La Luminara di San Ranieri a Pisa: origini e storia della festa delle luci


Ogni anno, il 16 giugno, a Pisa si celebra la Luminara di San Ranieri, festa delle luci dalle antiche origini. La sua storia.

Ogni anno, il 16 giugno, i palazzi che si affacciano sui lungarni di Pisa si accendono con decine di migliaia di luci: è la Luminara di San Ranieri, uno degli eventi più affascinanti e longevi che si svolgono nella città della Torre Pendente, un appuntamento annuale che illumina la città, risveglia lo spirito di appartenenza dei suoi abitanti e offre ai visitatori uno spettacolo che non ha altri pari. La Luminara si tiene la notte della vigilia della festa di San Ranieri, patrono della città: centro della celebrazione sono le strade che costeggiano l’Arno, dove si le facciate e le finestre dei palazzi storici vengono adornate con bicchieri, in passato realizzati in vetro e oggi in plastica per ragioni di sicurezza, contenenti candele, che, una volta accese, creano un effetto magico, riflettendosi sulle acque dell’Arno. Sono i cosiddetti “lampanini”, lumini di cera che vengono accesi sulle “biancherie”, appositi telai di legno, verniciati di bianco, costruiti per accogliere le luci. Tutte le luci artificiali si spengono, rimangono accese soltanto le luci dei lampanini, e le linee architettoniche degli edifici, fatte risaltare dalle biancherie, emergono in un gioco di chiaroscuri, che esalta la bellezza delle facciate storiche e trasforma la città in una sorta di opera d’arte che si vede soltanto una volta l’anno.

La tradizione della Luminara affonda le sue radici nel 1688, quando il granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici, ordinò il trasferimento delle reliquie di San Ranieri degli Scaccieri, morto nel 1161, nella nuova urna, commissionata al celebre scultore Giovanni Battista Foggini (Firenze, 1652 – 1725), il maggior scultore della Toscana granducale nel tardo Seicento. In occasione della traslazione dell’urna, venne indetta una grande festa che, di lì in avanti, sarebbe stata ripetuta ogni tre anni, come attesta anche il grande letterato Vittorio Alfieri, che nella sua Vita scritta da esso, l’autobiografia composta nel 1790 e poi ripresa nel 1803, afferma di aver assistito nel 1785 dapprima al “divertimento del Giuoco del Ponte, spettacolo bellissimo, che riunisce un non so che di antico e d’eroico”, e poi a “un’altra festa bellissima d’un altro genere, la Luminara di tutta la detta città, come si costuma ogni tre anni per la festa di San Ranieri”. Inizialmente si chiamava “Illuminazione”: soltanto tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento è attestato il termine “Luminara”, che sarebbe stato poi utilizzato fino ai giorni nostri.

Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Andrea Iorio / Comune di Pisa
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Andrea Iorio / Comune di Pisa
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Comune di Pisa
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Comune di Pisa
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Visit Tuscany
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Visit Tuscany
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Cristina Maioglio
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Cristina Maioglio

La storia della Luminara non è sempre stata lineare: venne infatti abolita nel 1867, poi ripristinata nel 1937 (anno in cui venne ripresa anche la tradizione del Gioco del Ponte), poi di nuovo sospesa durante la seconda guerra mondiale e riattivata nel 1952. Nel 1966, anno della devastante alluvione dell’Arno che provocò ingenti danni a Firenze e in tutta la Toscana, anche Pisa si ritrovò flagellata: crollò infatti il Ponte Solferino e vennero danneggiate ampie porzioni dei lungarni, e la Luminara fu nuovamente sospesa. Soltanto nel 1969 venne ristabilita: da allora, ogni anno, le rive dell’Arno brillano di migliaia di lumini (si stima siano circa centomila i lampanini esposti sulle biancherie), disposti con cura e precisione per delineare i profili dei palazzi e delle chiese che si affacciano sul fiume.

Ma la Luminara non è solo un’esperienza visiva. È un momento di festa e condivisione, in cui i pisani e i turisti si riversano per le strade per partecipare a uno degli eventi più sentiti dalla comunità. Lungo il fiume, si possono incontrare musicisti, artisti di strada e mercatini, che aggiungono vivacità all’evento. La serata culmina infine con uno spettacolo pirotecnico che, verso le undici e mezza di sera, illumina il cielo di Pisa, riflettendosi anch’esso sull’Arno e amplificando la magia della notte. I fuochi d’artificio, con i loro colori vivaci e le loro forme spettacolari, sparati dalla Cittadella (ma da qualche anno anche da alcune piattaforme che vengono fatte appositamente giungere sull’Arno) incantano grandi e piccoli, e concludono la Luminara in un tripudio di luci e suoni.

Partecipare alla Luminara di San Ranieri è un’esperienza che va oltre il semplice evento: è una festa che si tiene da quattrocento anni, ed è quindi un viaggio nel tempo e nella tradizione, un modo per immergersi nell’anima di Pisa e scoprirne la storia e la cultura. L’uso di illuminare i palazzi risale comunque a molto prima del 1688: si è spesso parlato di un documento che risale addirittura al 1337, anno in cui si ha notizia di uno speziale, un certo Guido di Bonagiunta, a cui il consiglio degli Anziani di Pisa riconosce una somma spesa per acquistare candele e lumini per la vigilia del beato Ranieri (sarebbe peraltro divenuto patrono della città e della Diocesi di Pisa solo nel 1632). Non sappiamo però se i lumini vennero adoperati per l’illuminazione dei palazzi: più probabile che si trattasse semplicemente dell’acquisto di ceri per accompagnare una processione, com’era in uso al tempo. Ancora, esiste una testimonianza risalente al 1662, in occasione della visita alla città di Margherita Luisa d’Orléans, che passava da Pisa per raggiungere Firenze dove, il 20 giugno di quell’anno, avrebbe sposato il granduca Cosimo III: si tratta di un brano delle Memorie delle feste fatte in Firenze per le reali nozze de’ serenissimi sposi Cosimo principe di Toscana e Margherita Luisa principessa d’Orleans, scritte dal diplomatico Alessandro Segni (1633 – 1697). La descrizione della Luminara per il passaggio della sposa è alla data del 14 giugno: “Entrò S.A. in Pisa per la Porta a Mare salutata collo sparo dell’artiglierie da’ forti, che difendon da quella banda l’apertura del fiume: in tempo appunto, che l’aria per la sopravvenuta notte s’era fatta oscurissima; ma e la copiosa quantità, e l’ordinata disposizione delle faci, e de’ lumi, onde le finestre tutte delle case, e de’ Palagi, erano adornate così gran luce spandeano, che non che vincere l’oscurità della notte potea di serenità contender col giorno. Il maestoso corteggio se ne venne per la cittade lungo le rive del fiume, le cui acque con moltiplicato splendore riflettendo i circostanti lumi rendeano alla veduta degli spettatori l’imagini de’ magnifici Palagi e de’ grandi edifici che lo circondano”.

Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Francesco Bini
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Francesco Bini
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Francesco Bini
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Francesco Bini
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Francesco Bini
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Francesco Bini
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Sebastian Anthony
Luminara di San Ranieri a Pisa. Foto: Sebastian Anthony

Inizialmente, le luci dei lampanini non dovevano seguire delle disposizioni particolari. L’uso di dare una forma alle illuminazioni risale probabilmente al Settecento ed è sicuramente documentato nel XIX secolo. Risale al 1875 una descrizione, redatta da un nobile locale, Cosimo Agostini, che parla di una “macchina rappresentante una prospettiva cinese, con nicchie e aguglie, la quale conteneva non meno di quattordicimila lumi”, installata sul ponte a mare (oggi non più esistente: si trovava nei pressi della Cittadella), mentre nei pressi della Fortezza si trovava “una macchina rappresentante un grandioso e nobile ingresso con tre grandi porte, pilastri e frontone d’ordine composito di lunghezza di braccia centoventi, e alto trentadue nel di cui superiore punto di mezzo si vedeva l’Arme Pisana e nel qual disegno ardevano quindicimila lumi”. Le biancherie vengono pertanto utilizzate da più di due secoli come installazioni per creare disegni unici e particolari.

La Luminara di San Ranieri è dunque, da secoli, un momento di celebrazione e di meraviglia, in cui la luce delle candele diventa anche simbolo di speranza e rinnovamento. Rappresenta uno dei momenti vissuti più intensamente a Pisa, un legame indissolubile tra passato e presente, tra sacro e profano. È una celebrazione che unisce, che emoziona e che rende omaggio alla bellezza di Pisa. Ogni anno, la Luminara rinnova la sua magia, continuando a incantare chiunque abbia il piacere di assistervi in questa notte di fine primavera. A volte può comunque capitare che vengano organizzate Luminare speciali per celebrare altri eventi, non legati al culto di san Ranieri. È accaduto il 31 dicembre 1999, quando venne organizzata una Luminara per festeggiare l’inizio del nuovo millennio.

Passeggiare sui Lungarni, durante la Luminara, significa immergersi in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Il suono del fiume che scorre crea un sottofondo perfetto per questo spettacolo di luci. Le lanterne, posizionate con precisione geometrica, disegnano contorni e forme che esaltano la ricchezza architettonica della città. I ponti diventano scenari incantati dove la tradizione incontra la contemporaneità in un abbraccio di luce.

L’organizzazione della Luminara richiede un’intensa preparazione e il lavoro instancabile di molti volontari. Inizialmente, l’accensione delle luci, in epoche in cui non esisteva l’illuminazione elettrica, era funzionale a ravvivare il passaggio dei cortei e delle processioni che venivano organizzati in onore del santo patrono della città. Oggi, questa esigenza si è persa ed è rimasta la tradizione di profilare il disegno dei palazzi e delle chiese che si trovano sui lungarni. L’accensione dei lumini comincia verso le tre del pomeriggio: ogni dettaglio è curato con attenzione, dalle decorazioni alle disposizioni di sicurezza, per garantire che tutto si svolga nel miglior modo possibile. Gli abitanti di Pisa si impegnano con passione per mantenere viva questa tradizione, consapevoli del valore culturale e spirituale che rappresenta. Poi, verso l’ora del tramonto, viene spenta tutta l’illuminazione artificiale, sia quella pubblica sia quella privata, per lasciare che Pisa viva solo della luce dei lampanini.

L'urna di San Ranieri nella Cattedrale di Pisa. Foto: Miguel Hermoso Cuesta
L’urna di San Ranieri nella Cattedrale di Pisa. Foto: Miguel Hermoso Cuesta
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)
Veduta di Pisa durante la luminara del 1867, negativo (Archivio Fotografico della Soprintendenza di Pisa)

La festa di San Ranieri è anche un momento di profonda spiritualità per i pisani. Il santo, ricordato per la sua vita di carità e devozione, è celebrato il 17 giugno con un messa solenne che viene tenuta in Duomo. E sempre il giorno del santo viene organizzato il Palio di San Ranieri, una singolare regata storica in onore del patrono della città, nella quale i quattro quartieri storici del centro di Pisa (Santa Maria, San Francesco, San Martino e Sant’Antonio, caratterizzati rispettivamente dai colori celeste, giallo, rosso e verde) si affrontano sull’Arno con le loro imbarcazioni a remi per conquistare il palio montato sulla cima di un pennone che viene appositamente installato in mezzo al fiume.

Oltre all’aspetto religioso e spettacolare, la Luminara di San Ranieri ha anche una rilevante importanza economica per la città. Attira infatti diversi turisti, che arrivano per ammirare la bellezza della festa e per scoprire le meraviglie di Pisa. Gli alberghi, i ristoranti e i negozi si preparano ad accogliere i visitatori, offrendo il meglio della tradizione enogastronomica e artigianale locale.

La Luminara di San Ranieri è dunque un esempio di come le tradizioni possano essere preservate e valorizzate nel tempo. È un evento che coinvolge tutte le generazioni, dai più giovani ai più anziani, creando un legame intergenerazionale che rafforza il senso di appartenenza e comunità. Ogni anno, la città si rinnova in questa celebrazione, dimostrando che la luce della tradizione può continuare a brillare nel cuore di Pisa. Non solo una festa, ma un viaggio nell’anima di Pisa. È un’occasione per riscoprire la bellezza della città sotto luci diverse rispetto alle solite, per vivere momenti di condivisione, per lasciarsi incantare dalla magia di una notte illuminata da migliaia di candele.

Per saperne di più su Pisa: https://www.turismo.pisa.it/


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