Il Museo Diocesano San Sebastiano di Cuneo compie i suoi primi dieci anni di attività: era infatti il 29 settembre 2012 quando aprì le sue porte al pubblico in Contrada Mondovì, anche se la sua storia ha inizio nel 2000, con il restauro dell’edificio, lo studio delle collezioni e l’allestimento. In occasione del suo decennale, il museo organizza per il mese di settembre varie iniziative per rendere ancora di più le sue sale luogo di incontro, di condivisione e di inclusione. Nel weekend dal 16 al 18 settembre, i visitatori potranno godere di un’installazione musicale interattiva diffusa nelle sale, creata appositamente da Cristina Mercuri, musicista e compositrice elettroacustica, per esaltare la ricchezza spirituale e culturale del museo (l’installazione è realizzata anche grazie al sostegno di TargatoCN). Il weekend successivo, dal 23 al 25 settembre, è in programma Museo per tutti, progetto dedicato all’inclusione e all’accessibilità di tutti, in linea con gli ultimi progetti sviluppati dal museo. Nello specifico, venerdì 23 settembre, dalle 18 alle 22, si avrà la possibilità di partecipare a una speciale Visita al buio, divisi in piccoli gruppi, bendati, accompagnati dai volontari del museo e della sezione cuneese dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (a cui saranno destinate le offerte libere raccolte dai partecipanti); sabato 24 e domenica 25, alle ore 16, due laboratori pensati per bambini dai 6 ai 12 anni faranno conoscere la Lingua Italiana dei Segni con il laboratorio Parlare con le mani e il linguaggio della CAA - comunicazione aumentativa alternativa - con la visita Il linguaggio universale che si snoderà lungo il percorso realizzato nell’ambito del progetto Il museo nella valigia. Mercoledì 28 settembre chiuderanno i festeggiamenti la Messa celebrata da Mons. Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e Fossano, che si terrà alle 18 presso la Chiesa di San Sebastiano, seguita alle 20.30 dal concerto degli allievi del Liceo Musicale “Bianchi-Virginio” di Cuneo. Giovedì 29 settembre, festa patronale di San Michele e data in cui ricorre l’anniversario, il museo sarà aperto straordinariamente dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Tutte le iniziative sono gratuite con prenotazione obbligatoria tramite Eventbrite ai link disponibili sul sito www.museodiocesanocuneo.it; sono realizzate grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana e di Fondazione CRC, grazie al sostegno de La Guida e di TargatoCN, con il patrocinio dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani e della Città di Cuneo.
Situato a due passi dal centro storico, in Contrada Mondovì, l’attuale museo si trova in una parte di quelli che erano gli alloggi dell’antica confraternita di San Sebastiano, il cui reddito mantenne l’istituzione dopo le continue confische e gli scioglimenti dell’Ottocento, poiché la Confraternita vendette tutto il proprio patrimonio prima dello scioglimento e diede il ricavato al vescovo che riacquistò i beni messi all’asta e riformò l’intero edificio, trasformandolo in parte in alloggi da reddito. Con il lento spopolamento del centro storico e il decadere della confraternita, nel secondo dopoguerra l’edificio e la chiesa giunsero in stato di abbandono e alla fine degli anni Ottanta erano ridotti a rischio statico, la chiesa apriva solo in occasione di alcune festività annuali. È a partire però dal 2000 che si pensò di aprire qui la sede del museo diocesano, iniziando quindi a progettare il restauro dell’intero complesso che si concluse nel 2011. Oltre all’aspetto strutturale e all’impiantistica, vennero restaurati gli affreschi della chiesa e l’intero patrimonio storico - artistico. Si è infine progettato e realizzato l’allestimento per giungere all’apertura ufficiale il 29 settembre 2012: un lungo intervento di recupero, di adeguamento degli ambienti e di allestimento che è stato reso possibile grazie anche all’impegno economico della Diocesi, in collaborazione con la Regione Piemonte, le Fondazioni Cassa di Risparmio di Cuneo, di Torino, della Compagnia di San Paolo e con numerose istituzioni pubbliche e private del territorio.
Obiettivo del museo e degli allestimenti è quello di contribuire a rileggere il passato del territorio, passando attraverso le devozioni dell’antica Confraternita, dall’intitolazione medievale a San Giacomo fino alla fusione nel Cinquecento con quella di San Sebastiano, protettore contro la peste. Nel periodo barocco si fa molto presente il culto della Madonna del Carmine; nell’Ottocento la Confraternita guarda sia ai santi antichi che a quelli contemporanei che le indicano le nuove urgenze dell’epoca e raccoglie opere degli ordini soppressi. Il passaggio di Pio VII segna infine la costituzione della Diocesi di Cuneo e dunque il nuovo riassetto ecclesiale.
Il percorso di visita ha inizio con la sala immersiva nella polveriera: si parte dal 5 dicembre 254, quando si concluse il pellegrinaggio di san Dalmazzo, primo evangelizzatore, con il suo martirio. Il primo annuncio cristiano fa espandere qui un vasto territorio che si articola in parrocchie e comunità religiose e laiche, fino a oggi, attraverso la costituzione nel 1817 della diocesi di Cuneo. Durante i secoli le strutture si sono modificate per adattarsi alle esigenze della città: per far fronte ai sette assedi, a cui Cuneo resistette, anche gli edifici religiosi vennero adibiti alla difesa, come ad esempio questa polveriera sotterranea ricavata sotto le sacrestia. Dopo l’introduzione immersiva, si accede nella Sala di San Giacomo, santo simbolo di pellegrinaggio, attività considerata fin dall’antichità come fonte di ricchezza spirituale e culturale. Sono qui esposti dipinti considerati parte di apostolati, ovvero di immagini di Cristo e dei dodici apostoli: l’inventario del 1673 documenta in San Sebastiano “due apostolati, quel di Roma con cornici di noce con profili n. 14 e l’altro del Bruno con cornici nuove tutte dorate n. di 16”, ed è probabile questi esposti siano provengano da entrambi. Vi è un san Bartolomeo, un san Giacomo Maggiore, un san Giuda Taddeo, un san Tommaso e un sant’Andrea. È poi esposto uno stendardo processionale del XVIII secolo di ambito cuneese: rappresenta tutte le devozioni che si sono susseguite all’interno della Confraternita, ovvero san Giacomo e san Sebastiano ai piedi di Cristo crocifisso da un lato e la Madonna del Carmine con le anime purganti dall’altro.
Pezzo più importante nella Cappella delle Reliquie è il Reliquiario a cassa di San Fabiano, in legno scolpito, intagliato e dorato, risalente al XVII secolo di ambito piemontese. La Confraternita lo aveva ottenuto da Roma in mancanza delle reliquie di San Sebastiano. Un documento lo attesta già nel gennaio 1656 come “cascietta per l’interposizione delle Sante Reliquie del glorioso martire San Fabiano”. Si tratta comunque del prezioso dono di un confratello, la cui qualità testimonia la devozione per le reliquie del santo martire. Segue la Sala di San Sebastiano: la presenza in città della devozione al santo protettore contro la peste è attestata da fonti già dal 1431. Nel 1628 viene incaricato Giovanni Antonio Molineri di realizzare sedici quadri dedicati alla vita del santo, ma l’artista morì proprio a causa della peste nel 1631 e la commissione passa quindi a pittori forestieri che si trovavano in città. I dipinti, sollecitati per la loro ultimazione nel 1637 per la festa del santo, sono tradizionalmente attribuiti all’ambito dei fratelli Bruno. Sono opere che raccontano alcune delle tappe più importanti della vita del santo, dalla nascita all’importante carriera militare, alla conversione di numerosi personaggi importanti della Roma Imperiale, fino al martirio. Ne è qui esposta una serie.
La devozione verso la Madonna del Carmine, a cui è dedicata la successiva sala, è particolarmente sentita a Cuneo e ogni anno il 16 luglio con una processione solenne. È attestata nella Confraternita di San Sebastiano a partire dal 1606, anno in cui viene fondata la compagnia: all’inizio del XVII secolo infatti la Confraternita commissionò al pittore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo la realizzazione di due stendardi processionali, il primo dei quali, “per la processione solenne” con le figure della Madonna del Carmine, San Sebastiano e altri santi, terminato alla fine del 1606. Vi è poi la Madonna addolorata risalente al XVIII secolo: si tratta di una immagine da vestire in cui sono rifinite e dipinte solo le parti visibili (mani e viso), mentre il resto è una sorta di manichino. Il vestito è probabilmente un abito da sera offerto in dono alla Madonna da una devota.
Si passa poi alla Sala dell’Ottocento che espone due grandi tele raffiguranti l’Ultima Cena e il Giudizio Universale realizzate tra il 1660 e il 1662 circa da Giovanni Claret, originario dei Paesi Bassi, ma residente a Savigliano ed esponente della pittura naturalistica piemontese. Le due tele provengono dalla Certosa di Pesio, dove, secondo le fonti, erano appese alle pareti della chiesa come parte di un ciclo di dieci dipinti, di cui sono le uniche superstiti, con episodi della vita di Cristo. Dopo la Sala degli Apparati effimeri, si arriva alla Passerella con opere come la Madonna col Bambino e i santi Eligio e Giovanni Battista realizzata da Giulio e Giovan Battista Bruno nella prima metà del XVII secolo e l’Immacolata e santi di Sebastiano Taricco del 1680 circa. La Sala della Diocesi ricorda quando il 12 agosto 1809 papa Pio VII giungeva a Cuneo e il 17 luglio 1817 lo stesso pontefice proclama la nascita della Diocesi. I visitatori hanno infine occasione di vedere la Sala del Consiglio, che veniva utilizzata sia per le riunioni del Consiglio della Confraternita sia come archivio; funzione che è stata mantenuta fino a pochi anni fa.
Oltre a percorrere questo viaggio alla scoperta della Confraternita e a proporre diverse attività all’insegna dell’accessibilità e dell’inclusività, il Museo Diocesano ospita la prima escape room vissuta nelle sale di un vero museo. Obiettivo: uscire dal museo risolvendo enigmi e giochi di logica e portare a termine la missione. In un’ora di tempo.
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