Immersa nel deserto, nel sud della Giordania, Petra è famosa per le sue strutture architettoniche, tra cui templi, monumenti e case scolpiti nella roccia arenaria rossa, ma è molto più di una semplice meraviglia archeologica: è un’immersione nella storia dei Nabatei, antico popolo di commercianti dell’Arabia antica. A scoprirla nel 1812 fu l’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt. La sua fondazione risale al VI secolo a.C. ad opera del popolo dei Nabatei, ma la sua storia è avvolta anche da influenze greche, romane ed egiziane. Tra le sue rovine più famose si conta El Khasneh, soprannominato il Tesoro, che presenta un’imponente facciata costruita per la tomba del re Aretas III nel I secolo d.C. Tra gli edifici più noti vi sono sicuramente Al Deir, chiamato anche il monastero, e il Grande Tempio, il complesso sistema di tombe reali che includono sepolture di diversi ordini e con diverse caratteristiche. Ad oggi Petra attira milioni di turisti curiosi di immergersi nella sua storia, nel suo fascino e nelle esperienze che regala, come ad esempio Petra by night, un viaggio sensazionale notturno tra le rovine del sito illuminato solo dalla luce della luna e di mille candele. Avvolti da suoni tipici e balli caratteristici, i visitatori sono catapultati in un’atmosfera suggestiva. In passato Petra divenne inoltre importante crocevia commerciale per le carovane che trasportavano spezie, e altri beni tra l’Arabia, l’Egitto e il Mediterraneo. Ecco quali sono i luoghi da visitare e le esperienze da vivere a Petra, patrimonio mondiale dell’UNESCO della Giordania.
Conosciuto come Il Tesoro, El Khasneh conquista tutti i turisti in visita a Petra, i quali dopo aver percorso la stretta gola di Siq si trovano davanti ad un incanto senza eguali. La struttura alta 43 metri e larga più o meno 30 metri, è nata per ospitare le spoglie del regnante nabateo Aretas III (87-62 a.C). Presenta una facciata ellenistica, colonne con capitelli floreali, e un timpano decorato con la testa di una gorgone. Non mancano inoltre i riferimenti alla mitologia greca, alle Vittorie alate e alla mitologia egizia. Gli studiosi infatti, ancora oggi sono in dubbio sulla reale identità della figura sul timpano: alcuni ritengono sia un’assimilazione della dea Egizia Iside ad Al-’Uzza, divinità nabatea, altri invece fanno riferimento alla dea romana della fortuna. Interessante è inoltre la leggenda che avvolge questo luogo: si narra infatti che durante un inseguimento verso israeliti, un faraone egizio abbia nascosto un tesoro, un’urna all’interno del tempio.
Conosciuto anche come Il monastero per le croci scolpite nelle pareti interne, Ad-Deir è tra gli edifici più conosciuti a Petra. Probabilmente con la presenza di elementi dentro al tempio, la struttura ha avuto anche funzione di chiesa bizantina. Con una larghezza di 50 metri e un’altezza di 45 metri, l’edificio richiama El Khasneh, quest’ultimo conosciuto anche come Il tesoro, che ospita al suo interno una grande stanza accessibile solo tramite una scalinata. Nella sua sommità invece è presente un’urna funeraria. Il monumento è inserito all’interno del patrimonio dell’UNESCO e sembra trattarsi della tomba legata al sovrano Obodas I, che regnò sul territorio nel 96 a.C.
Tra tutte le rovine di Petra, il Grande Tempio spicca per la sua bellezza e il fascino che riesce a trasmettere. Il santuario, originariamente alto 18 metri, fu costruito nel I secolo a.C., venne dedicato alle divinità nabatee e in seguito fu danneggiato per cause di calamità naturali. Il suo utilizzo è andato avanti fino l’epoca bizantina. Le sue rovine comprendono ancora un triplo colonnato, propilei porticati, una doppia scalinata e il cortile sacro con il suo recinto sacro.
Tra le scarpate rosse di Petra sono presenti alcuni tra i luoghi più importanti per le sepolture dei sovrani: sono le Tombe Reali. Tra le più importanti è possibile visitare la Tomba dell’Urna costruita per il re Malichos II (40-70 d.C.) e nota per la sua terrazza e il suo portico dorico; la Tomba di Seta, famosa per le sue particolari venature rosa, bianche e gialle; la Tomba Corinzia, che prende il nome dai capitelli corinzi, e presenta caratteristiche stilistiche ellenistiche e nabatee; la Tomba del Palazzo, che ricrea la struttura di un palazzo romano e che possiede la facciata più grande di tutti gli edifici di Petra, e per finire la Tomba di Sesto Fiorentino, un sepolcro costruito nel 130 d.C. per un governatore romano, come sottolinea l’iscrizione latina incisa sul portale. La sua particolarità è la suggestiva testa della gorgone erosa al centro della sua facciata.
Il Museo di Petra conserva al suo interno più di 280 reperti di epoche diverse tra cui statue e utensili. Il percorso è distribuito su cinque sale espositive che includono la storia del parco archeologico, della città nabatea, le informazioni sulla civiltà e sul periodo romano a partire dal 106 d.C. Gli spazi ospitano una parte multimediale con schermi interattivi e video in diverse lingue che affrontano tematiche importanti per la loro comprensione, come la fauna, il clima, la geologia del luogo.
Piccola Petra o Petra la Bianca, nota come Siq al-Barid, letteralmente “il canyon freddo”, è posizionata strategicamente tra le rocce del sito e dista qualche chilometro dalla maestosa Petra Rossa. Il parco archeologico fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO e affonda le sue radici verso il I secolo d.C., durante il periodo di massima potenza dei Nabatei. Tra i suoi spazi sono stati rinvenuti una casa dipinta con affreschi di epoca romana di 2000 anni fa, legati probabilmente al culto della divinità greca di Dionisio, facilmente riconoscibile grazie alle rappresentazioni di uva e viti. Tra i siti da visitare nella Piccola Petra, il tempio di Duthu Ashara dedicato al dio nabateo Duthu Ashara, il canyon freddo di Siq Al-Barid, la famosa Al-Beidha, di epoca neolitica e le tipiche case scavate nella roccia.
Al-Siq è una formazione naturale che costituisce l’ingresso all’antica città di Petra terminando di fronte a El Khasneh. Riprende poi il suo percorso verso il teatro prendendo il nome di “Via delle facciate”. Si tratta di una gola dalle pareti rosse di pietra arenaria con venature di diverse tonalità come il giallo e il bianco, stretta 2 metri, con una profondità che oscilla tra i 90 e i 180 metri e lunga più o meno 1.600 metri.
Petra by night è un’esperienza unica che permette di vivere il sito archeologico in maniera differente e sotto una luce diversa. Durante la sera, dopo il calare del sole il sito viene avvolto dalle luci di più di mille candele che illuminano i templi e le rovine. Quello che si presenta agli occhi dei visitatori è un scenario suggestivo, che avvolge i palazzi in un’atmosfera affascinante. A fare da sottofondo inoltre a questo scenario incredibile sono i beduini cantastorie, suoni di flauti e strumenti musicali che riproducono musiche dai suoni tipici. Non mancano balli e canti tradizionali. Visitare Petra di notte è uno spettacolo veramente unico.
Muovendosi tra le strettoie di Petra è possibile imbattersi in una tomba composta da quattro obelischi di forma piramidale: è la famosa tomba dell’obelisco, formata da strutture erette che fungono da monumenti funerari dei Nabatei nel I secolo a.C. Gli obelischi rappresentano molto probabilmente cinque sepolture rinvenute all’interno della tomba, costruita su una struttura antica. Sebbene la struttura sia conosciuta per i suoi monumenti funerari, al suo interno presentava sale da pranzo dove si tenevano anche banchetti dedicati ai defunti. La sua facciata ospita inoltre caratteri stilistici di ordine dorico, e una figura antropomorfa ad oggi erosa dal tempo.
Il Castello di Shobak, posizionato in maniera strategica su una collina nella piana di Edom e a 25 km da Petra, ha origine nel 1115, quando re Baldovino I di Gerusalemme conquistò Aqaba, sul Mar Rosso. Originariamente la fortezza venne chiamata Mons Regalis. Fino al 1142, il castello rimase della famiglia reale del Regno di Gerusalemme, divenendo poi della Signoria d’Oltregiordano. Ad oggi, le rovine presenti sono solo una piccola parte di un grande complesso passato e il sito non è stato completamente scavato. Nonostante gli ambienti interni siano ormai in rovina, è possibile visitare le torri e le mura, che presentano ornamenti con incisioni della pietra decorate con iscrizioni incise nella pietra del XIV secolo.
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ISCRIVITI ALLA NEWSLETTERL'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.