Il labirinto del Castello di Cordovado, dove passeggiare nel profumo delle rose


Il labirinto del Castello di Cordovado è un dedalo singolare: non è stato creato per disorientare, ma per procurare benessere, calma e serenità, respirando il profumo delle migliaia di rose damascene che lo compongono.

Un labirinto di rose damascene, tutte disposte lungo un tracciato circolare, simile a quello del labirinto della Cattedrale di Chartres, con filari che però si dispongono tutto attorno a creare come dei raggi, un’immagine che ricorda quella del sole: è il labirinto del Castello di Cordovado, non lontano da Pordenone, nel Friuli. Il castello nacque nel Medioevo sul sito di un castrum romano che presidiava la via Claudia Augusta, che partiva da Altino e arrivava fino a Trento, per poi proseguire verso nord oltre le Alpi e verso sud fino a Hostilia, l’attuale Ostiglia, nel mantovano. Il castello si trovava sul confine del Patriarcato di Concordia Sagittaria, vicino al fiume Tagliamento, ed era gestito dai vescovi di Concordia che lo affidarono alla famiglia Ridolfi: furono responsabili per lungo tempo del castello. In seguito, nel Cinquecento, la proprietà passò ai conti d’Attimis e poi, due secoli dopo, ai Freschi di Cucanea. Fu proprio un membro della famiglia, Sigismondo Freschi, a creare all’inizio dell’Ottocento il parco che circonda il castello. Il parco fu poi curato dai discendenti, a cominciare da Antonio, figlio di Sigismondo, che fece del castello, ormai trasformato in villa signorile, un centro frequentato da intellettuali, soprattutto musicisti. La moglie Carlotta, talentuosa pianista, ebbe l’idea di piantare le prime rose nel parco: da allora, la tradizione di coltivare questo splendido fiore non è mai venuta meno.

Dopo la seconda guerra mondiale, il Castello di Cordovado passò per vie ereditarie a Nicoletta Freschi, moglie del conte Lorenzo Piccolomini Clementini Adami, discendente della famiglia Piccolomini di Siena che diede alla Chiesa due papi. Ancora oggi sono gli eredi Piccolomini che curano la gestione del castello, che include un piccolo borgo, incluso nel novero dei “Borghi più belli d’Italia” (si trova qui anche una piccola chiesa medievale), e che è circondato dal rigoglioso giardino. Il castello oggi ha più l’aspetto di una dimora signorile rinascimentale che quello di un maniero medievale, ma è comunque testimone di secoli e secoli di storia.

Castello di Cordovado. Foto: Francesco Galiffi/Grandi Giardini Italiani
Castello di Cordovado. Foto: Francesco Galiffi/Grandi Giardini Italiani
Castello di Cordovado. Foto: Grandi Giardini Italiani
Castello di Cordovado. Foto: Grandi Giardini Italiani
Il borgo. Foto: Castello di Cordovado
Il borgo. Foto: Castello di Cordovado

Proprio per via del fiore che lo contraddistingue, il Castello di Cordovado è noto anche come il “Castello delle Rose”: tantissime sono le specie che si possono trovare nel giardino, ma è la rosa damascena, come anticipato, a far mostra di sé nel labirinto, in migliaia di fiori. Detta anche “Rosa di Damasco”, o “Rosa di Castiglia”, appartenente alla famiglia delle rosacee ed è una delle varietà più pregiate e apprezzate di rose. Originaria della Siria, da cui il nome, viene coltivata, in arbusti che raggiungono un’altezza compresa tra il metro e i due metri, soprattutto per i suoi fiori, utilizzati per produrre olio essenziale e acqua di rose: ha fiori di colore rosa intenso che possono variare dal rosa chiaro al rosso scuro. I petali sono numerosi e delicati, spesso con una consistenza vellutata, e sono addirittura commestibili, dato il loro aroma delicato (sono utilizzati anche per preparare tisane). La rosa damascena è inoltre celebre per il suo profumo intenso e dolce, considerato tra i più raffinati e complessi nel mondo delle rose.

Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, il labirinto del Castello di Cordovado non ha origini antiche: è nato infatti nel 2015, nell’ambito del progetto di recupero del parco ottocentesco avviato da Benedetta Piccolomini, attuale proprietaria del sito. La nobildonna, fornita d’una grande passione per la natura e la botanica, ha riqualificato il parco trasformandolo in un vero giardino terapeutico, un “luogo”, scrive Giancarlo Pavat nella sua Guida curiosa ai labirinti d’Italia, “dove la natura diventa accessibile a tutti coloro che hanno difficoltà nel movimento, nel sentire, nel vedere o anche nello spirito e nella mente. Un luogo dove è possibile avvicinare con facilità le piante, toccare essenze odorose, inebriarsi con il sole e con i profumi e anche poter raccogliere qualche frutto, o seme o fiore, ammirare dei fiori di stagione o semplicemente seguire il crescere e il fiorire e lo sfiorire”.

Il labirinto è stato pensato per “potersi perdere nel profumo delle rose e ritrovare la propria armonia”, ha detto Benedetta Piccolomini. Di conseguenza, il tracciato è stato pensato per far rilassare chi s’inoltra lungo i meandri: non ci sono vicoli ciechi, né strade chiuse, non si torna indietro al punto di partenza, nessun trabocchetto a sviare dal cammino o a produrre ansia tra i visitatori. Anzi: è il contrario. È una passeggiata, in sostanza. Una passeggiata che deve produrre calma, serenità. La rosa come essenza che accompagna il cammino dei visitatori è stata scelta dopo che Benedetta Piccolomini assistette a una conferenza in cui si parlava delle rose secondo il grande scrittore tedesco Johann Wolfgang Goethe, che faceva coincidere i cinque petali del fiore della rosa venivano fatti coi lati del pentagramma di Agrippa (dal quale discende anche l’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci), e di conseguenza la rosa diventerebbe simbolo stesso dell’armonia sulla terra.

Il labirinto. Foto: Castello di Cordovado
Il labirinto. Foto: Castello di Cordovado
Il labirinto. Foto: Paolo Sgartavatti/Grandi Giardini Italiani
Il labirinto. Foto: Paolo Sgartavatti/Grandi Giardini Italiani
Il labirinto. Foto: Castello di Cordovado
Il labirinto. Foto: Castello di Cordovado

Per poter provare a camminare nel labirinto nel periodo migliore dell’anno, quando cioè le rose sono al culmine della loro fioritura e il loro profumo è più inteso, occorre recarsi a Cordovado tra maggio e giugno: il castello, per l’occasione, organizza anche un festival dedicato alle rose: conferenze, visite guidate, letture, esposizioni, percorsi sensoriali, giornate di conoscenza sui fiori e sugli animali, proiezioni di documentari sono soltanto alcune delle attività che animano il Castello durante il festival ma anche nel resto dell’anno. Inoltre, nel castello (che da qualche tempo fa parte della rete Grandi Giardini Italiani) si trova anche un emporio, “Se son rose”, dove è possibile acquistare prodotti genuini a base del delicato fiore che qui viene coltivato.

Il Castello di Cordovado e il suo giardino rappresentano una destinazione imperdibile per chi ama la storia, la natura e il benessere. È un luogo dove il passato e la bellezza naturale si fondono armoniosamente, offrendo un’esperienza indimenticabile a chiunque lo visiti. Passeggiare tra le rose del giardino, respirare il loro profumo e immergersi nella quiete del castello è un’esperienza che rigenera il corpo e la mente. Ed è proprio con questo spirito, del resto, che il parco è rinato.


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