Tarquinia, cosa vedere: i 10 luoghi da non perdere in città


Cosa vedere a Tarquinia, splendida città etrusca e medievale: i 10 luoghi da non perdere.

Tarquinia è senz’alcun dubbio una delle città più belle dell’Italia centrale, ma non solo: è anche una delle città più ricche di storia del nostro paese. È l’antica Tarchuna degli etruschi, una delle più importanti città della Dodecapoli, luogo d’origine dei re etruschi di Roma (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo), secondo la leggenda fondata dal mitico eroe Tarconte, che nell’Eneide è il comandante di tutti gli etruschi e alleato di Enea nella guerra contro Turno. Conquistata poi da Roma, fiorì anche in epoca romana come attiva città costiera, e anche durante il Medioevo Tarquinia visse una delle sue più splendide stagioni: ancora oggi, superata la novecentesca Barriera di San Giusto, la massiccia porta d’ingresso alla città costruita sui resti dell’antica Porta della Valle, ai viaggiatori apparirà un centro storico medievale ben conservato, con case che si presentano con pareti di tufo e travertino, alte torri, chiese romaniche e gotiche, splendidi palazzi rinascimentali. Inoltre, aggrappata a più di cento metri a un colle alto 133 metri sul livello del mare, offre anche scorci panoramici magnifici sulla Maremma laziale, al confine con la Toscana. Meta turistica per i suo beni storici e artistici, oltre che per il suo litorale (Tarquinia Lido è una frenetica località balneare), Tarquinia è una delle città più attive e vitali dell’alto Lazio. Sarebbero moltissime le cose da vedere qui: ne abbiamo selezionate dieci da non perdere.

1. Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia

Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia è uno dei più importanti istituti italiani per lo studio dell’arte e della storia etrusca. Ha sede in uno dei palazzi più belli della città, Palazzo Vitelleschi, edificato tra il 1436 e il 1439 per volere del cardinale Giovanni Vitelleschi: si tratta di uno dei primi e principali edifici rinascimentali del Lazio. Il museo fu aperto nel 1924, con la prima esposizione che era il risultato della fusione di due nuclei collezionistici, quello comunale e quello dei conti Bruschi-Falgari, poi nel tempo il museo si è arricchito di ulteriori reperti. Tra i pezzi più pregiati del museo figurano i grandi sarcofagi etruschi esposti al centro della sala dedicata (tra i quali il sarcofago di Ramtha Apatrui e quella del figlio Larth Plecu, e il sarcofago del magnate che conserva ancora tracce della sua cromia originaria), i cavalli alati, grandi sculture in terracotta che un tempo decoravano il santuario dell’Ara della Regina, il gruppo marmoreo raffigurante Mitra che uccide il toro (proveniente dal mitreo di Tarquinia), le meravigliose ceramiche tra cui spiccano le tante a soggetto erotico (leggi qui un nostro approfondimento). Da non perdere, alla fine del percorso di visita, le sale con gli affreschi provenienti dalle sepolture etrusche, staccati e ricomposti qui nelle loro posizioni originarie: la Tomba del Triclinio, la Tomba delle Bighe e la Tomba delle Olimpiadi da sole costituiscono un valido motivo per visitare questo museo.

Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia
Il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia. Foto: Frank Schneider

2. La chiesa di Santa Maria in Castello

È la chiesa romanica più grande e meglio conservata di Tarquinia, fu in antico anche Cattedrale (lo sarebbe rimasta fino al 1435), e si distingue per il suo altissimo campanile, il più alto della città. L’inizio della sua costruzione risale al 1121, il termine dei lavori è invece da fissare al 1208. Presenta una facciata rettangolare con tre portali: quello centrale è sormontato da una bifora al di sotto della quale si ammira il particolarissimo arcone a tutto sesto decorato con mosaici cosmateschi. Sono gli stessi che si trovano all’interno, diviso in tre navate coperte da volte a crociera costolonate: se si osserva il pavimento, infatti, si potrà notare una ricca decorazione cosmatesca a motivi geometrici, anche se piuttosto rovinata (durante l’occupazione napoleonica dell’Italia, infatti, la chiesa di Santa Maria in Castello venne adoperata come stalla: nella chiesa ). Di grande pregio anche il fonte battesimale e l’ambone marmoreo, che oggi si presenta spoglio, ma dobbiamo immaginarlo decorato anch’esso con mosaici e materiali policromi, tutti asportati nel corso della storia. Sul retro dell’ambone sono peraltro presenti le iscrizioni di antichi visitatori, tra cui anche soldati napoleonici di stanza da queste parti.

La chiesa di Santa Maria in Castello
La chiesa di Santa Maria in Castello. Foto: Finestre sull’Arte

3. Il Duomo di Tarquinia

Dedicato a Santa Margherita di Antiochia, il Duomo venne costruito a partire dal 1260, anche se l’aspetto attuale dell’edificio di culto è frutto dei tanti rimaneggiamenti successivi, a partire da quelli ordinati nel Quattrocento da Bartolomeo Vitelleschi, che lo fece ampliare. Distrutto nel 1643 da un incendio e successivamente ricostruito, venne quindi ristrutturato nell’Ottocento, in stile neoclassico (la facciata, che ricorda un tempio romano, si deve proprio a questo intervento, recante la firma dell’architetto Pietro Magnani, che si occupò della facciata, mentre l’interno venne risistemato da Francesco Dasti). Della struttura originaria si conserva soltanto l’abside, in stile gotico. Le tre navate sono invece neoclassiche: quella centrale è coperta da un’alta volta a botte che introduce il visitatore verso l’abside, dove si vede l’altare maggiore barocco, e dove si ammirano ancora gli affreschi cinquecenteschi di Antonio del Massaro da Viterbo detto il Pastura.

Il Duomo di Tarquinia
Il Duomo di Tarquinia. Foto: Ra Boe

4. Il Palazzo Comunale

Sede del Municipio, è un edificio duecentesco costruito sopra i resti della prima cerchia muraria che racchiudeva il centro della Tarquinia antica (la torre inglobata dal Palazzo, del X-XI secolo, è la più viva testimonianza delle vicende storiche precedenti all’edificio). Costruito in stile romanico-gotico, si caratterizza per la presenza di due facciate, una su via San Pancrazio (risalente al XIX secolo) e l’altra, quella principale, su piazza Matteotti. Danneggiato da un incendio nel 1476, il Palazzo Comunale fu ampiamente restaurato in epoca rinascimentale, quando fu costruita anche la Torre Civica, cinquecentesca. All’interno del Palazzo si può visitare la “Sala degli Affreschi”, un ambiente decorato tra il XVI e il XVII secolo che in antico accoglieva le sedute del consiglio del Comune di Tarquinia: le scene raffigurano episodi e personaggi della storia cittadina, e furono ampiamente restaurate negli anni Ottanta del XX secolo.

Il Palazzo Comunale
Il Palazzo Comunale. Foto: Finestre sull’Arte

5. La chiesa di San Martino

È forse la chiesa più antica della città, risalente con tutta probabilità all’XI secolo e citata per la prima volta in un documento del 1287. La facciata a salienti, che si caratterizza per la sua ampia apertura oculare al centro e per l’arco del portale realizzato in bicromia bianco-nera come nelle chiese toscane del Duecento, si presenta in stile romanico-gotico, e oggi appare inglobata in un più ampio complesso di edifici medievali, anche se le forme della chiesa sono ben distinguibili. L’interno, a tre navate, si presenta spoglio e severo, ma una nicchia laterale che si apre lungo la navata sinistra conserva tracce di un affresco del Quattrocento che raffigura la Madonna con il Bambino e sant’Anna.

La chiesa di San Martino
La chiesa di San Martino. Foto: Finestre sull’Arte

6. Il Palazzo dei Priori

Il Palazzo dei Priori è uno dei più interessanti edifici della parte più antica del centro storico di Tarquinia. Si trova nei pressi della duecentesca chiesa di San Pancrazio ed era antica sede amministrativa: di aspetto austero, fu costruito tra il XII e il XIII secolo accorpando alcuni edifici privati. La facciata si caratterizza per i suoi grandi archi a sesto acuto e per le alte torri che lo incorniciano. Oggi il Palazzo dei Priori è sede della STAS - Società Tarquiniense d’Arte e Storia, oltre che del Museo della Ceramica d’Uso a Corneto, dove sono esposti frammenti ceramici e materiali provenienti dai “butti” del Palazzo dei Priori (ovvero il luogo dove in antico si gettavano i rifiuti), nonché i pezzi della collezione dell’archeologo Giuseppe Cultrera, socio fondatore e primo presidente della STAS. Il museo venne aperto nel 1993 e il suo allestimento è stato ampiamente rivisitato nel 2011. Oltre 300 pezzi esposti su due grandi sale (non solo ceramiche ma anche altri oggetti) raccontano l’antica vita dei cittadini di Tarquinia.

Il Palazzo dei Priori
Il Palazzo dei Priori. Foto: Ministero della Cultura

7. Il santuario di Santa Maria in Valverde

Patrona di Tarquinia, la Madonna di Valverde viene festeggiata a maggio, il mese mariano, e a lei è dedicato un convento fondato nel 1268 dalla congregazione laica dei Frati di Maria Madre di Cristo di Marsiglia. La Madonna di Valverde è un’icona del XII-XIII secolo custodita all’interno del santuario: la tradizione del posto attribuisce diversi miracoli alla Madonna di Valverde, circostanza che ha reso il santuario una frequentata meta di pellegrinaggio (e che ha portato alla proclamazione della Madonna di Valverde patrona della città). Il santuario, costruito tra il 1257 e il 1274, nonostante sia stato ampiamente rimaneggiato nei secoli, conserva ancora all’esterno l’imponente facciata romanica a capanna, con alti pilastri che segnano la suddivisione interna in tre navate, e ingentilita da un rosone.

Il santuario di Santa Maria in Valverde
Il santuario di Santa Maria in Valverde. Foto: Ra Boe

8. Il MAST - Museo di Arte Sacra di Tarquinia

Nato nel 2001 come Museo Diocesano di Arte Sacra e ridenominato Museo Diocesano Comunale di Arte Sacra nel 2008 e infine, nel 2011, “MAST”, ovvero Museo di Arte Sacra di Tarquinia. Ha sede nel piano nobile del Palazzo Vescovile, edificio rinascimentale costruito su alcuni edifici medievali preesistenti e poi ristrutturato nel Settecento: il percorso espositivo è suddiviso in undici sale che espongono opere d’arte che provengono dalle chiese del territorio. In particolare, tra le opere più importanti figurano la rinascimentale Madonna col Bambino di Antonio del Massaro da Viterbo, la Crocifissione con i santi Giovanni, Crispino e Crispiniano attribuito a Bartolomeo Cavarozzi, un Compianto sul Cristo morto di Tommaso Conca.

Il MAST - Museo di Arte Sacra di Tarquinia
Il MAST - Museo di Arte Sacra di Tarquinia

9. Le torri

Nelle città medievali, le famiglie più illustri di ogni città facevano a gara per costruire le torri più alte e più belle, per dimostrare il proprio prestigio. Le torri di Tarquinia non sono celebri come quelle di San Gimignano o di Bologna, ma anche la città laziale ne conserva un buon numero e la sua skyline non sfigura a fianco di quelle delle più celebri “Manhattan” del Medioevo. Oltre allo svettante campanile di Santa Maria in Castello e alla Torre Civica, si possono ammirare nel centro storico diverse torri gentilizie come l’imponente Torre Draghi, a pianta rettangolare, del XII-XIII secolo, oppure la coeva Torre Barucci, che si presenta con la sommità merlata, e poi ancora la Torre del Magistrato, caratterizzata da un grande portale a sesto acuto che si apre sulla base a bugnato, la Torre Dante detta anche “della Maddalena” perché a fianco vi sorgeva una chiesa, oggi non più esistente, dedicata alla santa penitente, e la Torre Cialdi, situata al confine nord-occidentale del centro storico, a dominare una grande spianata verde detta “campo Cialdi”, sede di eventi e manifestazioni.

Torre Barucci. Foto: Comune di Tarquinia
Torre Barucci. Foto: Comune di Tarquinia

10. La necropoli di Monterozzi

Situata alle porte del centro storico di Tarquinia, la necropoli di Monterozzi è uno dei più spettacolari monumenti etruschi che si conservino, oltre che la meglio conservata necropoli di tutto il mondo etrusco (e secondo alcuni esperti anche dell’intero bacino del Mediterraneo: il grande etruscologo Massimo Pallottino l’ha definita “il primo capitolo della storia della pittura italiana”): ospita infatti circa seimila sepolture, tra cui tombe con camere funerarie riccamente decorate con splendidi affreschi, in gran parte denominate con nomi derivanti dai soggetti delle decorazioni (la Tomba dei Leopardi, la Tomba delle Leonesse, la Tomba della Caccia e della Pesca, la Tomba dei Giocolieri, la Tomba del Guerriero e così via). Vengono da qui alcuni degli affreschi che, per motivi di conservazione, sono stati staccati e portati al Museo Nazionale nel centro cittadino. La necropoli oggi fa parte di uno degli istituti autonomi del Ministero della Cultura, il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, che comprende tutte le aree archeologiche della città oltre che i musei archeologici nazionali delle due città costiere.

La necropoli di Monterozzi, tomba dei Leopardi
La necropoli di Monterozzi, tomba dei Leopardi

Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE





MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte