Tra le dolci colline dell’Umbria, il borgo di Monte Vibiano Vecchio, nel comune di Marsciano, ospita un castello, il Castello di Monte Vibiano Vecchio, che si distingue per un elemento unico: un labirinto di siepi progettato nei primi decenni del Novecento, simbolo di eleganza e armonia. L’opera è stata creata durante un’importante ristrutturazione che ha visto il contributo dell’architetto Ugo Tarchi (Firenze, 1887 – 1978), dando un nuovo volto alla struttura preesistente. Oggi, il Castello di Monte Vibiano Vecchio è un punto di riferimento per chi desidera immergersi in un’atmosfera d’altri tempi, arricchita da esperienze culturali e culinarie.
Le origini del castello risalgono al Medioevo, quando era conosciuto con l’espressione “de Monte Ubiano” e serviva come presidio fortificato. In particolare, fu la famiglia Vibi a edificare la fortezza nel Trecento: il fatto che sia identificato come “Vecchio” deriva da un episodio occorso nel 1361, quando il castello accolse alcuni nobili perugini esuli e si ribellò dunque all’autorità di Perugia, da cui dipendeva. Il signore di Perugia, Biordo Michelotti, dopo aver riconquistato il castello ordinò di farlo distruggere, concedendo però in seguito ai Vibi, avendo accolto una loro supplica, di costruirne un altro, in altro luogo (è questo il borgo di Monte Vibiano Nuovo). Sui resti del Castello di Monte Vibiano Vecchio sorse poi più tardi una villa che rimase ai Vibi fino al Settecento, quando la residenza passò dapprima ai Rossi-Leoni, poi ai Cesari. Fu durante questo periodo che il castello iniziò a trasformarsi da fortezza a residenza signorile, con l’aggiunta di nuovi spazi verdi e strutture decorative. Il castello passò poi, all’inizio del Novecento, che lo fecero restaurare da Ugo Tarchi: fu in quel periodo che il castello ha assunto le forme attuali e s’è dotato d’un labirinto.
Proprio il dedalo è un’opera che ancora oggi attira visitatori grazie alla sua bellezza senza tempo. Il labirinto di siepi, fiore all’occhiello del Castello di Monte Vibiano Vecchio, è molto più di un’attrazione paesaggistica. Simbolo di introspezione e percorso spirituale, il labirinto invita i visitatori a perdersi tra i suoi percorsi intricati, conducendoli a un’esperienza di riflessione e scoperta interiore. Progettato con cura per integrarsi nel contesto naturale circostante, l’opera rappresenta un connubio tra arte e natura, richiamando le tradizioni dei giardini rinascimentali italiani. Il labirinto, composto da siepi di alloro e bosso potate con precisione, è mantenuto con grande attenzione per preservarne la simmetria e l’impatto estetico. Oltre al suo significato simbolico, esso rappresenta un’attrazione che rende il castello un luogo di grande fascino per i turisti e gli amanti della natura.
Il labirinto di Monte Vibiano Vecchio ha una particolarità che lo rende unico in Italia: il suo disegno richiama infatti quello del labirinto di Alice nel paese delle Meraviglie, come ha osservato lo studioso Ettore Selli, esperto di labirinti. “Disposto sul primo dei terrazzamenti che si sviluppano intorno al castello”, ha scritto nel suo libro Labirinti italiani, “il tracciato assume una forma circolare anche se il disegno al suo interno è artistico e irregolare, simile al tratteggio che distingue il Labirinto di Château de la Ballue in Normandia. Sebbene nel mondo siano stati realizzati diversi labirinti che prendono ispirazione dal racconto di Alice nel paese delle meraviglie, come il Labyrinthe d’Alice a Disneyland Paris o l’Alice in Wonderland Maze, credo che nessuno tra quelli esistenti assomigli ai disegni Disney di questi due tracciati, uniti dalla genialità dei loro schemi architettonici”. Disney conosceva dunque il labirinto di Monte Vibiano Vecchio? Non lo sappiamo, probabilmente si tratta di una pura coincidenza, ma il tracciato irregolare che mescola linee curve e linee rette, riccioli che paiono quasi inutili, lunghi corridoi e vicoli stretti e tortuosi, denota una qualche somiglianza.
Tarchi scelse il bosso per il suo dedalo: essenza da secoli impiegata per i labirinti di verzura, specialmente nel Rinascimento, in virtù della sua resistenza e anche del fatto che il bosso è una pianta sempreverde, che peraltro non richiede neppure molta manutenzione. E poi, le siepi di bosso hanno il pregio di essere facilmente modellabili per assumere le forme più disparate. Dal 2018, peraltro, il labirinto si presenta con le luci curate dall’artista Felice Limosani che esaltano il carattere mistico di questo luogo: il suo ideatore, Antonio Sereni, voleva infatti “creare un labirinto mistico”, sottolinea Selli, “il cui percorso fosse allegoria di una rinascita interiore”, e il cui centro fosse il cuore non soltanto fisico del labirinto. L’uscita è infatti raggiungibile da una scala a chiocciola che costringe a recarsi fuori dal labirinto “attraverso una galleria sotterranea che porta al terrazzamento inferiore. Si tratta quindi di un espediente tridimensionale, ideato nel 1925, che anticipa di quasi mezzo secolo la cultura anglosassone rappresentata dal tracciato di Leeds Castle”.
Oggi, il Castello di Monte Vibiano Vecchio è proprietà della famiglia Tiberi, alla quale fa capo una delle tenute vitivinicole più importanti del centro Italia, nota per i suoi vini pregiati e per la produzione di un olio d’oliva monodose di altissima qualità. Il tracciato del labirinto, peraltro, si trova riprodotto su una delle etichette della tenuta, il vino Vigna Antonio. Per far dialogare ancor più la storia di questo sito coi frutti del terreno sul quale sorge il Castello.
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