Dal 27 aprile la Pinacoteca Nazionale di Bologna accoglie un ospite illustre: è il Ritratto di Alessandro Farnese attribuito a Sofonisba Anguissola (Cremona, 1532 – Palermo, 1625), in prestito dalla National Gallery of Ireland di Dublino. L’opportunità di ospitare ed esporre il dipinto è determinata dallo scambio per i prestiti concessi dalla Pinacoteca alla mostra Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker che si tiene presso il museo irlandese dal 6 maggio al 27 agosto. Il Ritratto di Alessandro Farnese troverà posto nella sala 20 del nuovo allestimento della sezione del Rinascimento, di fronte alla Visitazione e i santi Giuseppe e Zaccaria del Tintoretto, di ritorno dalle Scuderie del Quirinale dove è stato esposto alla mostra Arte liberata 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra.
Il giovane principe che ci osserva con sguardo deciso è Alessandro Farnese (Roma, 1545 – Arras, 1592), figlio di Ottavio Farnese e di Margherita d’Austria, nipote dell’imperatore Carlo V e di papa Paolo III. Diverrà duca di Parma e Piacenza, militare e diplomatico tra i più illustri del suo tempo, ma qui lo vediamo all’età di circa 15 anni, in un ritratto ufficiale eseguito a Madrid, presso la corte dello zio, il re Filippo II, presso cui il giovane ricevette la propria educazione dal 1559 al 1565.
Seppure nell’ambito di un’attribuzione non accolta da tutti gli studiosi, la Pinacoteca Nazionale di Bologna pensa che il dipinto sia stato eseguito attorno al 1560 da Sofonisba Anguissola (1532-1625), nel primo periodo del suo soggiorno alla corte di Madrid protrattosi sino al 1573. Si tratta della celebre pittrice cremonese ammirata da Vasari e da Michelangelo, celebrata sin dai suoi esordi per la capacità di cogliere non solo le sembianze ma anche l’individualità del soggetto rappresentato.
Sofonisba Anguissola rielabora un precedente ritratto di Alessandro Farnese eseguito da Anthonis Mor conservato a Parma presso la Galleria Nazionale, rinvigorendo i toni ombrosi dell’artista fiammingo con tonalità di bianco, oro e argento, e trasformando il bambino malinconico in un giovane ed elegantissimo principe oramai adolescente. La viva e sensibile consapevolezza di sé del giovane principe emerge dal leggerissimo chiaroscuro del viso che delinea il delicato incarnato, dalla disinvoltura con cui indossa il prezioso abbigliamento, indicativo del rango, che la pittrice descrive con accuratezza e sensibilità materica per le stoffe, i bottoni, la pelliccia di ermellino.
Per tutte le informazioni è possibile visitare il sito della Pinacoteca Nazionale di Bologna.