Parco del Gran Sasso, cosa vedere: 10 luoghi da non perdere


Cosa vedere nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga: i 10 luoghi da non perdere.

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga rappresenta una delle massime espressioni di Madre Natura in Italia. Basterebbe partire dai numeri per capirne la ricchezza e la biodiversità, ma a renderlo ancora di più meta consigliabile per un viaggio è tutto ciò che ci sta dentro: storia, arte e cultura tra castelli, abbazie, basiliche, borghi medievali perfettamente conservati nella loro autenticità, che fanno parte del tesoro del Parco al pari di flora e fauna. È una delle riserve naturali più grandi del nostro paese estendendosi su oltre 150 mila ettari (su 41 comuni, per lo più in Abruzzo), con un territorio montuoso parte dell’Appennino di cui è la parte che raggiunge la maggior altitudine con 20 cime oltre i duemila metri fino a toccare i 2.912 metri del Corno Grande. È composto dal Massiccio del Gran Sasso d’Italia e dal gruppo dei Monti della Laga e annovera anche il ghiacciaio più a sud d’Europa. Al suo interno vivono 500 cervi, più di mille camosci, 120 lupi, 11 coppie di aquile reali, il falco pellegrino, il fringuello alpino (e non solo) in un ambiente naturale con 2.364 specie floristiche censite. In tale contesto il progetto ambientale, turistico e culturale portato avanti dall’Ente Parco è quello della conservazione e del rispetto del patrimonio storico presente. Vediamo però quali mete sono a nostro avviso immancabili in un viaggio sul Gran Sasso.

1. Rocca Calascio

C’è un castello che domina la Valle del Tirino e la piana di Navelli che nel 2020 è stato inserito dal National Geographic nella loro classifica dei 15 più belli al mondo: il castello di Rocca Calascio. Arroccato su un impervio crinale a 1462 metri di altezza, di origine normanna, è la fortificazione più alta d’Abruzzo e set di alcuni film famosissimi come Il Nome della Rosa. Film storici, ma anche di ambientazione fantasy visti i paesaggi unici presenti. Di proprietà dei Baroni Carapelle, fu poi dei Piccolomini ai quali si deve il rafforzamento delle mura e i 4 torrioni (con merlatura) circolari molto scarpati, agli angoli di un “maschio” centrale a pianta quadrata. Tutto in pietra bianca, bianchissima, a conci squadrati. Un tempo era un centro popoloso essendo punto di passaggio della transumanza e lo testimoniano i resti di diversi edifici sacri: almeno tre chiese e un convento.

Rocca Calascio
Rocca Calascio. Foto: Abruzzo Turismo

2. Campo Imperatore

A seconda delle propensioni personali si può associare a Campo Imperatore lo sci (con 10 piste in tutto il Comprensorio); l’atmosfera da piccola “Tibet”, come la definì Fosco Maraini avendo in mente la valle di Phari Dzong, i pascoli estivi su questi immensi altopiani del tutto spogli di vegetazione o il celebre episodio della storia recente della liberazione di Benito Mussolini da parte dei tedeschi con una rocambolesca operazione nel 1943. Siamo a 1800 metri di altezza sul massiccio del Gran Sasso e questo è il comprensorio sciistico dell’Aquila, tra i più elevati dell’intera catena montuosa e tra i più nevosi, con gli impianti di risalita realizzati già ottant’anni fa con i progetti di sviluppo di epoca fascista. E proprio a Benito Mussolini è legata la storia dell’Hotel Campo Imperatore a 2130 metri di altitudine (alle pendici del monte Aquila) visto che fu il luogo di prigionia in cui fu confinato dal re in attesa di trattare l’armistizio con gli Alleati nell’Agosto/settembre 1943. La stanza che fu in uso a Mussolini peraltro è stata lasciata così come la lasciò il 12 settembre 1943 quando arrivarono i tedeschi a liberarlo in deltaplano. A Campo Imperatore c’è anche un importante osservatorio astronomico (gestito dalla sezione romana dell’Istituto Nazionale di Astrofisica in collaborazione con l’Osservatorio astronomico di Collurania e con l’Università degli studi dell’Aquila) che fu costruito tra il 1948 e il 1955. Un luogo più che adatto per l’osservazione astronomica sia per l’altitudine (è quello posto più in alto in tutta Italia) sia per la lontananza da fonti di inquinamento luminoso.

Campo Imperatore
Campo Imperatore. Foto: A. Passerini

3. Capestrano

Siamo in un borgo ricchissimo della storia d’Abruzzo, e proviene da qui quello che è diventato una sorta di simbolo della regione: il Guerriero di Capestrano, splendida scultura che, come recita l’iscrizione su essa apposta in lingua picena, venne eseguita per il principe Nevio Pompuledio (oggi la si ammira al Museo Archeologico Nazionale di Chieti). Il paese (siamo in provincia di L’Aquila, nella Valle del Tirino) non arriva a contare mille abitanti ma ha una grande importanza storica essendone stata sede delle famiglie che dominavano il territorio (che la portarono a essere la capitare di un marchesato e di un principato), tra cui la famiglia Piccolomini di cui ancora oggi esiste il castello, su una collina a sorvegliare la valle con i suoi torrioni cilindrici e la torre quadrata.

Capestrano. Foto: Wikimedia/RaBoe
Capestrano. Foto: Wikimedia/RaBoe

Ma le radici di questo luogo affondano fino all’età romana con testimonianze che indicano come nella valle sorgesse la popolosa città di Aufinium, centro di grande importanza culturale e sede addirittura di una scuola filosofica. Oltre al Castello, di primaria importanza sono l’area archeologica e l’Abbazia di San Pietro ad Oratorium la cui chiesa si articola su tre navate con un abside alla fine di ognuna di esse. Pilastri di pietra sorreggono archi a tutto sesto e sulla facciata si nota il celebre e misterioso quadrato magico contenente la scritta SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS.

4. Campotosto

Il comune al centro di dispute, battaglie e passaggi di proprietà e dominazione ha saputo nel corso dei secoli ritagliarsi una sua identità ma la sua peculiarità odierna è l’essere il comune dove c’è uno dei laghi artificiali più alti d’Europa. Il lago si trova infatti a 1313 metri d’altitudine. Inizialmente il bacino era area di pascolo e poi una cava fino a che nel 1939 vennero costruite tre dighe. Oggi è quindi una località di altura dove potersi godere panorami montuosi di grande impatto e poter praticare sport acquatici di varia natura.

Campotosto
Lago di Campotosto. Foto: Abruzzo Turismo

5. Castelli

Castelli è rinomata per la ceramica dove l’arte della maiolica si tramanda da secoli e dove le vie sono piene di laboratori che mostrano come i maestri artigiani la lavorino. Punto di interesse artistico dove ammirare tale ceramica è la chiesa campestre di San Donato: qui il soffitto maiolicato è davvero unico e per la sua singolarità è stato definito da Carlo Levi “la Sistina della Maiolica”, mentre per lo studioso Timothy Wilson, tra i massimi esperti mondiali della ceramica rinascimentale, rappresenta “una delle imprese più ambiziose della maiolica italiana sul finire del Rinascimento”. C’è anche l’Istituto d’Arte per la ceramica che conserva un presepe in ceramica con circa 60 personaggi e il Museo della Ceramica ospitato nell’ex convento francescano di Santa Maria di Costantinopoli: al suo interno contiene una ricchissima collezione di maioliche databili dall’alto medioevo ai giorni nostri e comprendente le opere dei maggiori maestri ceramisti castellani. Castelli inoltre rappresenta un valido punto di partenza per escursioni sulle vette del massiccio del Gran Sasso d’Italia, come il Monte Camicia (2.750 m) oppure l’Altopiano di Campo Imperatore, il più vasto d’Appennino, dove sono presenti anche impianti sciistici. Completano l’offerta naturalistica centinaia di sentieri attraverso i quali scoprire ambienti incontaminati ricchi di flora e fauna di grande interesse.

Castelli. Foto: Abruzzo Turismo
Castelli. Foto: Abruzzo Turismo

6. Museo del Lupo di Arsita

Il comune di Arsita, per sensibilizzare alla completa salvaguardia della fauna di questo territorio, ha ideato un museo totalmente dedicato alla figura che nell’immaginario collettivo era visto come un assassino, un predatore di cui aver paura: il lupo. Animale che popola ampiamente il Parco, lo si può vedere tra i boschi o sentirne l’ululato con tutto il suo portato di paura e attenzione. Un museo nato quindi, nell’intento degli ideatori, per descrivere la figura del lupo in modo nuovo, fuori dagli stereotipi. L’allestimento utilizza pannelli esplicativi e un percorso multimediale e sensoriale al fine di compiere un inter-scambio di sensazioni coinvolgenti e nuove per l’uomo con l’obiettivo di trasformare quello che era un bersaglio da colpire in un elemento di convivenza, come con altri animali del Parco, favorendone una conoscenza approfondita e corretta.

Museo del Lupo di Arsita
Lupo abruzzese. Foto: Abruzzo Turismo

7. Abbazia di San Clemente a Casauria

L’Abbazia benedettina di San Clemente a Casauria (in Val Pescara), fondata nell’871, è uno dei maggiori esempi di architettura religiosa medievale del centro-sud d’Italia ed è stata dichiarata monumento nazionale italiano nel 1894. È infatti di una preziosità tale da considerarsi quasi come un vero museo in situ vista la presenza dei manufatti artistici conservati al suo interno: dall’ambone al candelabro, dall’urna all’altare, dal “portico di Leonate” al portale centrale. La porta d’ingresso principale è in bronzo con 72 formelle decorative e un ricco apparato scultoreo caratterizzante la lunetta, l’architrave e gli stipiti ne rendono un manufatto di grande interesse. I bassorilievi descrivono la fondazione, la donazione e la storia dell’abbazia. Fatta costruire dall’imperatore Ludovico II del Sacro Romano Impero in occasione del trasferimento delle spoglie del Papa Clemente I martire (il quarto Pontefice della Chiesa cattolica), l’abbazia deve la conformazione attuale all’abate Leonate che, dalla seconda meta del XII secolo, ne promosse la rinascita diventando poi centro di riferimento politico ed economico di un vasto territorio. La chiesa ospitò le reliquie di papa Clemente I fino alla costruzione della nuova Basilica di San Clemente al Laterano di Roma.

Abbazia di San Clemente a Casauria. Foto: Ministero della Cultura
Abbazia di San Clemente a Casauria. Foto: Ministero della Cultura

8. Santo Stefano di Sessanio

È forse il borgo più noto tra quelli che si visitano nel Parco Nazionale del Gran Sasso. Situato sulla sommità di un colle a 1.251 metri d’altitudine, affascina per i suoi edifici in pietra calcarea bianca racchiusi in un borgo con sette secoli di storia, dal momento che le sue vicende hanno inizio nel XIV secolo, e che fu anche possedimento dei Medici (Costanza Piccolomini, feudataria di queste terre, nel 1579 cedette Carapelle e le località circostanti, tra cui Santo Stefano di Sessanio, a Francesco I de’ Medici). Nonostante sia stato colpito da due potenti terremoti, quello del 1703 e quello del 2009, Santo Stefano di Sessanio si è ottimamente conservato ed è possibile pertanto vedere molti dei suoi edifici antichi, come la chiesa di Santo Stefano Martire, la Torre Medicea (che è crollata nel 2009 ma è stata ricostruita: i lavori sono terminati nel 2021), la Cappella di Santa Maria delle Grazie, il Palazzo Mediceo, noto anche come Palazzo del Capitano. Santo Stefano di Sessanio fa oggi parte dei “Borghi più belli d’Italia” ed è noto anche perché qui l’imprenditore italo-svedese Daniele Kihlgren ha aperto un gettonatissimo albergo diffuso, nato grazie alle risorse da lui messe a disposizione per recuperare il borgo dopo il terremoto del 2009.

Santo Stefano di Sessanio. Foto: Borghi più belli d'Italia
Santo Stefano di Sessanio. Foto: Borghi più belli d’Italia

9. Amiternum

Il sito archeologico di Amiternum si trova a circa 10 chilometri da L’Aquila e con i resti di un teatro, dell’anfiteatro di una domus e di una villa testimonia l’unica città italica fondata dai Sabini, che in età augustea contava decine di migliaia di abitanti vista l’importanza della posizione sull’assetto viario situata lungo l’antica Via Cecilia che arrivava fino ad Hatria. Dalla città partivano inoltre la Via Claudia Nova e due diramazioni della Via Salaria. Terra natale di Sallustio e di Appio Claudio Cieco, famoso per aver avviato la costruzione della Via Appia nel 312 a.c., secondo la tradizione Amiternum dette i natali anche a Ponzio Pilato perché quando gli spagnoli nel 1580 scoprirono i primi resti rinvennero anche uno scrigno con dei rotoli in ebraico con sopra scritta la condanna di Gesù. Anche se la pergamena fu dichiarata apocrifa, la presenza di Pilato qui è forte: c’è un Lago che porta il suo nome dal momento che sarebbe il luogo in cui è stato gettato il suo corpo dopo essere stato giustiziato (quindi senza sepoltura, doppia punizione) per ordine dell’imperatore Tito Vespasiano per non aver impedito la crocifissione di Gesù. Inoltre sembra che possedesse una villa nel luogo detto oggi montagna di Pilato, presso Fontecchio. Amiterum è citata anche da Virgilio nell’Eneide a riprova del fatto che fosse importante e nota.

Amiternum
Amiternum

10. Fortezza di Civitella del Tronto

Qui si parla di quella definita da più parti come una delle più monumentali ed imponenti opere di ingegneria militare mai realizzate in Italia: la Fortezza di Civitella del Tronto. La Fortezza sovrasta Civitella del Tronto e controllava il territorio dominando la vallata di Salinello con funzioni tattiche e difensive grazie a una struttura possente con i suoi oltre 500 metri di lunghezza e i 25.000 metri quadrati di superficie, caratterizzata da una forma ellittica in cima a uno sperone roccioso di travertino a 600 metri di altezza. La sua funzione era quella di presidiare il confine tra il Regno di Napoli e lo Stato pontificio dopo l’accordo tra Angioini e papalini fatto intorno alla fine del XIII secolo. Tale posizione, unita alla natura aspra del territorio, fece del paese uno dei punti strategicamente più importanti per il controllo delle dogane settentrionali. Era una delle postazioni più importanti del Regno di Napoli e fu l’ultimo baluardo del Regno delle due Sicilie a cadere di fronte ai piemontesi al nascente Regno d’Italia: un assedio durato dall’ottobre del 1860 al 20 marzo 1861, tre giorni dopo la proclamazione ufficiale del nuovo Regno. Oggi completamente visitabile grazie a un restauro, dopo innumerevoli modifiche, abbattimenti e depredazioni, offre al suo interno anche un museo delle armi. È tra i siti più visitati d’Abruzzo. Il borgo di Civitella del Tronto si con il centro storico racchiuso tra le possenti mura, si presenta di aristocratica bellezza, ricca di arte e storia.

Fortezza di Civitella del Tronto
Fortezza di Civitella del Tronto. Site: Abruzzo Turismo

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Andrea Laratta

L'autore di questo articolo: Andrea Laratta

Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.






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