È terminata la prima parte degli scavi eseguiti alla Villa dei Mosaici di Negrar della Valpolicella, il sito dove nel 2020 era stato scoperto uno splendido pavimento a mosaico. In realtà, le vicende legate ai mosaici scoperti nella frazione Villa del Comune di Negrar, e in particolare nel podere Cortesele, risalgono a molti anni fa. Fin dal 1885, infatti, gli scavi della Soprintendenza misero in luce parte del settore residenziale di una villa romana databile alla tarda età imperiale (fine III-IV secolo d.C.), e da quel momento altri ritrovamenti non tardarono ad arrivare. Tuttavia è soltanto nel 2020 che, grazie ai primi finanziamenti ministeriali, i mosaici pavimentali scoperti nel 1922 per mezzo degli scavi condotti dall’archeologa Tina Campanile sono stati individuati e riportati alla luce.
Gli scavi stratigrafici condotti dalla primavera 2021 hanno confermato che la villa è una ricca ed elegante dimora “a peristilio”, che si estende 3000 metri quadri ed è organizzata attorno ad un vasto spazio centrale, un cortile o giardino interno di circa 400 mq delimitato da un portico colonnato, con caratteristiche architettoniche e decorative paragonabili agli esempi di maggior livello delle coeve residenze dell’aristocrazia romana. I nuovi scavi hanno riportato alla luce nuovi ambienti (non individuati da Tina Campanile negli anni Venti) nel settore meridionale, oltre a nuove porzioni di mosaico precedentemente non note: in particolare, sono stati scoperti parti del pavimento musivo del settore orientale. Al settore settentrionale, che si trova su di un terrazzamento sopraelevato, si arriva attraverso una scalinata: si tratta di un’area della villa decisamente ricca, dove si trovavano vari ambienti adibiti a spazio termale, ovvero lo spogliatoio, l’apodyterium (l’ingresso alle terme), il frigidarium e il calidarium, vale a dire i due ambienti dove si facevano rispettivamente i bagni freddi e quelli caldi.
Le ricerche sono state eseguite sotto la direzione tecnica di Alberto Manicardi della SAP - Società Archeologica e con il contributo della proprietà dell’area, l’Azienda Agricola Benedetti Adriano “La Villa” di Matteo e Simone Benedetti. Un accordo formalizzato con la Società Agricola Franchini permetterà la ripresa, dal 1 settembre, delle ricerche archeologiche nel settore nord-ovest, dove le indagini condotte in precedenza hanno permesso di identificare la presenza di altre strutture. Entro fine anno, ha annunciato in conferenza stampa il soprintendente di Verona, Vincenzo Tinè, termineranno gli scavi stratigrafici. Gli studiosi cercheranno poi di capire meglio la successione delle diverse fasi costruttive del complesso (è ancora in fase di studio la sequenza stratigrafica delle precedenti strutturazioni dell’insediamento, delle quali sono emerse prove in fase di scavo, così come sono emerse prove di abbandono e spoliazione in epoca tardoantica-medievale, alcune delle quali erano state comunque già individuate da Tina Campanile, e di riutilizzo sempre in epoca medievale, quando la villa era ormai interrata e l’area venne destinata a uso agricolo).
Adesso è in fase di studio la musealizzazione della Villa, previsto per il 2022: la Villa dei Mosaici diventerà, in sostanza, un parco archeologico. Per arrivarci sarà necessaria la realizzazione di una copertura (che sarà ecocompatibile e integrata nel paesaggio) e, ovviamente, un percorso museale con valenza didattica, per il quale è prevista anche la realizzazione di apparati multimediali.
Villa dei Mosaici di Negrar, termina la prima parte degli scavi: diventerà un parco archeologico |