Il Lago di Como, affascinante e ricco di storia, fonte inesauribile di ispirazione per artisti e scrittori, non è solo una destinazione glamour ma è anche meta per amanti dell’arte e della cultura. Il lago di Como è, con le sue acque di un blu intenso incastonate “tra due catene non interrotte di monti”, da sempre una delle mete più amate di chi è alla ricerca di un buen ritiro senza allontanarsi troppo dalla città. Da ben prima che Alessandro Manzoni ne cantasse tutta l’unicità dei suoi Promessi sposi, il Lario è stato il luogo del cuore per ricchi e aristocratici fin dai tempi dei romani (sulle rive del Lago di Como nacque peraltro il primo museo in senso moderno della storia), e ancora oggi è rifugio di personaggi del jet set proveniente da ogni angolo del globo che restano rapiti dalla bellezza dei paesaggi e dalla magnificenza delle tante ville gentilizie. Il lago di Como non è però solo una destinazione chic per magnati e attori di Hollywood, è il centro di una comunità viva e piena di storia che conserva con cura i suoi tanti tesori. Ecco 10 tappe imperdibili del vostro viaggio alla scoperta del Lario.
Imponente e dal profilo inconfondibile, il Duomo di Como, la cattedrale di Santa Maria Assunta, si staglia austera a pochi passi dalle sponde del lago. Per realizzare questo vero e proprio gioiello di architettura tardo gotica servirono quasi quattrocento anni con i lavori che, iniziati nel 1396, si conclusero nella prima metà del XVIII secolo. Tanti i motivi di interesse del Duomo, a cominciare dall’iconica cupola progettata nel Settecento da Filippo Juvarra fino alla facciata che risale alla fine del XV secolo e che custodisce numerose decorazioni scultoree opera in gran parte della bottega di Giovanni Rodari a cui si deve anche la paternità dei due podi con le statue di Plinio il Giovane e Plinio il Vecchio.
Situata in posizione più appartata rispetto al moderno centro della città, è celebre per il profilo dei suoi campanili gemelli che la rendono punto di riferimento per turisti e visitatori. È però solo varcando la soglia di questa basilica millenaria a poca distanza dalle rive del Lago di Como che si può apprezzarne non solo il suo alto valore artistico, ma anche toccare con mano anche il lascito della storia sulle sue spesse mura. Fulgido esempio dello stile romanico che si è sviluppato nella regione alpina, la basilica di Sant’Abbondio risale all’anno mille quando fu ricostruita dai monaci benedettini che ne occupavano anche il vicino monastero. All’interno la chiesa ha una pianta piuttosto semplice nella quale spiccano diversi bassorilievi romanici, una serie completa di affreschi di metà del XIV secolo le strutture di una basilica paleocristiana.
Conosciuta anche come “Palazzo Terragni”, con le sue linee pulite sembra emergere letteralmente dalla prospiciente piazza del Popolo che al contempo lo compenetra e ne esalta la nuda maestosità. Costruita nella prima metà degli anni Trenta su progetto del grande architetto Giuseppe Terragni, la ex Casa del Fascio è considerata uno dei grandi capolavori del razionalismo italiano di cui ne realizza e ne sublima molti dei principi fondamentali. Si tratta di un edificio compatto, dalla pianta quadrata e disposto su quattro piani. Caratteristici sono il grande salone centrale a doppia altezza, illuminato dall’alto grazie a una copertura piana in mattonelle di vetrocemento e le quattro facciate, prive di decorazioni e con differenti aperture e partiture che mettono in mostra la griglia formata da pilastri e travi. Oggi palazzo Terragni ospita gli uffici del comando provinciale della guardia di finanza.
L’antica sede del Comune sorge di fianco alla vecchia cattedrale proprio a significare lo stretto legame tra il potere temporale e quello della chiesa. In stile romanico-gotico risalente al XIII secolo, ha una caratteristica facciata in fasce di marmo lombardo in tre differenti colori: bianco, grigio e rosso. Sullo sfondo si staglia invece la torre civica che, al contrario, è stata realizzata con la tecnica del bugnato ed è caratterizzata da un’elegante bifora all’altezza del primo piano e dall’orologio coperto da due spioventi. Nel corso della sua storia il Broletto ha ospitato un teatro e un archivio mentre oggi viene utilizzato come centro congressi e sala per mostre d’arte.
Dalle prime pile ad antichi strumenti scientifici utilizzati per studiare l’elettrologia, ma anche le proprietà dei gas sono il cuore del museo che Como ha voluto dedicare uno dei suoi più illustri cittadini: Alessandro Volta. Dedicato alla memoria del chimico e fisico lariano sorge sulle sponde del lago di Como un vero tempio laico fatto costruire in stile neoclassico, ma con echi evidenti a un gusto palladiano, negli anni Venti del Novecento in occasione del centenario della morte di Volta su disegno dell’architetto Federico Frigerio grazie al contributo dell’imprenditore del cotone Francesco Somaini. Questo edificio imponente, con la sua alta cupola e l’inconfondibile facciata caratterizzata da un ampio pronao in stile corinzio, dentro raccoglie 234 reperti, originali o fedeli ricostruzioni, della vita e delle opere del grande scienziato.
È la villa per antonomasia del lago di Como. Questo edificio neoclassico dalle dimensioni monumentali venne commissionata nel 1780 da Innocenzo Odescalchi appartenente ad un ramo collaterale della celebre famiglia di principi romani e si affaccia direttamente sulle sponde del Lario. La villa prende il nome da un antico bosco di olmi mentre il suo impianto complessivo si ispira a un preciso sistema geometrico-proporzionale ispirato dalle teorie della bellezza ideale enunciate da Johann Joachim Winckelmann. La sua facciata imponente è scandita da colonne di ordine gigante decorate con tondi raffiguranti Platone, Solone, Talete, Socrate e Pitagora, opera dello scultore ticinese Francesco Carabelli ed è uno dei simboli di Como. Da qui nel corso dei secoli sono passati non solo re e regine, ma anche Napoleone Bonaparte e l’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi. Oggi la villa è di proprietà del Comune di Como ed è sede di mostre ed eventi.
Il posto più bello del lago più bello. Così da queste parti viene descritto il paese di Bellagio, un borgo incantato che incarna come nessun altro l’ideale della vita incantata sulle rive del Lario. Questo paese unico al mondo si trova proprio sull’estremità settentrionale del triangolo Lariano, nel punto in cui si dipartono i due rami del lago di Como e di Lecco. Con lo spettacolo delle Alpi che fanno da lussureggiante scenografia a ogni angolo caratteristico di questo paese curato in ogni minimo dettaglio e celebre soprattutto per i suoi tanti edifici di pregio come villa Serbelloni, villa Melzi o il convento dei Cappuccini.
Il lago di Como, certo, ma anche il monte Bisbino con il suo celebre santuario e poi le tante ville e gli splendidi giardini che ne costellano i dintorni. Cernobbio sorge subito fuori Como eppure vi si respira un’aria molto meno frenetica rispetto alla città. D’altronde questo paesino sospeso tra il verde dei boschi e il blu del lago è da sempre uno dei luoghi di villeggiatura preferiti di tutta la Lombardia e i segni di questa vocazione all’accoglienza si possono trovare un po’ dappertutto. Per gli amanti della vita all’aria aperta qui oltre ai tour sul lago esiste una ricca reti di sentieri che sale fino ai 1.325 metri del monte Bisbino, mentre per chi è alla ricerca di divertimenti meno movimentati non mancano certo i luoghi da visitare tra i quali spiccano villa Erba, oggi prestigioso centro polivalente, e la cinquecentesca villa D’Este.
Uno scrigno magico per un tesoro fatto di grandi capolavori e un giardino incantato. Questa villa seicentesca fatta costruire dai marchesi Clerici di Milano sulle rive del lago ospita un museo che custodisce, tra le altre, opere di Antonio Canova, Francesco Hayez e Bertel Thorvaldsen e un magnifico giardino botanico che, a seconda della stagione, offre un vero e proprio caleidoscopio di colori. Camelie, rose, agrumi fino allo splendore del giardino all’italiana richiamano ogni anno tantissimi visitatori che vengono letteralmente rapiti da tanti angoli suggestivi del parco, non solo. A villa Carlotta da anni si lavora per fare dello stretto rapporto tra arte e natura il proprio punto di forza con tante iniziative pensate per coinvolgere grandi e piccini in un’esperienza totalizzante.
Passato Bellagio ci imbatte in questo paesino di appena duemila abitanti, forse meno glamour dello scintillante vicino, ma non meno suggestivo e piano di motivi d’interesse. Lezzeno si sviluppa tutto lungo la costa per ben sette chilometri alle pendici dei dei monti Colmenacco, Forcoletta e San Primo e da qui partono numerose passeggiate attraverso le varie frazioni tra cui spicca la Via Crucis con le quattordici cappelle che conducono alla chiesa di Santa Trinità. Da non perdere infine un assaggio dei Missoltini, un pesce di lago essiccato al sole e cucinato alla brace che è una vera e proprio specialità gastronomica del paese.
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