Dici San Daniele del Friuli e subito pensi alle gioie della tavola. San Daniele del Friuli è conosciuta nel mondo per il suo celebre prosciutto, ma questo borgo adagiato sulle colline ha anche molto altro da offrire. San Daniele del Friuli è ricca di arte e cultura, qui si trova la Biblioteca Guarneriana, la più antica biblioteca del Friuli Venezia Giulia, che conserva preziosi codici miniati fra i quali una Divina Commedia del XIV secolo e libri a stampa di antiche edizioni, ma anche un luogo perfetto per scoprire la natura incontaminata di queste terre. Qui scorre il fiume Tagliamento nelle cui acque limpide viene allevata, con metodi antichi, la regina di San Daniele ovvero la trota. Il fiume, unico in Europa grazie alla biodiversità delle sue ramificazioni, offre anse che sono vere spiagge per una sosta rinfrescante o un’escursione in canoa. Poco fuori dal paese, invece si trova la Riserva Naturale del Lago di Cornino, un piccolo bacino lacustre dalle acque particolarmente trasparenti e di un suggestivo colore verde-azzurro, un luogo perfetto per fare passeggiate, per l’osservazione degli animali e per il birdwatching. Ecco dieci tappe imperdibili del vostro viaggio a San Daniele del Friuli.
San Daniele è una cittadina ricca di vita e di cose da vedere. Le strade del borgo conservano nitide le tracce della storia millenaria di questa terra a cominciare dai bei palazzi che vi si affacciano e che danno vita a scorci davvero suggestivi. In piazza Vittorio Emanuele II spicca il Duomo settecentesco, dedicato a San Michele Arcangelo e con una facciata di chiara ispirazione palladiana. Si tratta tuttavia solo di uno dei tanti gioielli conservati nel centro storico di San Daniele al pari di una tra le più rinomate e antiche biblioteche pubbliche d’Italia nonché la più antica del Friuli Venezia-Giulia: la Biblioteca Guarneriana, che conserva preziosissimi codici miniati. Nella centralissima via Garibaldi si trova la chiesa di Sant’Antonio Abate con begli affreschi rinascimentali. Da non perdere sono poi anche gli itinerari sui castelli e sulla cultura ebraica di queste terre, ma di certo non si può lasciare San Daniele del Friuli senza aver assaggiato il suo prosciutto. Il simbolo di queste terre per il suo sapore inconfondibile si può assaggiare in tantissimi locali tipici che costellano le strade del centro storico.
Il Duomo di San Michele domina la piazza principale di San Daniele del Friuli con la sua possente e maestosa facciata. Dal gusto prettamente barocco, l’aspetto attuale della chiesa risale al XVIII secolo quando si seguì il progetto dell’architetto veneziano Domenico Rossi che pensò, tra l’altro, la doppia cupola, che dà all’edificio un profilo caratteristico e riconoscibile da lontano. Più antico è invece il campanile, a pianta quadrata, che è stato costruito su progetto di Giovanni da Udine nel 1531, in pietra di Anduins. Molto bello è però anche l’interno del Duomo che ospita pregevoli sculture come l’imponente altar maggiore di Francesco Fosconi, che lo realizzò nel 1735 in puro stile barocco e che rivaleggia con il fonte battesimale, sormontato da una statua di San Giovanni Battista, in pietra bianca, opera di Carlo da Carona, allievo del Pilacorte, che attorno il 1500 era molto attivo nel Nord Italia e che qui ha lasciato un segno indelebile del suo lavoro.
Dell’antico castello di San Daniele restano ormai solo alcuni ruderi, una torre e i resti dei terrapieni. Grazie alla sua posizione rialzata si tratta però sicuramente di uno dei luoghi maggiormente scenografici di tutto il territorio e qui a farsi notare è soprattutto l’antica chiesa dedicata a San Daniele. Questo piccolo gioiello racconta come pochi altri edifici la storia del borgo e porta ancora ben visibili in sé le tracce del passaggio del tempo e del susseguirsi di stili e sensibilità. Di grande impatto è l’imponente campanile, ricavato da una torre castellana, mentre il portale centrale risale alla metà del XVIII secolo e si caratterizza per uno stile prettamente barocco. Questa commistione di stili e di elementi risalenti a tempi ed epoche diverse prosegue poi con l’altro portale, proveniente dal Duomo e risalente al 1500. Questo fu spostato a San Daniele in castello solo due secoli dopo ed è opera di Carlo Da Carona a cui si deve sua è anche l’ancona d’altare della navata sinistra con la Madonna in Trono con bambino e i Santi Sebastiano e Rocco e, nella lunetta, è una pietà. Da non perdere infine è una piccola adorazione dei Magi risalente addirittura al XII secolo che si può notare all’esterno dell’abside.
Di fronte al campanile del Duomo sorge l’unico edificio medievale dell’antico borgo, la Casa del Trecento, che in passato è stata sede del Banco dei Pegni di San Daniele del Friuli e che oggi ospita un’esposizione di cimeli militari storici legati al corpo degli Alpini. Difficile immaginare un singolo edificio che riesca meglio a raccontare il carattere indomito della popolazione di queste terre della Casa del Trecento. Si tratta di un antico palazzo che è riuscito a resistere con tenacia anche al tremendo terremoto che nel 1976 devastò l’intera regione. Da allora la Casa del Trecento è stata completamente restaurata e affidata in gestione all’Associazione nazionale alpini di San Daniele del Friuli. All’interno di quello che oggi è un monumento nazionale a tutti gli effetti c’è la sala di esposizione dei cimeli storici militari, un piccolo museo che raccoglie reperti, gagliardetti, documenti, fotografie, manifesti, uniformi e cartoline legate alla vita militare degli alpini nei conflitti mondiali, in caserma e in trincea.
L’antica chiesa del Pellegrino osserva silenziosa la vita di San Daniele del Friuli dagli inizi del XIV secolo. Una vita lunga, ma non semplice visto che già pochi decenni dopo la sua edificazione la chiesa di Sant’Antonio Abate fu pesantemente danneggiata da uno spaventoso terremoto. Nel secolo successivo la chiesa venne così non solo restaurata, ma anche ampliata con l’aggiunta del coro e della sacrestia. A questi interventi seguirono poi la realizzazione della nuova facciata in pietra d’Istria secondo uno stile tardogotico veneziano, con portale a sesto acuto e rosone traforato e le vetrate a mosaico, le prime del genere in Friuli. E’ però al suo interno che la chiesa di Sant’Antonio conserva un incredibile tesoro: un meraviglioso di affreschi rinascimentali della regione, opere di Martino da Udine detto ’Pellegrino da San Daniele’. Per realizzare quella che è conosciuta come ’la piccola Sistina del Friuli’ il pittore vi lavorò in varie fasi, dal 1497 al 1522, evidenziando la graduale evoluzione formativa, dalla giovanile maniera tolmezzina alle più mature esperienze veneziane, ferraresi ed umbre.
Un gioiello palladiano nel cuore di San Daniele del Friuli. Porta Gemona mette assieme forza e grazia, imponenza e stile coniugando alla perfezione gli scopi difensivi per i quali è stata progettata con la ricerca del bello e del perfetto equilibrio che sono propri del grande architetto. Andrea Palladio progetto Porta Gemona nel 1579 quando il cardinale veneziano Giovanni Grimani gli affidò l’incarico di realizzare quella che era parte integrante del sistema difensivo del castello medievale. La struttura richiama da vicino l’arco Bollani, realizzato circa 20 anni prima in piazza Libertà ad Udine, e si presenta come un arco a tutto sesto con una trabeazione in pietra viva. Tutta questa struttura si va poi a innestare in una massiccia torretta difensiva dalla quale in passato si poteva tenere sotto controllo tutto il territorio circostante. Nonostante il passare dei secoli e i terremoti che hanno colpito San Daniele e tutto il Friuli arco e torretta sono ancora in ottimo stato di conservazione e sono tra i monumenti più fotografati dai turisti.
Cuore pulsante di San Daniele del Friuli è la Biblioteca Guarneriana. Questa si trova al lato destro del Duomo ed è ospitata all’interno dell’ex palazzo Comunale. La biblioteca risale al 1466, è la più antica del Friuli e deve la sua nascita alla donazione di 173 codici manoscritti, collezione dell’umanista quattrocentesco Guarniero d’Artegna. La biblioteca Guarneriana conserva oggi oltre 600 codici, molti dei quali riccamente minati, tra cui una meravigliosa Bibbia bizantina della fine del XII secolo e un testimone manoscritto della Divina Commedia, e ancora 84 incunaboli, 700 cinquecentine e circa 12mila edizioni a stampa antiche. Quello della conservazione del ricchissimo patrimonio messo assieme nel corso dei secoli è oggi il principale obiettivo della Guarneriana, ma sono anche regolari le visite guidate alla Sezione Antica, curate dal personale della biblioteca. In Guarneriana si conservano inoltre alcuni importanti fondi archivistici, tra cui spiccano l’Archivio storico della Comunità di San Daniele, quello storico Comunale , quello storico dell’Hospitale di Sant’Antonio abate ed altri.
Splendido esempio di stile neoclassico veneto, il palazzo del Monte di Pietà è un altro dei protagonisti di piazza Vittorio Emanuele. La sua costruzione risale alla seconda metà del XVIII secolo. Qui per secoli si sono amministrate le fortune di tutte queste terre con l’antico Monte di Pietà che era articolato in tre strutture differenti, il Monte bianco, il Monte giallo ed il Monte celeste, a cui competevano mansioni diverse in merito a impegni e disimpegni. A colpire ancora oggi il visitatore è però oggi la sua austera imponenza con il gusto prettamente neoclassico che si esprime al meglio nel grande frontone principale e dagli archi che si trovano all’esterno del palazzo. Fino a poco fa il palazzo era sede di un istituto bancario, mentre ai grandi piani superiori sono spesso state organizzati mostre temporanee e convegni. A inizio 2022, tuttavia, il Comune ha concluso l’acquisto del Monte di Pietà grazie a due finanziamenti della Regione Friuli e qui verrà presto trasferito il nuovo Municipio, mentre il piano terra ospiterà la sezione moderna della biblioteca Guarneriana.
Uno spaccato sulla vita, la cultura e le tradizioni di San Daniele e del Friuli tutto. È quello che si può ammirare passeggiando per le interessanti sale del Museo del territorio. Qui è conservata notevole quantità ed eterogeneità di materiali che consente di definire in modo articolato l’evoluzione storica e artistica della cittadina e dell’area collinare. Il museo è stato istituito formalmente nel 1978 nei locali del palazzo Masetti de Concina, nel centro storico di San Daniele del Friuli, a due passi dal parco del Castello, ma da metà degli anni ’90 si è ormai trasferito nell’ex Convento domenicano seicentesco in via Udine. L’esposizione si articola in tre sezioni: quella archeologica, quella dell’arte sacra, con opere provenienti da luoghi di culto della zona, e quella dei lasciti donati da illustri cittadini. D’altronde proprio il primo nucleo museale può essere considerato il lascito di Giuseppe Vidoni, psicologo sandanielese attivo a Genova, da parte del figlio Giacomo, che intorno alla metà del secolo scorso stabilì di donare alla comunità di San Daniele il vasto patrimonio artistico per la costituzione del museo cittadino.
Sulla grande spianata che domina il paese si trovano ancora oggi i ruderi dell’antico castello medievale. Di quello che anticamente era il centro politico e amministrativo della città oggi restano solo una torre e i resti dei terrapieni, ma soprattutto il meraviglioso parco pubblico dal cui belvedere si gode una splendida vista sull’intera pianura. Per tutti gli abitanti di San Daniele e per tutti i turisti e i viaggiatori il parco del Castello è una tappa obbligata per ricercare un po’ di tranquillità e di relax immersi nella natura e sospesi nella storia. Il castello di San Daniele affonda le sue origini addirittura al XIII secolo, ma è solo nei secoli successivi che ha conosciuto il suo massimo splendore quando era formato da tre portali, otto torri e una cinta muraria merlata. Tutto ciò oggi si può solo intuire osservando la conformazione del terreno e quei pochi resti rimasti, ma la zona non ha mai smesso di essere baricentrica per il paese ospitando tanti eventi e manifestazione che ne fanno rivivere l’antica bellezza.
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