Pompei, scoperta un'iscrizione che ha sorpreso gli archeologi


A Pompei è stata scoperta un’iscrizione che ha sorpreso gli archeologi, perché ci dà informazioni nuove addirittura sulla storia della Spagna. Ecco perché.

Una sorprendente scoperta a Pompei ci regala nuove informazioni sulla storia della Spagna tra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo. Si tratta di un’iscrizione che ci parla di una brillante carriera militare seguita da un ritiro tranquillo a Pompei, oggi simbolo dell’archeologia mondiale, all’epoca cittadina campana rinomata per la bellezza del paesaggio e le vedute sul golfo di Napoli, che attirava anche personaggi illustri come Cicerone e Agrippa. È questo il profilo delineato dall’iscrizione su una tomba recentemente scoperta durante i lavori di realizzazione di un’intercapedine, destinata a risanare dall’umidità gli ambienti sotterranei dell’edificio di San Paolino, nuova sede della biblioteca del Parco Archeologico di Pompei.

La scoperta è stata resa nota oggi sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, la rivista online che informa “in tempo reale” sulle nuove scoperte e ricerche in corso nel sito archeologico. Come alcuni giorni fa il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha dichiarato in un’intervista a Ilaria Baratta su Finestre sull’Arte, da qualche tempo infatti le notizie delle nuove scoperte non escono se non è pronto anche l’articolo scientifico di supporto.

La lettura e interpretazione dell’iscrizione sono state condotte da Maria Chiara Scappaticcio, Professore Ordinario di lingua e letteratura latina all’Università Federico II di Napoli, e Alberto Dalla Rosa, Professore Ordinario di Storia Romana all’Université Bordeaux Montaigne.

Lo scavo per l’intercapedine aveva inizialmente rivelato le due estremità della tomba, di forma semicircolare e appartenente alla tipologia delle tombe “a schola”, ben nota a Pompei. Queste tombe consistono in una panchina emiciclica in tufo, decorata alle estremità con zampe di leone. Di fronte a questa scoperta, i responsabili del Parco hanno deciso di ampliare lo scavo e musealizzare il monumento funerario nei pressi della nuova biblioteca. Il monumento può essere datato al regno dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.).

L’iscrizione sullo schienale della panchina ha rivelato l’identità del defunto, riservando più di una sorpresa agli archeologi: N(umerio) AGRESTINO N(umerii) F(ilio) EQUITIO PULCHRO TRIB(uno) MIL(itum) PRAEF(ecto) AUTRYGON(um) PRAEF(ecto) FABR(um) II D(uum) V(iro) I(ure) D(icundo) ITER(um) LOCUS. L’iscrizione prosegue in lettere più piccole, situate al centro dello schienale: SEPULTURAE DATUS D(ecreto) D(ecurionum).

Tradotto, l’epitaffio recita: “A Numerius Agrestinus, figlio di Numerius, Equitius Pulcher, tribuno militare, prefetto degli Autrygoni, prefetto del genio militare, Duumvir per la giurisdizione (ovvero detentore della magistratura più alta nella città di Pompei) per due volte, il luogo della sepoltura (fu) dato su decreto del consiglio della città.”

Il primo dato sorprendente è che lo stesso personaggio è noto da un’altra iscrizione funeraria nella necropoli di Porta Nocera, dove sua moglie, Veia Barchilla, aveva eretto un monumento cilindrico per sé stessa e per il marito. Solo successivamente il consiglio dei decurioni avrebbe decretato di onorare Numerius Agrestinus con un monumento su suolo pubblico.

Un altro elemento nuovo è la carica di “praefectus Autrygonum”. Gli Autrygoni, o Autrigoni, erano un popolo delle regioni settentrionali della penisola iberica, dove Augusto fu impegnato nelle “guerre cantabriche” tra il 29 e il 19 a.C., con l’obiettivo di completare l’occupazione della Spagna. Si tratta di una carica finora non attestata che offre nuove prospettive storiche sulla struttura del potere romano durante la transizione verso il modello imperiale.

“La scoperta della tomba di Numerius Agrestinus rappresenta un ulteriore, importante risultato di un progetto connesso alla ristrutturazione degli edifici demaniali nell’area di San Paolino, che già nel 2017, nell’ambito del Grande progetto Pompei, sotto la mia direzione, ha permesso di portare in luce straordinari rinvenimenti”, commenta il Direttore generale Musei, Massimo Osanna. “Questo ritrovamento, così come quello, risalente ad alcuni anni fa, nella stessa area, della tomba monumentale di Nigidius Alleius Maius, con un’iscrizione funeraria che si sviluppa per 4 metri, la più lunga mai scoperta in città, contribuisce a gettare nuova luce sulla storia e sulla società dell’antica Pompei. Si tratta di scoperte che rappresentano occasioni di conoscenza, ma anche di valorizzazione di uno straordinario patrimonio archeologico, fondamentale per preservare la memoria del passato e per trasmetterla alle generazioni future”.

“Vediamo emergere qui la rete del potere che collegava le élites dell’impero, ai cui membri chiedeva l’impegno nelle aree di conflitto, con la promessa di ricompense economiche ma soprattutto di prestigio sociale nella comunità di residenza”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. “Aver ricoperto ben due volte la magistratura più alta di Pompei, il duumvirato, ed essere stato onorato con un monumento funerario su suolo pubblico, sono espressioni di riconoscimento e lealtà verso qualcuno che si era letteralmente battuto in prima linea per la causa dell’impero. La scoperta inattesa di questo monumento è l’ennesimo esempio di come a Pompei la tutela, la ricerca e la valorizzazione siano strettamente intrecciate tra di loro”.

L'iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L’iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L'iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L’iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L'iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L’iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L'iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L’iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L'iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei
L’iscrizione nella tomba di Numerius Agrestinus scoperta a Pompei

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