Puntata 4 - 16 maggio 2014
Durata: 34'56"
Clicca qui per il download diretto
Basterebbero solo i cinque aggettivi usati da Giorgio Vasari nelle sue Vite (animoso, fiero, vivace, prontissimo e terribilissimo) per descrivere l'indole e l'arte di Benvenuto Cellini, che fu probabilmente il primo artista della storia dell'arte a creare da solo il mito di se stesso: notissima è la sua autobiografia. Uomo dal carattere violento (commise alcuni omicidi), capace di forti passioni sia verso le donne sia, soprattutto, verso gli uomini (fu più volte accusato di sodomia), ma soprattutto capace di un'arte estremamente raffinata, dovuta in gran parte alla sua iniziale formazione come orefice, Benvenuto Cellini è stato il più raffinato ed elegante scultore manierista. Non sono molte le opere che di lui ci sono rimaste, ma sono tutte opere di altissimo livello: con la puntata di oggi e con Ilaria e Federico scopriamo uno dei più discussi, bizzarri, stravaganti e geniali artisti della storia dell'arte italiana.
Immagine: Perseo (particolare),
1545-1554; bronzo su base di marmo, altezza 519 cm; Firenze, Loggia dei Lanzi.
1500 | Benvenuto Cellini nasce a Firenze il 3 novembre da Giovanni d'Andrea ed Elisabetta Granacci. Il padre, di professione muratore, si diletta come pifferaio e suona nell'orchestra di Firenze. Tenta di avviare il figlio alla carriera musicale, e malgrado anche Benvenuto inizi a coltivare questa passione, si rivolge ben presto all'arte. |
1513 | Entra nella bottega di Michelangelo Brandini (il padre di Baccio Bandinelli, il cui vero nome era Bartolomeo Brandini). |
1516 | È coinvolto in una rissa ed è costretto a lasciare Firenze. Si trasferisce quindi a Siena dove frequenta le botteghe di orafi locali. Lascia Siena l'anno successivo per fare tappa prima a Bologna e poi a Pisa. |
1519 | È di nuovo a Firenze, ma l'anno successivo si trasferisce a Roma per lasciarla nel 1521 facendo ritorno a Firenze. |
1521 | Benvenuto è ancora costretto a lasciare la sua città natale: è coinvolto in una rissa contro alcuni membri della famiglia Guasconti (erano orafi), durante la quale ferisce con il pugnale due giovani. Condannato a morte in contumacia, ripara a Roma. Nella capitale dello Stato Pontificio inizia lo studio di Raffaello e Michelangelo. |
1525 | Benvenuto Cellini si riappacifica con i Guasconti e la condanna a morte decade. |
1527 | Partecipa attivamente alla difesa di Castel Sant'Angelo durante il Sacco di Roma: nella sua “Vita”, si vanta di aver sparato il colpo di archibugio che uccise Carlo III di Borbone. Lascia però Roma e si trasferisce a Mantova dove lavora per i Gonzaga in qualità di orafo. È del periodo mantovano la sua prima opera nota, il sigillo del cardinale Ercole Gonzaga conservato presso la curia vescovile di Mantova. |
1529 | L'artista è di nuovo a Roma, dove viene nominato “Maestro delle Stampe” da Clemente VII. |
1530 | Commette un omicidio uccidendo l'assassino di suo fratello, ma dato l'appoggio del papa non subisce gravi conseguenze. Iniziano tuttavia a circolare maldicenze sul suo conto, che lo porteranno a lasciare Roma nel 1533, peraltro dopo l'ennesima aggressione. |
1533 | È a Napoli, dove crea la medaglia di Clemente VII per riguadagnare il suo favore. |
1534 | Commette un altro omicidio: la vittima questa volta è Pompeo de Capitaneis, un orafo milanese suo rivale. Riesce a scamparla grazie a un salvacondotto di papa Paolo III. |
1540 | Dopo aver passato parte del 1539 in prigione a Roma, in quanto accusato di essersi appropriato di alcuni beni di Clemente VII durante il Sacco, lascia l'Italia e si trasferisce a Parigi dove lavora per Francesco I di Francia. Per il sovrano francese inizia a realizzare la celeberrima Saliera (oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna), completata nel 1543. |
1542 | Inizia a lavorare alla Ninfa di Fontainebleau per il castello di Fontainebleau. L'opera sarà terminata nel 1543 ma non sarà mai collocata nel castello. A Fontainebleau, Benvenuto conosce il Rosso Fiorentino e tutti gli artisti italiani che lavoravano nel castello. |
1545 | Torna a Firenze dove esegue il busto per Cosimo I de' Medici, terminato nel 1548. Nello stesso anno gli viene commissionata la sua opera più famosa: il Perseo per la Loggia dei Lanzi a Firenze, che sarà terminato, dopo diverse traversie, nel 1554. |
1549 | È questo l'anno in cui avviene la fusione della parte più importante del Perseo, ovvero la figura dell'eroe. |
1556 | Finisce nuovamente in galera (a causa di un'aggressione). |
1557 | Accusato di sodomia da un suo garzone, viene condannato a una pesante pena pecuniaria e a quattro anni di carcere. Passerà però solo alcuni mesi in prigione. |
1558 | Consumato dalle fatiche per la realizzazione del Perseo, Benvenuto lascia l'arte e si dedica esclusivamente alla stesura della sua autobiografia, che sarà però pubblicata postuma, nel Settecento. Tuttavia, tenta di partecipare l'anno successivo all'assegnazione della committenza per la statua delNettuno, senza riuscirci (l'incarico sarà affidato a Bartolomeo Ammannati). |
1563 | Viene eletto accademico della neonata Accademia e Compagnia delle Arti del Disegno fondata da Cosimo I. |
1565 | Inizia la stesura dei suoi due trattati, il Trattato dell'oreficeria e il Trattato della scultura, che saranno dati alle stampe tre anni dopo. |
1566 | Termina la scrittura della Vita. |
1571 | Scompare a Firenze il giorno 13 febbraio. |