato al Comune per il suo museo. Nella delibera si specifica che si tratta di una “très belle copie de 2mx3m d’un Hippomène et Atalante de Guido, dont l’original se trouve au musée de Naples” (“bellissima copia di 2m x 3m di un Ippomene e Atalanta di Guido, il cui originale si trova nel museo di Napoli”. Questa “copia” sarebbe stata dipinta nel XIX secolo.

L'Atalanta e Ippomene del Musée des Beaux-Arts di Libourne dopo la prima fase del restauro
L’Atalanta e Ippomene del Musée des Beaux-Arts di Libourne dopo la prima fase del restauro

Le analisi e il restauro

Parallelamente alla ricerca storica svolta sul dipinto, è stato necessario migliorare la leggibilità dell’opera. È stato quindi avviato un restauro finanziato dal Comune, dagli Amici del Museo e dalla DRAC della Nuova Aquitania (la DRAC è l’omologo francese delle nostre soprintendenze). Il restauro affidato a Sophie Jarrosson ha dapprima rimosso la carta giapponese. Dopo questa rimozione, è stata eliminata anche la vernice che si era ossidata e impediva la visione dei veri colori. Si è così scoperto un dipinto di grande qualità, nonostante i numerosi rimaneggiamenti e le ridipinture più recenti (ai personaggi sono stati anche aggiunti dei sandali). Jarrosson richiama in particolare l’attenzione su uno strato preparatorio di ocra rossa visibile a livello di una lacuna, che potrebbe indicare una datazione più antica. La direttrice ha deciso quindi di interrompere il restauro e di rivolgersi al C2RMF per effettuare ulteriori ricerche sui materiali.

Il C2RMF è un servizio nazionale dipendente dal Ministero della Cultura della Francia. Le sue missioni principali sono due: la ricerca scientifica, incentrata sulla conoscenza delle opere e della loro materialità, e la conservazione-restauro, svolta nei suoi laboratori o attraverso controlli scientifici effettuati in loco. Il C2RMF riunisce le competenze trasversali di storici dell’arte, fisici, chimici, curatori, archeologi, restauratori, addetti alla prevenzione, fotografi, documentaristi, amministratori e tecnici. Le sue attrezzature scientifiche consentono analisi e studi molto approfonditi sui materiali e sulle tecniche di realizzazione. Il Museo di Libourne ha così affidato il dipinto raffigurante Atalanta e Ippomene al Centro di Ricerca e Restauro dei Musei di Francia per le analisi, che si sono svolte tra luglio e dicembre 2024. L’obiettivo dello studio, ancora in corso, è quello di rispondere a diversi interrogativi riguardanti l’apporto di elementi che potrebbero propendere per un’attribuzione, la possibilità di una datazione e la valutazione del suo stato di conservazione. Allo stesso tempo, i risultati di questo studio forniranno risposte essenziali per la prosecuzione del restauro. Poiché il dipinto non è né firmato né datato, saranno necessari ulteriori esami per confermarne l’attribuzione. Tuttavia, gli attuali riscontri, riferisce il museo, contribuiscono alla riscoperta di quest’opera sul tema di Atalanta e Ippomene, nonché alla conferma che non si tratta di una copia tarda, bensì di una versione coeva di altre opere simili.

L’opera è stata sottoposta anzitutto a riflettografia infrarossa e radiografia: le analisi hanno evidenziato cambiamenti nella composizione e nell’esecuzione sia a livello dei corpi sia di alcuni particolari degli abiti aggiunti in seguito e poi eliminati (la corazza e i sandali). I risultati della riflettografia rivelano un disegno di fondo che potrebbe essere caratteristico di un’opera originale, per la presenza di pentimenti (modifica di un dettaglio apportata dall’autore durante lo sviluppo della sua opera con gli stessi materiali dell’opera). Inoltre, i risultati ottenuti dagli esami permettono di correggere la datazione attuale dell’opera (XIX secolo). La radiografia mostra infatti l’uso di una trama a spina di pesce, caratteristica dell’Italia del XVII secolo. Saranno necessari studi sulle ridipinture (materiale pittorico aggiunto dopo la realizzazione su uno strato originale) per individuare interventi successivi. La datazione al XVII secolo può essere confermata anche da ulteriori esami, in particolare da campioni dello strato pittorico. È poi emerso che l’opera è interessata da numerose alterazioni. La radiografia ha poi rivelato lacune profonde. L’esame dei diversi mastici impiegati per colmare le lacune della preparazione, la presenza di pentimenti tardivi, nonché le immagini ottenute con la mappatura a fluorescenza a raggi X consentono di tentare di delineare una cronologia relativa degli interventi di restauro.

Dettaglio del dipinto
Dettaglio del dipinto
Dettaglio del dipinto
Dettaglio del dipinto
Come si presentava l'opera prima del restauro
Come si presentava l’opera prima del restauro
La mano riemersa sotto la carta giapponese
La mano riemersa sotto la carta giapponese
L'opera durante la rimozione delle vernici ossidate
L’opera durante la rimozione delle vernici ossidate
Il sandalo aggiunto
Il sandalo aggiunto

I prossimi passi

Attualmente, informa il Musée des Beaux-Arts di Libourne, si sta formando un comitato scientifico che sosterrà questo studio e la seconda fase di restauro che ne deriverà. L’obiettivo, riferisce l’istituto, è quello di proseguire lo studio e l’analisi per collocare questo dipinto nell’ambito dell’opera di Guido Reni e metterlo in relazione con la versione di Madrid e quella di Napoli.

Sulla base degli studi del C2RMF, all’inizio di febbraio sono iniziati i nuovi lavori di restauro. Dureranno circa cinque mesi e prevedono innanzitutto la pulizia dei vecchi restauri invasivi per individuare la vernice originale sotto le ridipinture e gli stucchi. Verrà poi il momento della reintegrazione cromatica delle alterazioni.

Anche la seconda fase del restauro è affidata a Sophie Jarrosson, che ha già eseguito le prime operazioni di rimozione della carta giapponese e della vernice ossidata. I diversi interventi sono sottoposti al parere della Commissione regionale per il restauro e monitorati da un comitato scientifico composto da membri del museo, del C2RMF, del DRAC e da professionisti specializzati sul pittore o sull’epoca. Questo comitato viene informato sullo stato della ricerca, contribuisce alla sua interpretazione ed è tenuto a decidere determinati interventi (rimozione completa delle ridipinture, limiti degli interventi di reintegrazione, ecc.). Si riunirà in primavera per discutere le recenti scoperte e le conclusioni che se ne possono trarre.

Tutte le ricerche storiche e scientifiche condotte negli ultimi due anni, nonché il proseguimento del restauro, saranno accessibili al pubblico da marzo a giugno 2025 a Libourne. I visitatori potranno assistere in diretta al lavoro della restauratrice e tenersi informati, giorno per giorno, sulle scoperte effettuate, sugli interrogativi e sull’avanzamento delle operazioni.


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