Il Rinascimento italiano ha lasciato tracce profonde e indelebili nella cultura e nell’arte della Romagna, una terra capace di coniugare tradizione locale e influenze nazionali e internazionali. Tra i protagonisti di questa stagione artistica, Marco Palmezzano e Luca Longhi si distinguono per la loro capacità di innovare e reinterpretare il linguaggio pittorico dell’epoca. Seguendo le loro tracce, questo itinerario si estende a diverse località della Romagna, comprese le pinacoteche di Faenza e Cesena, oltre a chiese situate a Forlimpopoli e Santarcangelo di Romagna, fino ai borghi di Castrocaro Terme, Brisighella e Dozza, tra paesaggi suggestivi e opere di straordinaria bellezza.
Il borgo medievale di Dozza conserva nella Chiesa di Santa Maria Assunta la Madonna con Bambino in trono tra san Giovanni Battista e santa Margherita di Marco Palmezzano. L’opera raffigura la Madonna seduta su un trono al centro della scena, con un abito rosso e un manto blu, mentre sostiene il Bambino in piedi sulle sue ginocchia. Alla sua destra si trova Santa Margherita, raffigurata in piedi con una veste blu e un mantello rosa. Alla sua sinistra compare San Giovanni Battista, vestito di marrone e con una croce avvolta da un nastro bianco su cui è riportata una scritta. Sullo sfondo si apre un paesaggio, mentre in primo piano si nota un pavimento in marmo policromo. Quest’opera di grande valore artistico era inizialmente collocata in un ambiente della sacrestia e, prima ancora, probabilmente inserita in un’ancona di un altare. Si ritiene che il dipinto sia stato realizzato su richiesta di un parrocchiano, come suggerisce la dedica a G. Bernardi. Dai registri degli Estimi conservati nell’Archivio Storico Comunale di Dozza, emerge che Bernardi era uno dei principali proprietari terrieri tra il 1450 e il 1490. È plausibile che abbia commissionato l’opera per la chiesa della sua parrocchia come segno di devozione religiosa verso la Vergine e San Giovanni.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
A Brisighella, borgo immerso nelle colline dell’Appennino romagnolo, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli o dell’Osservanza custodisce uno dei capolavori di Marco Palmezzano: la Madonna col Bambino in trono, fra tre angeli e quattro santi (1520). Questa pala d’altare, firmata e datata, è un esempio perfetto della Sacra Conversazione: al centro di una simmetria rigorosa è la Vergine seduta su un trono riccamente decorato con grottesche. Due angeli sollevano le cortine di un baldacchino, creando un effetto scenografico che conferisce alla Vergine un’aura di regalità. Attorno a lei, i santi disposti simmetricamente sono ritratti in atteggiamenti quotidiani: san Francesco legge un libro, sant’Antonio Abate si appoggia al bastone, mentre san Girolamo si percuote il petto con un sasso. Ogni figura è caratterizzata da dettagli minuziosi, come la lucentezza dell’armatura probabilmente di san Giorgio o le stimmate di san Francesco, che sottolineano la capacità narrativa di Palmezzano. Il paesaggio sullo sfondo, con le sue colline e le sue vedute aperte, crea un senso di profondità che amplifica l’effetto tridimensionale della scena.
Nella lunetta dell’opera Il Padre Eterno di Marco Palmezzano è raffigurato Dio Padre, descritto come un anziano con la barba bianca divisa in due ciocche, in atteggiamento benedicente. La figura è circondata da una schiera di cherubini e, con le braccia distese, assume una forma triangolare che simboleggia la Trinità, richiamata anche dal gesto della mano benedicente con tre dita sollevate. Questa tavola, ripulita nel 1957 e presentata a Forlì durante una mostra dedicata al celebre pittore forlivese, è stata sottoposta a un ulteriore restauro di recente. Nel 2004 è stata nuovamente collocata nella sua posizione originaria.
Collegiata di San Michele Arcangelo
Sempre a Brisighella, la Collegiata di San Michele Arcangelo ospita l’Adorazione dei Magi di Palmezzano, opera che si caratterizza per l’equilibrio compositivo, la signorilità degli atteggiamenti dei personaggi, l’accurata finezza dei particolari, la fastosità e la ricchezza decorativa. La pala è stata commissionata nel 1514 dalla famiglia Naldi, capitani di ventura, e si distingue per il suo equilibrio compositivo e la sua vivacità cromatica.
Al centro della scena si trova la Beata Vergine, seduta su un masso in posizione frontale, con il Bambin Gesù in grembo. Davanti a lei è inginocchiato uno dei Magi, identificato come Gaspare, un uomo anziano con capelli bianchi e una lunga barba, che bacia il piede del Bambino mentre gli offre un cofanetto d’oro. Sul cofanetto si distingue un cartiglio con la firma e la data dell’autore: “Marchus Palmizanus pictor foroliviensis faciebat MCCCCCXIIII”. Gesù Bambino rivolge uno sguardo benedicente verso gli altri due Magi, Baldassarre e Melchiorre, quest’ultimo rappresentato, contrariamente alla tradizione, senza tratti somatici africani. Sul lato sinistro della composizione si scorge San Giuseppe, un uomo anziano leggermente curvo, appoggiato a un bastone. Alle loro spalle si ergono le colonne marmoree di un edificio sontuoso, mentre sullo sfondo si sviluppa un vivace paesaggio: colline, castelli, montagne impervie e vallate animate da guerrieri a piedi e a cavallo, oltre a carovane di cammelli che avanzano in corteo.
Alla tavola è sovrapposta la lunetta, con la disputa di Gesù fra i dottori, a mezza figura. Domina la scena Gesù fanciullo, con le braccia allargate in veste rossa e manto verde.
La Pinacoteca Comunale di Faenza è una tappa imperdibile per chiunque voglia approfondire l’opera di Palmezzano. Tra le opere più importanti conservate nella collezione spicca la Madonna con Bambino in trono fra san Michele Arcangelo e san Giacomo Minore (1497), con nella lunetta Padre eterno e cherubini. Si tratta di uno dei massimi raggiungimenti dell’attività iniziale del Palmezzano, dove l’influenza del maestro Melozzo si fonde con coerenza alle esperienze della scuola veneta. I santi laterali, san Michele e san Giacomo Minore, sono rappresentati con un’eleganza che riflette l’influenza della pittura veneta. Il paesaggio sullo sfondo è popolato di scene simboliche e si caratterizza per una minuziosa descrizione naturalistica.
Altri capolavori qui custoditi sono le tavole raffiguranti sant’Agostino e l’Arcangelo Raffaele, sicuramente due frammenti di uno stesso polittico, dove il santo è rappresentato in piedi, con la mitra bianca decorata da gemme preziose incastonate in oro. Indossa un piviale rosso ornato con dettagli dorati sopra una veste scura ed è concentrato nella lettura di un libro che tiene in una mano, mentre con l’altra sostiene il pastorale. E l’Arcangelo Raffaele è raffigurato insieme al giovane Tobia, ritratto in un’età inferiore rispetto alla narrazione biblica. La composizione evidenzia l’influenza della pittura veneta, in particolare quella di Giovanni Bellini, riconoscibile nella morbidezza della pennellata, nella scelta di tonalità cromatiche armoniose e nell’uso di una luce calda. Elementi che testimoniano una fase matura e ben definita nello stile artistico di Marco Palmezzano. Vi sono inoltre quattro tavole con santi, probabilmente frammenti di un una pala d’altare, della quale non sono note né la committenza né notizie storiche antiche, e un Cristo portacroce.
A Castrocaro Terme, località celebre per le sue terme, nella Chiesa dei Santi Nicolò e Francesco, risalente al 1398 ma ristrutturata nel 1520 si trova la Beata Vergine con i santi Agostino e Antonio da Padova, realizzata nel 1500 da Marco Palmezzano. La Vergine, raffigurata in trono mentre allatta il Bambino, domina la scena con un’espressione serena e materna. Ai suoi lati, i santi Agostino e Antonio da Padova: il primo, vestito da vescovo con la mitra in testa, tiene un voluminoso libro nella mano sinistra e il bastone pastorale nella destra; il secondo indossa il saio francescano e reca in mano un libro rosso chiuso.
Forlì, città natale di Marco Palmezzano, è il fulcro dell’itinerario rinascimentale in Romagna. Le sue chiese e musei ospitano una straordinaria collezione di opere dell’artista.
Museo San Domenico e Pinacoteca Comunale
Il Museo San Domenico è uno scrigno di tesori rinascimentali. Tra i capolavori di Palmezzano spiccano L’Annunciazione (1495-1497), che l’artista realizza dopo il suo viaggio a Venezia per la Chiesa del Carmine, e l’affresco raffigurante il Crocifisso, la Madonna e i santi Francesco, Chiara, Giovanni Evangelista e Maddalena, realizzato intorno al 1492 sulla parete di fondo dell’abside della chiesa annessa al convento femminile di Santa Maria della Torre a Forlì. Quest’opera riveste un’importanza cruciale per comprendere l’evoluzione artistica di Palmezzano, poiché riflette lo stile e le influenze della sua fase iniziale. L’affresco non è solo un capolavoro significativo nella produzione dell’artista, ma rappresenta anche l’unico esempio conosciuto del suo lavoro nel campo della pittura a fresco. E ancora, la Glorificazione di sant’Antonio Abate in trono fra i santi Giovanni Battista e Sebastiano (Pala Ostoli), realizzata tra il 1496-97, La Comunione degli Apostoli dipinta nel 1506 per l’altare maggiore della Cattedrale di Forlì e inaugurata in occasione della venuta in città di Papa Giulio II (9-17 ottobre 1506), e l’Annunciazione piccola.
La Pinacoteca custodisce anche opere di Luca Longhi, come il Ritratto di Cesare Hercolani, celebre Capitano forlivese, e la grande tavola con la Madonna con il Bambino, Santa Caterina e Sant’Orsola con le Vergini.
Passeggiando tra i vicoli del centro storico s’incontra poi la Casa di proprietà del Palmezzano e la Chiesa di San Biagio, al cui interno è conservato il Trittico dell’artista, mentre nel Duomo, nella Cappella di Sant’Anna, si può ammirare il suo San Rocco.
Abbazia di San Mercuriale
L’Abbazia di San Mercuriale è uno dei luoghi più significativi di Forlì. Tra le opere di Palmezzano conservate al suo interno spiccano la pala dell’Immacolata Concezione e la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Caterina d’Alessandria.
Chiesa di Santa Maria dei Servi
Nella Chiesa di Santa Maria dei Servi, costruita nella seconda metà del XV secolo, si trova l’Annunciazione dipinta da Marco Palmezzano nel 1533. A differenza delle versioni precedenti dello stesso tema, questo dipinto presenta una maggiore semplicità stilistica e un’enfasi sulla sacralità della scena piuttosto che sui dettagli decorativi.
Basilica di San Rufillo
La Basilica di San Rufillo custodisce due opere della fase giovanile di Luca Longhi, tra cui la Madonna in trono col Bambino e i santi Valeriano e Lucia e la Madonna in trono col Bambino e i santi Ruffilo e Antonio da Padova. Due opere che fanno parte entrambe della commissione di Antonello Zampeschi, signore di Forlimpopoli, e che raffigurano sacre conversazioni. La Madonna in trono col Bambino e i santi Valeriano e Lucia è la prima opera nota del pittore e mostra come l’artista avesse già fissato uno schema compositivo preciso insieme ad alcuni elementi stilistici fondamentali. Si nota qui infatti la sua inclinazione sentimentale.
Cesena offre un ricco patrimonio artistico rinascimentale, ben rappresentato dalla Pinacoteca Comunale (aperta su richiesta) e dalla Galleria dei Dipinti Antichi della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena. Se nella Pinacoteca sono custodite opere di Antonio Aleotti di Argenta, pittore molto vicino allo stile di Marco Palmezzano, è nella Galleria dei Dipinti Antichi, tappa fondamentale per chi voglia approfondire l’arte rinascimentale in Romagna, che si trovano opere sia del Palmezzano che di Luca Longhi.
Santarcangelo di Romagna ospita il Museo Storico Archeologico (MUSAS), situato all’interno del Palazzo Cenci. Le collezioni del museo comprendono opere che spaziano dal Medioevo all’Ottocento, con una particolare attenzione al Rinascimento romagnolo. Tra i grandi capolavori qui custoditi vi è una tavola cinquecentesca di Luca Longhi.
L’itinerario si conclude a Ravenna, nella Basilica Santuario di Santa Maria in Porto, dove nella navata di destra si può ammirare la Madonna Assunta e santi di Francesco Longhi, e al MAR – Museo d’Arte della Città, dove è conservato un nucleo significativo di opere comprese tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento: tra queste vi sono opere di Marco Palmezzano (La Presentazione al Tempio, La Natività, Ritratto), ma anche di Luca Longhi e dei figli Francesco e Barbara, insieme ai protagonisti della stagione del raffaellismo in Romagna.
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