A Civita Giuliana, nella villa suburbana a nord di Pompei nella quale sono stati avviati gli scavi nel 2017 e dove nel febbraio 2021 è stato rinvenuto un carro cerimoniale da parata a quattro ruote in ottime condizioni di conservazione, è stato scoperto un ambiente che si pensa fosse destinato agli schiavi che lavoravano nella villa.
Il rinvenimento è avvenuto poco lontano dal portico dove è stato scoperto il carro cerimoniale, attualmente oggetto di interventi di consolidamento e restauro: un ambiente in buone condizioni di conservazione.
Qui sono stati ritrovati una cassa in legno contenente oggetti in metallo e in tessuto che probabilmente facevano parte dei finimenti dei cavalli, il timone di un carro, e tre brandine in legno. Queste ultime sono composte da poche assi lignee lavorate che potevano essere assembrate a seconda dell’altezza di chi li usava: due della lunghezza di 1,70 metri circa, mentre un altro della lunghezza di 1,40 metri, che farebbe pensare all’altezza di un ragazzo o di un bambino. La rete dei letti è formata da corde di cui le impronte sono parzialmente leggibili nella cinerite e al di sopra delle quali vennero messe coperte in tessuto, anch’esse conservate come cavità nel terreno. Sotto le brandine si trovavano pochi oggetti personali, tra cui anfore poggiate per conservare oggetti privati, brocche in ceramica e il “vaso da notte”. L’ambiente era illuminato da una piccola finestra in alto e non presentava decorazioni sulle pareti.
Oltre ad avere funzione di dormitorio, forse l’ambiente veniva utilizzato anche come ripostiglio, poiché sono state ritrovate anche anfore stipate negli angoli.
Lo scavo dell’ambiente rientra in un’attività che il Parco Archeologico di Pompei sta portando avanti insieme alla Procura di Torre Annunziata.
“Si tratta di una finestra nella realtà precaria di persone che appaiono raramente nelle fonti storiche, scritte quasi esclusivamente da uomini appartenenti all’élite, e che per questo rischiano di rimanere invisibili nei grandi racconti storici”, ha dichiarato il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel. “È un caso in cui l’archeologia ci aiuta a scoprire una parte del mondo antico che conosciamo poco, ma che è estremamente importante. Quello che colpisce è l’angustia e la precarietà di cui parla questo ambiente, una via di mezzo tra dormitorio e ripostiglio di appena 16 metri quadrati, che possiamo ora ricostruire grazie alle condizioni eccezionali di conservazione create dall’eruzione del 79 d.C.”.
Ph.Credit Parco Archeologico Pompei
Pompei, a Civita Giuliana scoperto un ambiente forse destinato a schiavi |