Tra le più antiche famiglie nobiliari ungheresi, il ramo principesco Fraknó della dinastia Esterházy prese il via con Nikolaus Esterházy (Galanta, 1583 – Großhöflein, 1645). Convertitosi dal calvinismo al cattolicesimo, fu uno dei più grandi sostenitori della reazione cattolica in Ungheria e pose le basi per una rapida ascesa della sua famiglia appoggiando la causa dell’imperatore del Sacro Romano Impero contro l’avanzata dei Turchi in Ungheria. Per quest’ultimo la casata Esterházy rappresentò un forte scudo contro l’avanzata turca, poiché riuniva sotto di sé un notevole numero di soldati a proprie spese, motivando in questo modo altri aristocratici ungheresi a fare lo stesso. Nel 1622 ottenne dall’imperatore Ferdinando II d’Asburgo il feudo di Forchtenstein e il titolo di conte, oltre al governo della contea di Eisenstadt, mentre nel 1625 venne nominato ancora dall’imperatore Palatino del regno d’Ungheria. Nome completo della casata era tuttavia Esterházy di Galantha, dal feudo di Galanta in Slovacchia che membri della famiglia, le cui origini risalgono addirittura al XIII secolo, avevano acquistato nel Quattrocento.
Testimonianza del prestigio della dinastia Esterházy è il Palazzo Esterházy ad Eisenstadt, capoluogo del Burgenland poco distante da Vienna. Il Palazzo è considerato infatti la più importante residenza della famiglia, che venne acquisita da Nikolaus e da lui ricostruita. L’edificio, che fu costruito nel 1390 su una rocca fortificata e ricostruito poi nel Seicento, è oggi uno dei palazzi barocchi più belli dell’Austria per le sue sontuose e sfarzose stanze. Il rinnovamento barocco del palazzo venne compiuto nella seconda metà del Seicento (1663 - 1672) grazie all’illustre figlio di Nikolaus, Paolo I (Kismárton, 1635 - 1713). Entrato nell’esercito imperiale, salì in breve tempo al grado di feldmaresciallo (1665), in seguito ai meriti militari per cui si era distinto nella guerra contro i turchi dimostrando fedeltà agli Asburgo. Nel 1681 ottenne il titolo di Conte Palatino e nel 1687 fu nominato principe dell’Impero dall’imperatore Leopoldo d’Asburgo. Paolo I si occupò dell’ampliamento del palazzo, per il quale chiamò l’architetto Carlo Martino Carlone; una ricostruzione che durò dieci anni e che definì la facciata principale e il cortile come li vediamo ancora oggi. Originariamente la facciata era nei colori grigio, bianco e rosa; solo nell’Ottocento ha assunto l’odierno colore giallo. La decorazione a stucco venne compiuta dal maestro Andrea Bertinalli, il quale realizzò anche le grottesche in stucco nella facciata principale e nelle facciate del cortile. Attorno a queste grottesche sono nate inoltre leggende secondo cui gli artisti raffiguravano i volti dei funzionari di corte, che non li pagavano e che buttavano il denaro nel divertimento, nelle smorfie delle grottesche.
Altri rimaneggiamenti risalgono invece al Settecento per volontà della coppia Paolo II Anton (Eisenstadt, 1711 – Vienna, 1762) e Anna Maria Lunati Visconti, e successivamente per il principe Anton e il principe Nikolaus II: quest’ultimo nell’Ottocento fu anche responsabile del rinnovamento del giardino che, secondo la moda del tempo, assunse le forme di un giardino all’inglese arricchito da un tempio, stagni, serre e cascatelle.
Oltre ai membri della famiglia Esterházy, anche un famoso compositore austriaco, Franz Joseph Haydn (Rohrau, 1732 – Vienna, 1809), tra i maggiori esponenti del classicismo viennese, considerato il “padre della sinfonia” e del quartetto d’archi, è molto legato al Palazzo. Sappiamo che Haydn lavorò presso la corte degli Esterházy per più di quarant’anni, dal 1761 al 1803, come maestro di cappella, compositore e direttore d’orchestra, e che trovò un terreno fertile per le composizioni soprattutto sotto Nikolaus I, il quale lo promosse alla direzione musicale di tutti gli eventi a palazzo. Haydn compose una serie di opere musicali ispirate allo strumento preferito del principe, ovvero la viola di bordone. In onore al principe, Haydn gli dedicò la Sinfonia n.45, altrimenti conosciuta come Sinfonia degli addii, poiché composta quando la corte si trovava nella residenza estiva di Esterháza e in quell’occasione i musicisti smisero di suonare e abbandonarono la sala lasciando continuare solo il violino di Haydn stesso e il primo violino.
Tra le sale più sfarzose del palazzo di Eisenstadt spicca proprio la Haydnsaal, ancora oggi una delle sale da concerto più belle al mondo, dedicata al grande compositore austriaco. Tra le migliori per acustica (ogni anno ospita un ricco programma di concerti, più di cento, e dal 2017 il Herbstgold, rassegna che unisce musica classica, jazz, musica dei Balcani con gastronomia e enologia), la Sala Grande venne costruita per volontà di Paolo Esterházy. Il programma pittorico dell’originaria grande sala per banchetti spaziava dai personaggi di Adamo ed Eva alle rappresentazioni dei possedimenti Esterházy, ai ritratti di antenati e di re ungheresi, ai ritratti di imperatori romani. Per il soffitto si progettò di raffigurare in grandi pannelli le allegorie di campagna dell’Ungheria, scene della leggenda delle Esperidi e della fiaba di Amore e Psiche, per culminare nell’accettazione di Psiche nel cielo degli dei.
Solo alla fine del Settecento la sala venne modificata nel corso della ricostruzione classicista del palazzo. Le finestre sul lato del giardino sono state chiuse, le porte sono state installate, le fontane sui lati stretti dell’Aula Magna sono state demolite; hanno subito modifiche anche le superfici murarie della sala: i dipinti del XVII secolo vennero imbiancati fino ai pannelli del soffitto e il pittore di corte Friedrich Rhode fu incaricato di eseguire e appendere decorazioni a festoni di fiori e medaglioni in grisaille alle pareti. Dedicata ancora ad Haydn è poi la Sala Terrena del palazzo che ospita la mostra permanente Haydn explosiv. Music from Revolutionary Times: per raccontare la vita e l’opera del grande compositore sono qui esposti autografi storici, spartiti, dipinti, opere grafiche e strumenti musicali, immersi però in un allestimento contemporaneo, come il pavimento ricoperto da un tappeto colorato di Roy Lichtenstein, le pareti rivestite di carta da parati di Franz West, Verena Dengler e Margit Nobis, e non mancano installazioni sonore. È visibile anche il suo piano a martelli che gli fu donato dalla principessa Maria Josefa Hermenegilde, sua mecenate, per la quale Haydn ideò sonate per pianoforte che lei eseguiva direttamente con l’Hammerflügel.
Quest’ultima, nata principessa Liechtenstein, insieme a Maria Theresia, nata principessa Thurn und Taxis e molto corteggiata durante il Congresso di Vienna, e Lady Sarah Child-Villiers, talento musicale che purtroppo scomparve in giovane età, sono tre donne significative della casata. Vivevano in stanze sontuose, ora restaurate, che oggi costituiscono all’interno del palazzo l’Appartamento della Principessa. Una sezione permanente del Palazzo racconta inoltre la storia della principessa Melinda Esterházy (Budapest, 1920 — Eisenstadt, 2014): di origini borghesi, Melinda Ottrubay iniziò a danzare da giovane fino a diventare ballerina all’opera di Budapest, e divenne principessa sposando il principe Paolo V Esterházy. La sua vicenda biografica è raccontata nel Palazzo dalla mostra in cinque atti La vita mi ha donato molto, che narra la vita dell’ultima coppia di principi. La coppia non ebbe figli e perciò Melinda, dopo la morte del marito Paolo, diede vita a diverse fondazioni per mantenere l’eredità storica e culturale della famiglia Esterházy
Quella che un tempo fu importante residenza degli Esterházy oggi è un museo e luogo di eventi e di manifestazioni culturali: conserva l’esclusiva collezione privata della casata, tra cui preziose porcellane, argenteria, opere d’arte di alta qualità, mobili storici. Dalle porcellane della manifattura Frankenthal al più grande servizio da tavola in argento del mondo in stile impero realizzato dalla famosa oreficeria viennese Würth, dalle miniature ai dipinti alle sculture.
Il Palazzo è uno spaccato della vita glamour alla corte dei principi Esterházy: visitandolo si ha occasione di conoscere la storia di un’importante nobile famiglia che nei secoli si legò a quella dell’edificio stesso, perché qui vi abitò e intrattenne rapporti con personaggi del tempo. Passato e presente vivono qui un dialogo continuo, che rende il Palazzo Esterházy di Eisenstadt un luogo unico e magnificamente suggestivo.
Per saperne di più sul Palazzo Esterházy visitate il sito austria.info
La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER