Trieste, cosa vedere: i 10 luoghi da non perdere


Cosa vedere a Trieste: guida ai 10 luoghi da non perdere nel capoluogo della Venezia Giulia.

Dicono che Trieste sia la città più mitteleuropea d’Italia. Quel che è certo è che, oltre a essere una città meravigliosa, è da secoli luogo d’incontro di culture diverse, città multicolore, dove sempre si sono parlate diverse lingue, porto aperto al mondo, città colta ed elegante. Trieste si affaccia sul suo golfo, un porto naturale situato nella parte più a nord del mar Adriatico e sferzato d’inverno dalla bora, il vento che scende da nord-est e s’incunea tra i palazzi della città, con le sue famose raffiche violente e improvvise. Trieste è ponte tra l’Italia e l’Europa dell’est: il confine con la Slovenia è a due passi, e la città stessa è italiana da relativamente poco tempo. La Tergeste romana fiorì soprattutto in età imperiale, per passare ad avere un’importanza più che secondaria durante il Medioevo. Le sue sorti furono legate dapprima a quelle di Aquileia, poi, dal 1382, a quelle del Sacro Romano Impero, di cui Trieste fece parte fino al 1806. Occupata dai francesi in epoca napoleonica, tornò all’Austria con la restaurazione, e austriaca rimase fino al 1918, diventando però, in epoca risorgimentale, il maggior centro dell’irredentismo italiano assieme a Trento. Fu solo dopo la prima guerra mondiale che Trieste poté essere annessa all’Italia, per poi tornare oggetto di disputa a seguito del secondo conflitto mondiale, quando fu contesa tra l’Italia, che desiderava mantenerla suolo patrio, e la Jugoslavia che intendeva invece annettere la città di Trst, come si dice Trieste in lingua slava. Il Trattato di Parigi del 1947 istituì il Territorio Libero di Trieste, Stato indipendente che però mai si costituì: la contesa venne risolta solo nel 1954, quando il memorandum di Londra assegnò Trieste all’Italia e Capodistria alla Jugoslavia. Oggi Trieste è una città raffinata e cosmopolita e tante sono le meraviglie che qui si possono vedere. Proviamo a elencarne dieci da cui partire per il proprio viaggio alla scoperta del capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.

1. Piazza Unità d’Italia

Per i triestini è semplicemente “Piazza Unità”, per tutto il mondo è Piazza Unità d’Italia, il cuore di Trieste, la sua veduta più famosa, il centro della vita sociale e amministrativa della città, una delle piazze più belle ed eleganti d’Italia, con la sua pianta rettangolare che si affaccia direttamente sul Golfo di Trieste, ed è sede di tutti i palazzi del potere locale. Il lato verso la città è chiuso dall’ottocentesco Palazzo del Municipio, realizzato in stile eclettico dall’architetto triestino Giuseppe Bruni: famoso per la sua torre centrale, la torre dell’orologio, dove due automi, soprannominati dai triestini Mikez e Jakez (Michele e Giacomo) battono le ore (gli originali si trovano al Museo del Castello di San Giusto, sostituiti da copie nel 1972). Lungo la piazza si allineano poi altri splendidi palazzi ottocenteschi: il Palazzo del Lloyd Adriatico, oggi sede della Regione; il Palazzo della Luogotenenza Austriaca, che è invece sede della Regione Friuli-Venezia Giulia; il Palazzo Stratti, che al pianterreno ospita il Caffè degli Specchi, noto per la sua eleganza e le sue frequentazioni letterarie; il Palazzo Modello, sede di una società di distribuzione di servizi; il Grand Hotel Duchi d’Aosta; il Palazzo Pitteri, risalente alla fine del Settecento, e il più antico palazzo della Piazza. Al centro della piazza si ammira invece la Fontana dei Quattro Continenti, eseguita tra il 1751 e il 1754 da Giovanni Battista Mazzoleni, e lì vicino la statua dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo.

Piazza Unità d'Italia. Foto: Diego Delso
Piazza Unità d’Italia. Foto: Diego Delso

2. Il colle di San Giusto e la Cattedrale

Il colle di San Giusto è il nucleo più antico di Trieste, il cuore della città medievale. Si trovano qui diverse testimonianze di grande rilievo: i resti del foro romano, la Cattedrale di San Giusto, il Castello. Quest’ultimo, antica fortezza quattrocentesca ricostruita poi nel Settecento, oggi ospita il Museo del Castello di San Giusto, che attraverso una ricchissima esposizione di reperti, opere d’arte, armi e molto altro racconta la storia antica della città. La cattedrale, principale edificio di culto cittadino, è anche una delle chiese romanico-gotiche più interessanti del nord Italia. Costruita tra il 1302 e il 1320 come risultato dell’unione di due chiese preesistenti, si fa notare per la sua facciata sulla quale spicca il rosone in pietra carsica e a cui è addossato il tozzo campanile squadrato. L’interno, sobrio e austero, ha conservato il suo aspetto antico: da vedere, in particolare, i mosaici bizantini che decorano le absidi laterali, risalenti al XII secolo e quindi appartenenti agli edifici più antichi su cui è stata costruita l’odierna cattedrale. Una curiosità: nel Tesoro della Cattedrale è conservata l’alabarda di san Sergio, simbolo della città (la si trova anche nel suo stemma): secondo una leggenda, l’alabarda cadde dal cielo su Trieste il giorno in cui Sergio, che era triestino, subì il martirio in terra persiana.

La Cattedrale di San Giusto. Foto: Francesco Schillaci
La Cattedrale di San Giusto. Foto: Francesco Schillaci

3. Il Museo Revoltella

Il Museo Revoltella è il principale museo d’arte cittadino e trae origine dalla ricca collezione del barone Pasquale Revoltella (Venezia, 1795 - Trieste, 1869), che lasciò alla città diversi suoi beni, inclusa l’intera collezione d’arte, che fu sistemata a museo nel 1872 all’interno del palazzo ottocentesco dove visse il barone, progettato dall’architetto tedesco Friedrich Hitzig e anch’esso lasciato in dono alla città. La raccolta conserva opere d’arte che riflettono il gusto, l’aggiornamento e la modernità del grande collezionista, ma la collezione fu in seguito ampliata dal Comune e oggi le opere conservate al Museo Revoltella consentono di farsi una buona idea delle vicende dell’arte italiana tra il secondo Ottocento e il primo Novecento, con lavori di artisti quali Antonio Canova, Giuseppe De Nittis, Gaetano Previati, Felice Casorati, Carlo Carrà, Mario Sironi, fino ad arrivare agli anni Cinquanta e Sessanta con nomi come Antonio Corpora, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana. Chi invece predilige la storia antica troverà molto da vedere al Museo d’Antichità Johann Joachim Winckelmann, il museo archeologico di Trieste, intitolato alla memoria del grande teorico del neoclassicismo ucciso a Trieste, con collezioni egizie, romane, preistoriche, e molto altro.

Il Museo Revoltella
Il Museo Revoltella

4. I musei letterari

Le vicende di Trieste sono immancabilmente legate, in letteratura, alle figure di Italo Svevo, originario della città, e di James Joyce, che soggiornò a lungo a Trieste. A loro sono dedicati due musei, il Museo Sveviano e il Museo Joyciano. Nel primo, documenti e oggetti appartenuti a Italo Svevo, oltre a manoscritti originali, fotografie, lettere e una biblioteca con tutte le edizioni delle opere sveviane in lingua originale e nelle varie traduzioni. Presente inoltre la principale raccolta mondiale di letteratura critica su Italo Svevo. Una curiosità: il 19 dicembre, in occasione della ricorrenza della nascita dello scrittore, il museo lo celebra con una manifestazione chiamata “Buon Compleanno Svevo”. Il Museo Joyciano raccoglie invece materiali che documentano il soggiorno triestino dello scrittore irlandese: non manca una sezione dedicata al suo rapporto con Italo Svevo. C’è poi anche un terzo museo letterario: è il Museo Petrarchesco Piccolomineo, che accoglie un’importante collezione di codici miniati, libri antichi e opere d’arte lasciati in eredità alla Biblioteca di Trieste dal conte Domenico Rossetti de Scander. Il nome è dovuto al fatto che sono qui conservate le prime edizioni a stampa del Canzoniere e dei Trionfi di Petrarca, oltre a una lettera autografa del grande umanista Enea Silvio Piccolomini, alias papa Pio II.

Il Museo Sveviano
Il Museo Sveviano

5. La Sinagoga di Trieste

Aperta nel 1912, la Sinagoga di Trieste è uno dei templi ebraici più grandi al mondo, simbolo più evidente e riconoscibile della grandezza della comunità ebraica che fin da tempi antichi abita a Trieste. È un grande tempio in cemento realizzato in stile orientale, con un grande rosone sulla facciata, e cupole che ricordano gli edifici del Medio Oriente. La Sinagoga può rappresentare una prima tappa alla scoperta dell’ebraismo a Trieste, da continuare magari con una visita al Museo della Comunità Ebraica “Carlo e Vera Wagner” aperto nel 1993, dove è possibile conoscere la storia della comunità ebraica triestina attraverso gli oggetti provenienti dalle sinagoghe presenti in città prima che venissero smantellate per far posto all’attuale edificio del primo Novecento, oggetti che raccontano la vita e i rituali degli ebrei, e molto altro. È stata convertita in museo anche la famigerata Risiera di San Sabba, l’ex stabilimento ottocentesco per la lavorazione del riso, trasformato in epoca fascista in un campo di concentramento (dal 1965 è monumento nazionale, aperto ai visitatori dal 1975).

La Sinagoga di Trieste
La Sinagoga di Trieste

6. Piazza della Borsa

Se Piazza Unità d’Italia è sempre stata il centro amministrativo di Trieste, Piazza della Borsa, che si trova immediatamente dietro la piazza più famosa, ne è invece il principale centro economico, fin dall’epoca in cui sorgeva qui la dogana cittadina. La piazza è dominata dall’edificio della Borsa, costruito nel 1806 in stile neoclassico, con forme che ricordano quelle di un tempio antico, come sede della borsa merci fondata nel Settecento. Poi, nel 1844, la borsa venne trasferita nel vicino Palazzo del Tergesteo e operò fino al 1997, quando fu chiusa, come tutte le altre borse del paese, che vennero fuse nell’unica Borsa Italiana. Oggi il Palazzo della Borsa ha mantenuto comunque la sua vocazione economica, in quanto sede della Camera di Commercio.

Piazza della Borsa
Piazza della Borsa

7. Palazzo Gopcevich

Palazzo Gopcevich sorge al centro del Borgo Teresiano, il quartiere settecentesco iniziato sotto l’imperatore Carlo VI per far sviluppare ulteriormente la città attorno al suo porto, è uno degli edifici più curiosi del centro di Trieste: progettato nel 1850 da Giovanni Andrea Berlam per l’armatore serbo Spiridon Gopčević (Spiridione Gopcevich), si distingue per la sua facciata eclettica (uno dei primi esempi di questo stile a Trieste), con un disegno geometrico rosso e giallo e per le statue e i fregi. Il palazzo è stato acquistato nel 1998 dal Comune di Trieste e oggi è sede del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, dedicato alla vita teatrale di Trieste dal Settecento in poi: il pubblico può osservare costumi di scena, strumenti musicali, locandine, manifesti, documenti, fotografie, manoscritti, opere d’arte, il tutto raccolto dall’editore musicale triestino Carlo Schmidl che ha fondato il suo museo nel 1924 (fino al 1991 era ospitato nei locali del Teatro Comunale Giuseppe Verdi, poi, dopo un periodo di sistemazione provvisoria a Palazzo Morpurgo, ha trovato accoglienza dal 2006 a Palazzo Gopcevich).

Palazzo Gopcevich
Palazzo Gopcevich

8. Il Canal Grande e il tempio della Trinità e di San Spiridione

Il Canal Grande è il canale che sorge nel centro del Borgo Teresiano, l’ordinato quartiere settecentesco che rappresenta uno dei primi casi di piano urbanistico moderno. Aperto tra il 1754 e il 1756 da Matteo Pirona per offrire una via navigabile alle imbarcazioni che scaricavano la merce dal porto e la conducevano nel centro della città, è una delle zone più scenografiche di Trieste, su cui si affacciano molti dei più bei palazzi ottocenteschi. Il canale è chiuso dal profilo della chiesa neoclassica di Sant’Antonio Taumaturgo (chiamata dai triestini anche “Sant’Antonio Nuovo”), e poco distante si trova uno degli edifici più interessanti della città, il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, costruito tra il 1869 e il 1885 su progetto di uno dei maggiori architetti del tempo, Carlo Maciachini, si nota per il suo aspetto bizantineggiante e per la sua alta cupola, elementi che rendono il tempio uno degli edifici più riconoscibili e visitati della città.

Il Canal Grande
Il Canal Grande

9. L’Arco di Riccardo e il Teatro Romano

L’Arco di Riccardo e il Teatro Romano sono le principali evidenze storiche della Tergeste romana. L’Arco di Riccardo, così chiamato per probabilmente si trattava in antico della porta d’accesso alla città sul cardo massimo, ovvero la strada principale in direzione nord-sud della città romana (quindi “Arco del Cardo”, da cui “Arco di Riccardo”), risale al I secolo a.C. anche se venne poi rimaneggiato in età flavia (quindi nel I secolo d.C.). Si trova a circa cento metri del teatro romano, oggi inglobato nel centro della città, e situato lungo Via del Teatro Romano, ai piedi del colle di San Giusto (all’epoca della costruzione si trovava tuttavia fuori dalla cerchia muraria della città). La costruzione risale anche in questo caso al I secolo a.C., anche se il teatro assunse le forme attuali nel II secolo. Poteva contenere dai 3.500 ai 6.000 spettatori ed è uno dei teatri romani meglio conservati della zona. Riportato alla luce negli anni Trenta del secolo scorso, conserva oggi la sua funzione antica dal momento che è sede di eventi e concerti.

Teatro Romano di Trieste. Foto: Wikimedia/Tiesse
Teatro Romano di Trieste. Foto: Wikimedia/Tiesse

10. Il Castello di Miramare

Anche se si trova a circa otto chilometri di distanza dal centro della città, il Castello di Miramare (qui un dettagliato approfondimento) è forse il simbolo più famoso di Trieste, oltre che il suo monumento più visitato. Venne costruito a partire dal 1856 per l’arciduca d’Austria, Massimiliano d’Asburgo-Lorena, che durante una visita l’anno precedente rimase affascinato dal promontorio su cui sarebbe sorto, e affidò la costruzione all’ingegnere Carl Junker, che realizzò in pochi anni la dimora da sogno di Massimiliano e di sua moglie Carlotta. Una dimora in stile eclettico, che fondeva spunti medievali, rinascimentali, orientali, in modo però armonico ed equilibrato, direttamente sul mare, con gli interni progettati da Franz e Julius Hofmann che per le oltre venti stanze dell’interno inventarono gli arredi più fantasiosi, ancora ben conservati. Il sogno di Massimiliano e Carlotta, tuttavia, durò molto poco: nel 1863 a Massimiliano, che era governatore del Lombardo-Veneto, fu offerto di diventare imperatore del Messico. Massimiliano non sapeva però di partire per un’impresa disperata, nel mezzo di una guerra contro i rivoltosi messicani, che lo catturarono e lo fucilarono nel 1867. Oggi il Castello rimane testimonianza di quella storia, con le sue sale ancora com’erano allora, le sue collezioni d’arte, i suoi sontuosi arredi.

Il Castello di Miramare. Foto: Fabrice Gallina – archivio PromoTurismoFVG
Il Castello di Miramare. Foto: Fabrice Gallina – archivio PromoTurismoFVG

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