Val Cenischia e Moncenisio, cosa vedere: 10 luoghi da non perdere


Cosa vedere in Val Cenischia e attorno al Moncenisio: i 10 luoghi da non perdere.

La Val Cenischia è una delle valli più belle del Piemonte: situata nell’ovest della regione, laterale alla Val di Susa, è formata dal torrente Cenischia ed è nota per la sua bellezza naturale, la sua ricca storia e la sua cultura mista (la parte alta della valle è infatti francese). Circondata da maestose montagne delle Alpi Cozie, la valle concede la possibilità di godersi, d’estate, passeggiate in mezzo a verdi pascoli e fiori selvatici, mentre in inverno diventa meta ideale degli appassionati di sport sulla neve. E poi la Val Cenischia, nonostante il suo territorio di dimensioni ridotte, è punteggiato di antiche chiese, castelli e musei che raccontano la storia della valle e delle sue comunità. La Val Cenischia è anche un luogo ideale per chi cerca tranquillità e relax: le piccole comunità montane di questo territorio sono ancora in grado di offrire un’atmosfera pacifica e autentica. Dallo spettacolo del Moncenisio all’arte antica del borgo di Novalesa, attraverso boschi e sentieri di montagna, c’è molto da vedere in Val Cenischia. Ecco di seguito dieci luoghi da non perdere.

1. Colle del Moncenisio

Il Colle del Moncenisio (Col du Mont-Cenis in francese) è un importante valico di montagna situato tra la Francia e l’Italia. È uno dei passi più elevati delle Alpi Occidentali, con un’altitudine di circa 2.083 metri sul livello del mare. Il colle è celebre per il suo paesaggio spettacolare (anche uno dei più grandi pittori dell’Ottocento, William Turner, l’ha raffigurato in un suo famoso dipinto) e ha una storia ricca, legata principalmente alla sua importanza strategica. Durante il Medioevo fu utilizzato come una delle rotte principali attraverso le Alpi e nel corso dei secoli, è rimasto un importante punto di attraversamento tra Francia e Italia. Oggi, il Colle del Moncenisio è attraversato dalla strada D1006 in Francia e dalla strada statale 25 in Italia. In territorio francese è possibile fare un’escursione al Lago del Moncenisio (Lac du Mont-Cenis in francese), un lago artificiale situato creato nel Novecento a seguito della costruzione di una diga per scopi idroelettrici. Il lago, con le sue acque cristalline e le montagne circostanti, offre un paesaggio di grande bellezza. Infine, nella zona circostante al Colle del Moncenisio, ci sono vari forti militari che testimoniano l’importanza strategica di questa posizione durante il passato: Fort Variselle, Fort de Malamot, Fort de Pattacreuse, Fort de Ronce.

Colle e Lago del Moncenisio. Foto: Iron Bishop
Colle e Lago del Moncenisio. Foto: Iron Bishop

2. Moncenisio

Sono appena 49 gli abitanti del piccolissimo Comune di Moncenisio, il quarto meno popoloso d’Italia, ma questo antico borgo (noto come “Ferrera Cenisio” fino a prima della seconda guerra mondiale) serba un grande fascino. Moncenisio ha una storia che risale probabilmente al Medioevo, quando il colle diventò un importante crocevia per i viaggiatori che attraversavano le Alpi (tra Seicento e Ottocento, periodo di massimo sviluppo, sorsero qui addirittura quattro alberghi). L’apertura della strada napoleonica del Moncenisio, l’attuale Statale 25, tagliò fuori il piccolo borgo dalle vie di comunicazione e ne fermò lo sviluppo: per questo il suo aspetto odierno, col paese che conserva un’architettura tradizionale di montagna, con edifici in pietra e tetti di ardesia, si presenta così ben conservato.

Moncenisio. Foto: Wikimedia/Sbisolo
Moncenisio. Foto: Wikimedia/Sbisolo

3. Abbazia della Novalesa

Fondata nell’anno 726 e situata nel cuore della Val Cenischia, l’Abbazia di Novalesa è dal 1973 oggetto delle cure dei benedettini della Congregazione Sublacense Cassinese dell’Ordine di san Benedetto. Questa abbazia è una delle più importanti testimonianze dell’arte romanica nella regione (soprattutto per le cappelle che la circondano) e ha una storia ricca che risale all’VIII secolo. La chiesa ababaziale, dedicata ai Santi Pietro e Andrea, è il risultato dei rimaneggiamenti settecenteschi della preesistente chiesa dell’XI secolo, della quale rimangono importanti affreschi, come una Lapidazione di santo Stefano, ma sono presenti anche alcune pitture tardogotiche attribuite ad Antoine de Lonhy (il resto della chiesa è invece in stile barocco). L’abbazia è circondata da uno splendido parco abbaziale dove è possibile visitare quattro antiche cappelle medievali: quella di Santa Maria (VIII-IX secolo), quella del Santissimo Salvatore (XI secolo), quella di San Michele (VIII secolo, modificata nel IX) e quella di San Eldrado, dell’XI secolo, con due cicli di affreschi coevi ottimamente conservati.

Affreschi nella cappella di Sant'Eldrado. Foto: Lorenzo Rossetti
Affreschi nella cappella di Sant’Eldrado. Foto: Lorenzo Rossetti

4. Novalesa

Il borgo di Novalesa è uno dei più affascinanti della valle. Questo antico borgo ha una storia ricca, legata soprattutto alla sua posizione lungo la strada che attraversava il Moncenisio, ed è circondato da uno scenario naturale che offre splendidi panorami. Inoltre, la sua storia è intimamente legata a quella dell’Abbazia di Novalesa, che nel Medioevo divenne un importante centro religioso e influenzò notevolmente la vita del villaggio circostante. Nel borgo di Novalesa, è possibile ammirare edifici storici con un’architettura tipica delle Alpi, caratterizzata da facciate in pietra, tetti di ardesia e balconi fioriti. La ricchezza artistica del borgo si deve proprio alla sua posizione. Da vedere la chiesa di Santo Stefano Protomartire, che tra le varie opere conserva uno splendido polittico della bottega di Antoine de Lonhy, l’attiguo Museo Diocesano d’Arte Sacra dove si trova anche una copia seicentesca della Crocifissione di San Pietro di Caravaggio, e la Casa degli Affreschi, una locanda medievale ben conservata (in tutto l’arco alpino se ne conosce soltanto un altro esempio). Chiesa di San Pietro: La chiesa di San Pietro, situata nel cuore di Novalesa, è un edificio di grande importanza storica ed è associata all’abbazia. La chiesa presenta uno stile romanico e custodisce affreschi e opere d’arte religiosa.

Il polittico della bottega di Antoine de Lonhy. Foto: Francesco Bini
Il polittico della bottega di Antoine de Lonhy. Foto: Francesco Bini

5. Il Museo etnografico di vita montana in Val Cenischia

Si trova a Novalesa ed è stato aperto nel 1972 da un’idea di un docente locale, Giuseppe Ferrero, e di un gruppo di appassionati di tradizioni della valle. Il Museo etnografico di vita montana in Val Cenischia, situato in un antico stabile del centro storico di Novalesa, offre la precisa e fedele ricostruzione di una casa della Val Cenischia del passato, per rievocare la vita quotidiana della valle in tempi antichi. Oggetti d’uso quotidiano, mobilia, strumenti di lavoro, suppellettili e molto altro per far immergere il pubblico, attraverso un’esposizione di due piani, nella vita della valle, tra il lavoro prevalentemente agricolo e artigianale, e gli ambienti domestici come la cucina, la camera, la stanza da lavoro. E poi ancora costumi, documenti e reperti storici.

Il Museo etnografico di vita montana in Val Cenischia
Il Museo etnografico di vita montana in Val Cenischia

6. Venaus

Venaus è situata all’imbocco della Val Cenischia, proprio all’inizio della strada che porta al Moncenisio. Noto per la sua posizione (si trova in mezzo ai prati circondati da vette maestose), ha una storia che risale a tempi antichi ed è stato un importante punto di passaggio per i viaggiatori che attraversavano le Alpi. L’architettura di Venaus è tipicamente alpina: il borgo conserva infatti un aspetto tradizionale e affascinante che richiama la sua storia antica. La chiesa parrocchiale di Venaus, dedicata ai santi Biagio e Agata, è il centro della vita religiosa del paese. Venaus è nota anche perché mantiene vive molte delle sue tradizioni alpine: la più famosa è di sicuro la particolarissima danza degli spadonari, danzatori che impugnano spade vestendo ricchi costumi damascati (questa danza popolare si tiene in occasione della festa dei santi patroni Biagio, il 3 febbraio, e Agata, il 5 giorni, con replica la domenica successiva). Per chi dovesse trovarsi a viaggiare a inizio febbraio in Val Cenischia, la danza degli spadonari di Venaus è un evento da non perdere.

Venaus
Venaus

7. Il Museo diocesano d’arte sacra di Giaglione

Insieme al Museo d’Arte Sacra d Novalesa è il più importante museo d’arte della Val Cenischia. Si trova nei locali della parrocchiale di San Vincenzo martire nel centro del borgo di Giaglione e conserva una pregevole collezione d’arte sacra antica proveniente da chiese del territorio di Giaglione e dintorni. Aperto nel 1972, il museo presenta una collezione con pezzi che vanno dal Quattrocento fino al XX secolo: si tratta soprattutto di sculture in legno, la forma d’arte più tipica del territorio. E poi ancora dipinti, oreficerie, paramenti sacri che offrono la possibilità di compiere un interessante viaggio nell’arte alpina dei tempi antichi.

Il Museo diocesano d'arte sacra di Giaglione
Il Museo diocesano d’arte sacra di Giaglione

8. Il Lago Arpone

Ci si arriva con una passeggiata che parte da Bar Cenisio, frazione del Comune di Venaus, attraverso un sentiero che porta fino a quota 1.821 metri d’altitudine: è qui che si trova il Lago Arpone, circondato da uno spettacolare paesaggio naturale, in mezzo a un bosco di abeti, ai piedi del ghiacciaio di Bard e di fronte al monte Rocciamelone. Aperto come invaso artificiale che alimentava due centrali idroelettriche della zona, oggi è semplicemente un laghetto alpino meta di escursioni ma anche di pesca sportiva: è questa l’attività principale che caratterizza il lago fin dal 1979 (per pescare nel lago occorre corrispondere il pagamento di una quota). Proseguendo il sentiero, è possibile salire di circa un centinaio di metri e, con tre quarti d’ora di cammino, raggiungere il lago Roterel.

Il Lago Arpone
Il Lago Arpone. Foto: Pescatori Val Cenischia

9. L’Ecomuseo Le Terre al Confine

L’Ecomuseo Terre al Confine è un progetto culturale e turistico dedicato alla promozione e alla preservazione della cultura e delle tradizioni delle comunità locali della Val Cenischia. L’ecomuseo copre un’ampia area geografica che comprende diversi comuni della Val Cenischia, consentendo ai visitatori di esplorare e comprendere meglio il contesto culturale e naturale della regione. La sede principale è tuttavia nei locali dell’ex dopolavoro dei doganieri, oggetto di recente restauro: qui si trova un percorso etnografico tra la vita quotidiana e i mestieri tradizionali della Val Cenischia, oltre ad approfondimenti sulle leggende, sulle feste, sui costumi locali. Fanno parte dell’Ecomuseo anche l’antico forno comunale e l’ex mulino, con percorsi dedicati rispettivamente alle antiche tecniche di panificazione e al mondo del lavoro dei tempi antichi. L’Ecomuseo offre dunque ai visitatori l’opportunità di esplorare le tradizioni, la cultura e la bellezza di questa affascinante regione alpina, consentendo loro di immergersi in un’esperienza autentica.

Ecomuseo Le Terre al Confine
Ecomuseo Le Terre al Confine

10. La Val Clarea

È una piccola valle laterale della Val Cenischia, formata dal torrente Clarea e che comincia all’altezza del borgo di Giaglione. È una gettonata meta di escursioni e trekking perché c’è molto da vedere: gli scenografici paesaggi naturali (è forse la zona più selvaggia della Val Cenischia), gli antichi mulini situati nella valle, le cascate di ghiaccio, le falesie.

La Val Clarea
La Val Clarea

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