Il Lago di Nemi è uno splendido luogo di villeggiatura fin dai tempi dell’antica Roma. Facilmente raggiungibile dalla capitale, il lago di Nemi è un lago vulcanico dalle caratteristiche simili a quelle del lago Albano rispetto al quale è notevolmente più piccolo. Dal punto di vista geologico, fa parte della zona detta complesso vulcanico dei Colli Albani e anche oggi si contraddistingue per la bellezza delle proprie acque, interamente balneabili, ma anche per il suggestivo ambiente in cui è immerso per non parlare delle numerose tracce della sua lunga storia di cui sono cosparse le sue coste. Durante l’antichità nelle vicinanze del lago si trovavano un bosco e un luogo di culto dedicati alla dea Diana e proprio da questo Nemi prende il suo nome. Ancora oggi il lago di Nemi è una meta imperdibile per una vacanza all’insegna del relax, della cultura e della buona cucina. Tra le acque cristalline del lago di Nemi, i musei e i tanti siti archeologici di questo ricco territorio non si possono d’altronde dimenticare i tanti piatti tipici della cucina laziale che si possono gustare nei locali che si trovano disseminati per il paese di Nemi e in tutto il circondario e, non ultime, le gustose fragoline, che ogni anno a giugno vengono celebrate con l’omonima festa. Ecco cinque tappe da non perdere del vostro viaggio al lago di Nemi.
Sin dall’antichità, il lago di Nemi fu oggetto di una leggenda riguardante due navi favolose di dimensioni gigantesche, costruite in epoca romana, ricche di sfarzo e forse contenenti dei tesori, che sarebbero state sepolte sul fondo del lago per ragioni misteriose. Tale leggenda prese a circolare probabilmente sin dal I secolo dopo Cristo e poi per tutto il Medioevo, accreditata ogni tanto dal ritrovamento occasionale di strani reperti da parte dei pescatori del lago. Le due navi, lunghe 70 metri e larghe più di 25, in effetti, erano state fatte costruire dall’imperatore Caligola, in onore della dea egizia Iside e della dea locale Diana protettrice della caccia. Frutto di un’ingegneria avanzata e splendidamente decorate, Caligola le utilizzava come palazzi galleggianti in cui abitare o sostare sul lago, o con cui simulare battaglie navali, ma in seguito alla sua morte avvenuta nel 41 dopo Cristo il Senato di Roma per cancellarne il ricordo fece distruggere tutte le opere di Caligola, tra cui anche le navi di Nemi che furono affondate. Riportate alla luce, queste sono state ospitate fin dagli anni Trenta del XX secolo in un grande museo costruito appositamente per custodirle. I due grandi scafi sono purtroppo andati distrutti durante un incendio nel 1944, ma oggi è comunque ancora possibile apprezzarne la grandezza all’interno del Museo delle Navi Romane. Il museo ha un’ala dedicata alle navi, delle quali sono esposti alcuni materiali, come la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della ruota di prua, alcune attrezzerie di bordo originali o ricostruite. Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5 e tanto altro ancora. Un’altra ala è invece dedicata al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di culto
Nel cuore dei colli Albani, Nemi è uno dei luoghi simbolo dell’area dei Castelli romani e conserva tra i suoi vicoli, le sue piazze e i suoi scorci caratteristici e suggestivi un fascino senza tempo. Attraversato dalla via Francigena e da sempre meta di pellegrini e viaggiatori, Nemi è molto di più che il suo splendido lago. Il fascino di Nemi lo si comprende bene passeggiando per le sue antiche strade sulle quali domina la torre che, al pari delle pittoresche case, si specchia nelle acque del lago. Il fascino di questo paesino di antiche origini con la torre e le case che si specchiano nelle acque azzurre del lago, circondate da canneti e da serre di fragole, ha incantato nel corso degli anni poeti e pittori, così come adesso affascina i numerosi turisti che costantemente lo visitano. A questo si aggiunga poi che tutte le strade di Nemi sono pervase dal profumo delle celebri fragoline che, tra i negozietti e le pasticcerie del centro, si possono gustare in mille modi: dai gelati ai pasticcini e poi ancora in dolci e drink. Assolutamente imperdibile è poi l’esperienza di passeggiare sotto le fronde del bosco che abbraccia il paese. Ritenuto sacro fin dai tempi dei Romani, il bosco ospitava il tempio di Diana Nemorense, centro religioso e politico della Lega Latina di cui oggi sono visibili una parete di grandi nicchioni, una parte del pronao con almeno un altare votivo, e qualche colonna.
Genzano di Roma è un piccolo gioiello incastonato sul versante esterno del cratere vulcanico del lago di Nemi. Cuore di Genzano di Roma è il suo borgo medievale ben conservato e da molti considerato uno dei più belli di tutto il territorio dei Castelli romani. A dominare questo intricato dedalo di vicoli e stradino sono due grandi edifici monumentali: palazzo Sforza Cesarini quale espressione del potere della baronia dei signori di Genzano e la chiesa di Santa Maria della Cima, testimonianza dell’antico potere religioso. Intorno e in mezzo a questi due simboli di Genzano di Roma si trovano tante case medievali con terrazzamento in vista del lago mentre si possono ancora vedere i resti di un doppio recinto di mura collegate da torri, che circondava il castrum. Imperdibile è poi una visita al parco Sforza Cesarini: un vero omaggio all’amore. Fatto costruire dal duca Lorenzo Sforza Cesarini per la moglie inglese Carolina Shirley, offre una passeggiata romantica tra essenze vegetali locali ed esotiche, come cedri atlantici e sequoie, assieme a lecci, carpini neri, allori che in passato ha attirato numerosi artisti del Gran Tour dell’Ottocento.
Traccia tangibile dell’antica Nemi sono i resti del Tempio di Diana. In quest’area il primo ritrovamento degno di nota risale addirittura al XVI secolo quando venne alla luce una dedica a Diana-Vesta che si trova ora ai Musei Capitolini di Roma. Dal 1700 inizieranno invece le prime campagne archeologiche che permisero di portare alla luce numerosi materiali votivi, i nicchioni semicircolari ed il recinto sacro. Per tutti i secoli XVIII e XIX l’intera area del Santuario è stata soggetta a continui scavi e ricerche che hanno smembrato completamente l’ingente patrimonio venuto alla luce con parte dei materiali rinvenuti che sono oggi proprietà del museo statale di Copenaghen, del Comune di Palma di Maiorca, del museo di Nottingham, del Museo Archeologico Nazionale di Villa Giulia a Roma e del museo dell’università di Philadelphia. Secondo gli studiosi l’area del santuario, frequentata già a partire dalla media età del Bronzo assunse in epoca arcaica una forte valenza politica, in quanto divenne il centro federale delle città latine riunite. L’aspetto attuale del complesso sarebbe invece databile alla fine del II secolo avanti Cristo quando assunse un impianto monumentale e scenografico.
Tappa obbligata del vostro soggiorno sul lago di Nemi è la Terrazza degli Innamorati, un luogo ameno da cui godere di una vista mozzafiato sulle limpide acque del lago. Inaugurata il giorno di San Valentino del 2015 la Terrazza degli Innamorati prende il nome dagli amori mitologici della valle del lago, in particolare quelli tra Diana e Virbio e tra Numa Pompilio e la Ninfa Egeria. Tra leggende e tradizioni che affondano le proprie radici nella notte dei tempi, oggi la terrazza degli innamorati è una delle principali attrazioni di Nemi che richiama tantissimi visitatori in ogni stagione. Dalla terrazza, incastonata tra il lago, il borgo e la natura lussureggiante dei colli Albani, si può lasciare correre l’occhio lontano, ma ci si può soprattutto rilassare nei tantissimi locali che si trovano in zona e dove è possibile gustare, in un ambiente assolutamente romantico, non solo tante specialità a base delle immancabili fragoline, ma anche piatti tipici della ricca cucina laziale.
La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER