L’Isola d’Elba è la più grande isola dell’Arcipelago Toscano nonché la terza più grande d’Italia. Si trova a circa dieci chilometri dalla costa e il modo più semplice e rapido per raggiungerla è con i traghetti che partono da Piombino e che in circa quaranta minuti compiono la traversata del canale di Piombino che separa l’isola dalla costa. L’Isola d’Elba è una gettonata meta estiva (sebbene valga una visita in tutte le stagioni), non solo per le sue spiagge, ma anche per le sue bellezze naturali (fa integralmente parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, istituito nel 1996), e per la varietà dei paesaggi che offre: la parte occidentale, infatti, si caratterizza per la presenza di aspre montagne, su cui svetta il Monte Capanne che coi suoi 1.019 metri sul livello del mare è il rilievo più alto dell’isola, al centro una pianura dove si aprono golfi, insenature e spiagge di sabbia finissima, mentre la parte più vicina alla costa è collinare ed è famosa per le sue miniere di ferro che sono state molto sfruttate nell’antichità e dànno anche il nome alla principale città dell’Isola d’Elba, Portoferraio. Nell’isola ci sono sette comuni (dal più al meno popolato: Portoferraio, Campo nell’Elba, Capoliveri, Porto Azzurro, Rio, Marciana e Marciana Marina), ognuno con la propria storia e le proprie peculiarità, in grado di narrare una storia plurimillenaria, dal momento che, grazie ai ritrovamenti archeologici, sappiamo che l’Isola d’Elba era popolata già in età preistorica, e in particolare durante il Paleolitico. Gli etruschi vi costruirono alcuni villaggi fortificati, avendone intuito il ruolo strategico per il controllo delle rotte marittime e per lo sfruttamento delle miniere di ferro. In epoca romana venne infine fondato il primo nucleo dell’odierna Portoferraio, nel Medioevo l’isola fu conquistata da Ostrogoti e Longobardi, divenne territorio della Repubblica di Pisa e poi del Principato di Piombino. Ma la storia dell’Isola d’Elba è indissolubilmente legata a quella di Napoleone, che qui rimase in esilio per 10 mesi tra il 1814 e il 1815: ci sono ancora testimonianze del suo passaggio. Oggi l’Isola d’Elba è una delle destinazioni più amate della Toscana, e c’è tanto da vedere: di seguito ecco i dieci luoghi imperdibili per il vostro viaggio.
Principale città dell’isola, l’unica a superare i diecimila abitanti, Portoferraio è il punto di arrivo dei traghetti che conducono all’Isola d’Elba ed è adagiata su un grande porto naturale. Nota nel medioevo come “Ferraia”, era già nel Duecento sede di attività minerarie: il sito venne poi ceduto dagli Appiani ai Medici nel 1547 e l’antico borgo venne rifondato su progetto urbanistico di Giovanni Camerini che, per Cosimo I, ideò una moderna città fortificata cui venne dato il nome di “Cosmopoli”, ovvero “Città di Cosimo”, che diventò una exclave del Ducato (poi Granducato) di Toscana nel territorio del Principato di Piombino retto dagli Appiani. Ancora oggi il centro storico di Portoferraio si presenta con un ordinato reticolo di strade ampie su cui si affacciano grandi edifici cinque e seicenteschi dominati dall’imponente mole di Forte Falcone e Forte Stella, le fortezze medicee costruite a protezione della città. Nel centro di Portoferraio si ammirano la Torre del Gallo, ovvero la torre costiera così detta perché nel Cinquecento vi fu collocato un gallo (simbolo della nuova alba della Cosmopoli medicea), tradizionalmente attribuito a Giambologna e rubato nel Settecento, la chiesa della Natività di Maria con opere del Seicento toscano, la chiesa neoclassica di San Cristino a cui è annesso il Museo della Misericordia (all’interno una Madonna col Bambino della scuola di Tino di Camaino), la chiesa di San Marco alle Grotte con una pala di Giuseppe Bezzuoli, la Pinacoteca Foresiana che è il principale museo d’arte della città, con una collezione di opere di importanti artisti soprattutto ottocenteschi (da Telemaco Signorini a Plinio Nomellini, da Llewelyn Lloyd ad Antonio Ciseri), divisa in dodici sale.
Marciana è il borgo più antico dell’Isola d’Elba: con tutta probabilità si trova sul sito di un antico insediamento romano, come farebbe supporre il nome (derivato dal nome personale romano Marcius), anche se il Comune di Marciana viene citato per la prima volta in un documento del XII secolo. In passato Marciana ebbe una certa importanza dal momento che fu residenza estiva dei principi Appiano di Piombino, quando l’isola era dominata dalla signoria che aveva sede nella città costiera. Il centro storico si sviluppa sotto la possente Fortezza Pisana edificata nel XII secolo, che serviva per proteggere questa zona dell’isola dalle incursioni dei pirati saraceni, e all’occorrenza poteva anche dare rifugio alla popolazione. Tra i monumenti importanti figura l’antica pieve di San Lorenzo, del XII secolo, situata in località “Il Santo”, a metà strada tra il centro di Marciana e la frazione Poggio, e poi ancora la chiesa di Santa Caterina, la parrocchiale di Marciana nonché una delle chiese più grandi dell’isola, la Zecca di Marciana (che venne fondata dai principi Appiani), oltre che il caratteristico centro storico.
Sono i due principali musei archeologici dell’Isola d’Elba, come altri istituti fanno parte del Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano, e per gli appassionati di storia antica una visita a questi due istituti sarà utile per sapere tutto sulla vita dell’isola nella preistoria e nell’antichità. Il più completo è il Museo Archeologico di Marciana, con reperti che spaziano dal Paleolitico al Medioevo disposti su quattro sale: ci sono ceramiche etrusche, anfore greco-italiche, maioliche pisane medievali, oltre ad anfore ritrovate nei relitti delle navi naufragate nel mare attorno all’isola. A Portoferraio si visita invece il Museo Archeologico della Linguella, ospitato negli ambienti degli antichi magazzini del sale della capitale elbana. Inaugurato nel 1985 e definitivamente aperto al pubblico nel 1988, ha due sale con reperti che raccontano soprattutto gli antichi commerci dell’Isola d’Elba grazie al materiale ritrovato nei relitti, ma non solo: si può ammirare in questo museo anche la preziosa Ara di Attiano, un altare in granito del II secolo d.C. dedicato a Ercole.
Chi vuole conoscere la millenaria storia dell’estrazione del ferro dell’Isola d’Elba non può non visitare i musei minerari. Si può cominciare dal MUM - Museo Mineralogico “Luigi Celleri” di San Piero in Campo, aperto nel 2013: qui è presente una ricca raccolta di minerali e campioni provenienti dai siti estrattivi dell’isola. Una sezione è dedicata ai minerali di ferro e alle rocce da cui si estraggono i minerali presenti sull’isola. A Rio Marina, Palazzo del Burò ospita invece il Museo dei Minerali dell’Elba e dell’arte Mineraria dove, oltre alla collezione dei minerali, si possono osservare ricostruzioni fedeli di ambienti di miniera con materiali e strumenti originali provenienti dai cantieri estrattivi (si visitano, per esempio, un tratto di galleria a grandezza naturale, i luoghi dei minatori, l’officina del fabbro ferraio). Per conoscere l’estrazione del ferro nel corso della storia si può visitare, sempre a Rio, il Museo Archeologico del Distretto Minerario, che espone reperti archeologici che documentano la più importante attività produttiva dell’Isola d’Elba lungo la storia. Infine, a Capoliveri, si possono visitare le miniere del monte Calamita, la cui attività produttiva è stata sospesa nel 1980 (anche se i giacimenti non sono esauriti) e oggi sono un sito di archeologia industriale tra i più interessanti della Toscana e non solo.
Sono i particolari siti, tipici dell’Isola d’Elba, che venivano utilizzati dai pastori che portavano le loro greggi di capre, animale molto diffuso in questa terra, a pascolare sui pendii della parte occidentale dell’isola. Si compongono di tre elementi: il caprile propriamente detto, ovvero il recinto in pietra che delimitava il caprile, poi il domolito, ovvero la capanna di pietra (da cui il nome) di forma circolare in cui venivano prodotti i formaggi, e infine il grìgolo, una struttura in pietra che serviva per lo svezzamento dei capretti. Nonostante la loro apparenza antica, i caprili con domolito in pietra sono strutture recenti, che si sono diffuse a partire dal primo Novecento: prima infatti le capanne erano costruite con rami e foglie innestati sopra una base in pietra, come le pinnettas che si trovano in Sardegna. I principali caprili dell’Isola d’Elba si trovano attorno al paese di San Piero in Campo, una frazione di Campo nell’Elba, ma se ne trovano diversi anche nei pressi di Marciana.
Il Museo delle Residenze Napoleoniche si trova a Portoferraio, fa parte della Direzione Regionale Musei Toscana del Ministero della Cultura, ed è suddiviso in due sedi: la Palazzina dei Mulini, residenza urbana di Napoleone, dove si conservano arredamenti d’epoca, cimeli e parte della biblioteca che l’imperatore dei francesi portò con sé (qui, Napoleone cercò di ricreare un ambiente di corte necessariamente più ridotto ma comunque confortevole come quello di cui poteva godere a Parigi, grazie anche alla presenza a Portoferraio della madre e della sorella), e Villa San Martino, residenza extraurbana di Napoleone. Nella villa si conservano ritratti di Napoleone e dei suoi ufficiali, oltre che immagini delle sue battaglie: è dunque il luogo adatto per saperne di più sulla storia dell’uomo che scrisse la storia d’Europa tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
Situato sul Crino delle Puntate, una dorsale montuosa tra il centro di Marciana e il borgo di Poggio, è il luogo dove la tradizione colloca il rifugio di san Cerbone, santo vissuto nel VI secolo, originario dell’Africa, e molto venerato nella costa sud della Toscana (a lui è dedicata la Cattedrale di Massa Marittima, città di cui è patrono). Il santuario dedicato a san Cerbone è un edificio spoglio e severo, che ha forse origini antichissime dal momento che, sempre secondo la tradizione, dovrebbe essere stato edificato poco dopo la morte del santo (che scomparve a Poggio nel 575), ma il primo documento che attesta la sua esistenza è del 1421. La facciata, sobria, immette in un interno a navata unica dove si trova la tela ottocentesca raffigurante il santo. Vicino al santuario si trova la Grotta del Santo, il luogo dove sarebbe vissuto san Cerbone.
Si trova nel territorio comunale di Porto Azzurro, aggrappato a uno sperone roccioso raggiungibile soltanto a piedi da un sentiero che parte da un piazzale lungo la provinciale che collega Porto Azzurro a Rio Marina. Venne fatto costruire nel Seicento come voto dal governatore spagnolo di Napoli, José Pons y León, che venne sorpreso da una violenta burrasca durante una navigazione nel Tirreno e pregò la Madonna di Monserrato, a cui era devoto, per salvarsi. La nave su cui viaggiava riuscì ad arrivare salva al golfo di Porto Longone (ovvero l’attuale Porto Azzurro: la ridenominazione della città è del 1947), e venne così costruito il santuario, che per lungo tempo fu frequentata meta di pellegrinaggio, soprattutto nel Settecento. Anche Napoleone, nel 1814, volle visitare il santuario, che è tuttora aperto al culto nonostante la sua posizione impervia. All’interno, un altare di marmo ospita un dipinto della Madonna del Monserrato, copia della celebre Madonna nera del santuario di Montserrat in Catalogna.
Gli amanti della natura saranno felici di poter passeggiare nel Santuario delle Farfalle, un percorso naturalistico situato tra i boschi del Monte Perone, aperto nel maggio del 2009. Si raggiunge a piedi partendo dall’area pic-nic del Monte Perone, ed è così chiamato perché questa zona dell’Isola d’Elba è abitata da tante specie diverse di farfalle (se ne contano una cinquantina) che si possono abitualmente vedere soprattutto d’estate: la cospicua presenza di questi magnifici insetti è dovuta all’ambiente particolarmente umido e gradevole, ricco di piante e fiori che offrono alle farfalle nutrimento. Lungo il percorso, diversi pannelli illustrativi consentono di avere molte informazioni sulla vita delle farfalle, oltre che sulle caratteristiche delle diverse specie che si possono avvistare.
L’Isola d’Elba, si sa, è famosa per le sue spiagge. Quali sono le migliori per godere di una giornata di relax? La spiaggia probabilmente più famosa è quella di Fetovaia: una lingua di sabbia lunga duecento metri, nel Comune di Campo nell’Elba, celebre per la sua acqua turchese. Caratteristiche simili si trovano alla spiaggia di Lacona, che invece fa parte del Comune di Capoliveri: è una delle spiagge più estese dell’isola. A Campo nell’Elba, famosa è la spiaggia di Cavoli, mentre decisamente più scenografica è la Cala dei Frati, che si trova a Portoferraio sotto una rupe. Tra le spiagge più belle, sempre a Portoferraio, si contano quella di Sansone, una delle più lunghe e comode, e quella della Biodola, mentre tra le più ampie e attrezzate figura sicuramente quella di Procchio, nel Comune di Marciana. Chi invece preferisce la tranquillità può optare, per esempio, per la Cala delle Alghe a Rio, o per la spiaggia della Paolina nei pressi di Procchio, o ancora per la Crocetta vicino al centro di Marciana Marina, nascosta dietro una falesia, e raggiungibile con un ripido sentiero tra gli scogli. C’è infine un’opzione anche per i naturisti: la spiaggia di Acquarilli, particolare per la sua sabbia di ciottoli neri (che richiedono dunque adeguato riparo durante i giorni più caldi dell’estate, per via della loro propensione a surriscaldarsi facilmente), dal 2015 è autorizzata per la pratica del naturismo.
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