La leggenda di Kinzica de' Sismondi, l'eroina che salvò Pisa


Una delle leggende fondanti di Pisa è quella di Kinzica de’ Sismondi, eroina che secondo il mito salvò la città da un’invasione nemica. È tradizionalmente identificata in una scultura che si trova nel centro storico della città.

La leggenda di Kinzica de’ Sismondi è uno dei racconti più affascinanti e meno conosciuti della storia medievale italiana, anche se per la città di Pisa ha ormai raggiunto quasi i tratti del mito fondante. Questo racconto ci porta indietro nel tempo, alla Pisa dell’XI secolo, all’epoca delle incursioni saracene che devastavano il litorale della Toscana. In questo contesto, Kinzica de’ Sismondi è celebrata come un’eroina che salvò la città di Pisa da un’invasione nemica, e la sua figura è assurta a simbolo di determinazione femminile, oltre che del coraggio di una popolazione pronta a difendere la propria terra a ogni costo.

Nell’XI secolo, Pisa era una delle principali potenze marittime del Mediterraneo. La Repubblica di Pisa era nata proprio agli albori di quel secolo, epoca in cui le navi pisane cominciavano a solcare il Tirreno e il Mediterraneo, spesso scontrandosi con i nemici (i primi erano proprio i saraceni). Di lì a pochi decenni, Pisa avrebbe cominciato a espandersi anche in Corsica, in Sardegna e alle Baleari, fino a raggiungere tra XII e XIII secolo l’apogeo della sua grandezza. Verso l’anno Mille, Pisa prosperava comunque grazie al commercio e alla sua potente flotta, ma questa ricchezza la rendeva anche un bersaglio per i pirati e le incursioni nemiche, specialmente quelle dei saraceni. Secondo la tradizione, l’evento chiave della leggenda si svolse in una notte tempestosa: i saraceni, secondo la tradizione guidati dal celebre Mujahid al-Amiri (meglio noto come il pirata Mugahid, italianizzato spesso in “Musetto”), approfittando del buio e della mancanza di vigilanza, si avvicinarono silenziosamente alle coste pisane con l’intenzione di attaccare la città. La popolazione pisana dormiva ignara del pericolo imminente, e la città sembrava destinata a cadere nelle mani dei nemici senza opporre resistenza.

Kinzica de’ Sismondi, una giovane donna di nobile famiglia, quella notte era sveglia, forse camminava per la città. Colta da un presentimento o forse dalla visione delle navi nemiche all’orizzonte, Kinzica non perse tempo: dimostrando coraggio straordinario, corse per le strade di Pisa per andare ad allertare i consoli, che decisero di far suonare le campane della torre del Palazzo degli Anziani (l’attuale Palazzo della Carovana) al fine di dare l’allarme e svegliare la popolazione: la città si preparò così rapidamente alla difesa, e l’attacco saraceno fu respinto con successo. Kinzica de’ Sismondi sarebbe poi entrata nel pantheon pisano come un’eroina, un simbolo della forza e del coraggio delle donne pisane, così importante da portare Pisa a decidere di dedicarle un quartiere, quello attorno alle chiese di San Martino e Sant’Antonio, lungo la sponda meridionale dell’Arno. In realtà, l’uso d’indicare col nome “Kinzica” quest’area di Pisa risalirebbe già alla fine del X secolo e non avrebbe niente a che fare con l’eroina (deriva forse dal longobardo kinzig che indica una depressione del terreno rispetto a un fiume).

Frammento di sarcofago in marmo del II-III secolo d.C. (a Pisa, Casa Tizzioni), che la tradizione identifica come la raffigurazione di Kinzica de' Sismondi
Frammento di sarcofago in marmo del II-III secolo d.C. (a Pisa, Casa Tizzioni), che la tradizione identifica come la raffigurazione di Kinzica de’ Sismondi. Foto: Francesco Bini
Frammento di sarcofago in marmo del II-III secolo d.C. (a Pisa, Casa Tizzioni), che la tradizione identifica come la raffigurazione di Kinzica de' Sismondi
Frammento di sarcofago in marmo del II-III secolo d.C. (a Pisa, Casa Tizzioni), che la tradizione identifica come la raffigurazione di Kinzica de’ Sismondi. Foto: L. Corevi / Comune di Pisa

Mentre la leggenda di Kinzica è ampiamente celebrata nella cultura popolare pisana, la sua esistenza storica è oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcuni storici suggeriscono che Kinzica potrebbe essere una figura mitica, creata per incarnare lo spirito di resistenza della città. Altri ritengono che potrebbe esserci un fondo di verità nella leggenda, anche se i dettagli esatti potrebbero essere stati abbelliti o modificati nel corso dei secoli. Se un fondo di verità c’è, la vicenda potrebbe essere collocata all’anno 1005, quando i pisani erano impegnati nella conquista di Reggio Calabria e dunque flotta ed esercito erano occupati nella spedizione nel sud dell’Italia, circostanza che avrebbe lasciato sguarnita la città, rendendola prenda dei possibili appetiti dei saraceni. Inoltre, nel 1004 ci fu effettivamente un’incursione nemica sulla città (anche se secondo altre fonti potrebbe risalire al 1015), che però ebbe successo e si tradusse in un massacro. Quel che tuttavia è certo, è che prima del XVI secolo manca dalle cronache qualunque riferimento a una eventuale vicenda che abbia avuto per protagonista la mitica nobildonna.

Indipendentemente dalla sua storicità, Kinzica de’ Sismondi ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva di Pisa, dal momento che la sua storia è stata tramandata attraverso generazioni, diventando parte integrante del patrimonio culturale della città. È lei per esempio il personaggio centrale del corteo storico della Repubblica di Pisa che si dispiega in occasione della Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, disputata a rotazione nelle sedi dei quattro antichi stati. A Pisa si trova anche una statua tradizionalmente identificata come la raffigurazione di Kinzica: è un rilievo in marmo che si trova sulla facciata di Casa Tizzoni, nel quartiere di San Martino, una casa-torre di origini medievali. Non si tratta in realtà di una raffigurazione della leggendaria eroina, poiché il rilievo è un frammento di un sarcofago romano del III secolo d.C., che raffigura una matrona oppure una divinità. A lei è dedicato anche un tipico dolcetto pisano, un pasticcino a base di miele e pinoli chiamato, appunto, “Kinzica”.

La leggenda di Kinzica de’ Sismondi, inoltre, non è solo una storia di eroismo individuale, ma anche un riflesso della fermezza dei pisani. In un’epoca in cui le città-stato italiane erano spesso in guerra tra loro e con invasori stranieri, racconti come quello di Kinzica servivano a rafforzare l’identità e il senso di unità della comunità. Nel contesto contemporaneo, la figura di Kinzica continua a essere un simbolo di empowerment femminile e di resistenza civile. In un’epoca in cui il ruolo delle donne nella storia e nella società è oggetto di crescente attenzione, Kinzica rappresenta un esempio di come le donne abbiano sempre giocato un ruolo cruciale, spesso tuttavia invisibile, nella difesa e nello sviluppo delle loro comunità. E poi, il mito di Kinzica è anche un potente esempio di come le storie del passato possano continuare a ispirare e a guidare le comunità. Che Kinzica sia stata una figura storica reale o un personaggio mitico, poco importa: il suo racconto è una testimonianza del coraggio e della determinazione necessari per difendere ciò che è caro. La sua eredità, dunque, vive non solo nei cuori e nelle menti dei pisani, ma anche come simbolo universale di eroismo e di resistenza, ricordando ricorda che il coraggio può emergere nei momenti più oscuri e che anche un singolo individuo può fare la differenza.

Per saperne di più su Pisa: https://www.turismo.pisa.it/


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