Dieci borghi da visitare in Campania


Ancora in viaggio tra i borghi d'Italia, alla scoperta di dieci località da vedere nelle terre della Campania, tra mare e montagne.

1. Atrani

Atrani, con una superficie di appena 0,120 kilometri quadrati, è il comune più piccolo d’Italia per superficie. Si trova su un promontorio della Costiera Amalfitana, e le sue orgini sono sconosciute: le prime attestazioni storiche risalgono al X secolo, quando ad Atrani viene fondata la chiesa di San Salvatore de Birecto, che aveva funzione di cappella palatina dei duchi di Amalfi. Piccolo e tranquillo borgo costiero, è uno dei più “fotografati” della costiera: da vedere, nel centro, la già citata San Salvatore de’ Birecto, che oggi si presenta nel suo aspetto seicentesco, l’attigua chiesa dell’Immacolata, la chiesa di Santa Maria Maddalena con la sua singolare cupola maiolicata e con la sua torre campanaria che sono simbolo del borgo, e la Torre dello Ziro che sovrasta la cittadina. Ad Atrani si trova anche la grotta dove, secondo la tradizione, si sarebbe rifugiato Masaniello dopo la rivolta.

Veduta di Atrani
Veduta di Atrani

2. Minori

Altro borgo della Costiera Amalfitana, Minori ha origini romane: la zona era infatti nota come luogo di villeggiatura del patriziato romano in età imperiale (è l’insediamento più antico della Costiera Amalfitana). Il borgo si sviluppò invece durante il Medioevo, quando faceva parte del Ducato di Amalfi. Minori è nota anche in quanto fu una delle città interessate, nel 1943, dallo sbarco di Salerno. Da vedere nel borgo la Basilica di Santa Trofimena, la principale di Minori, la chiesa dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento, l’antica chiesa di Santa Lucia, le torri costiere costruite soprattutto nel Cinquecento contro le incursioni dei pirati saraceni. La Villa Romana di Minori, visitabile, è la più antica attestazione della vita in questa zona.

Veduta di Minori
Veduta di Minori

3. Nusco

Borgo immerso nel verde, Nusco è nota anche come “il balcone dell’Irpinia”, data la sua splendida posizione panoramica, a quasi mille metri sul livello del mare. Le origini di Nusco risalgono al Medioevo (il primo documento che la cita è del 1093): fu feudo dei De’ Giamvilla, ed era sede di un’importante fortezza, dove ripararono nel 1122 Guglielmo di Puglia e nel 1254 Manfredi di Sicilia. Nonostante il tessuto urbanistico ricalchi quello medievale, l’aspetto della cittadina è oggi in gran parte settecentesco, ovvero risale all’epoca della ricostruzione dopo i due pesanti terremoti che, tra il Sei e il Settecento, devastarono l’Irpinia e non risparmiarono Nusco. Da vedere oggi la bizzarra Concattedrale dove sono evidenti le stratificazioni delle varie epoche, l’antica abbazia di Santa Maria di Fontigliano (risalente al VI secolo dopo Cristo ma rifatta nei secoli), e il grande Castello di Nusco, in antico il monumento più importante del borgo, oggi ridotto a un rudere.

La Concattedrale di Nusco. Ph. Credit Amato Maiurano
La Concattedrale di Nusco. Ph. Credit Amato Maiurano

4. Sant’Agata de’ Goti

La città è divisa in due parti: quella moderna, di origine ottocentesca, e il centro storico, un borgo arroccato sopra un rilievo di tufo. Le origini di Sant’Agata de’ Goti sono evidenti fin dal suo nome, dal momento che si tratta di un antico centro longobardo, ma che fu anche dominato dai normanni e quindi dagli svevi, fino a passare sotto gli angioini nel XIII secolo. Sulla rocca di tufo di Sant’Agata de’ Goti però probabilmente esistevano già insediamenti di epoca più antica, dal momento che nei dintorni sono state ritrovate necropoli sannitiche. Da vedere in città l’antichissima Cattedrale dell’Assunta, fondata nel 970, la romanica chiesa di Sant’Angelo de Munculanis, la chiesa dell’Annunziata, che ha origini del XIII secolo, i numerosi palazzi nobiliari, il medievale Castello Ducale. Il locale Museo Diocesano (curiosità: fu inaugurato nel 1996 da un Joseph Ratzinger allora cardinale) conserva reperti archeologici, opere medievali e un’Annunciazione di Corrado Giaquinto.

Veduta di Sant'Agata de' Goti. Ph. Credit Kris De Curtis
Veduta di Sant’Agata de’ Goti. Ph. Credit Kris De Curtis

5. Castellabate

Castellabate si trova sulla costa del Cilento, all’interno del Parco Nazionale del Cilento. Le origini rimontano al XII secolo, quando cominciò la costruzione del castello per iniziativa dell’abate (da cui il nome) Costabile Gentilcore. Fu a lungo un feudo degli svevi, quindi fu angioina e seguì le sorti del regno di Napoli. Oggi è un sito molto gettonato per l’amenità del luogo. Nel suo centro storico, di aspetto medievale, si trovano testimonianze antiche come la basilica pontificia di Santa Maria de Gulia, di origini romaniche, il santuario ottocentesco di Santa Maria a Mare, le numerose torri costiere. Castellabate è anche punto di partenza per escursioni lungo la meravigliosa costa cilentana.

Castellabate, il litorale della frazione di Santa Maria
Castellabate, il litorale della frazione di Santa Maria

6. Furore

Questo piccolo borgo a picco sul mare, di origini medievali, è noto in tutto il mondo per il suo singolare “fiordo”, il “Fiordo di Furore”, in realtà una stretta insenatura nella Costiera Amalfitana dove penetra il mare. In antico la zona, che per la sua asprezza (è fatta di anfratti a strapiombo sul mare) diede rifugio a fuggiaschi ed eretici, era nota come “Terra del Furore” a causa della furia delle acque del mare che penetrano nell’insenatura. Fu poi borgo marinaro, e nel Medioevo fu anche un piccolo comune indipendente. Nel centro rimangono numerose chiese, tra cui quelle di San Michele Arcangelo e di San Giacomo Apostolo, entrambe fondate nel Medioevo, ma la principale attrazione è proprio il Fiordo, dove si trova una spiaggia molto frequentata nei mesi estivi.

Il cosiddetto Fiordo di Furore
Il cosiddetto Fiordo di Furore

7. Montesarchio

È il secondo comune più popoloso della provincia di Benevento dopo il capoluogo e si trova in un’area abitata fin dall’epoca dei sanniti (tanto che si pensa che la fondazione del centro risalga a questi ultimi). Dal Duecento fino all’Ottocento fu feudo di tre famiglie (i della Leonessa, i Carafa e i D’Avalos), che segnarono la storia del borgo. I due principali monumenti di Montesarchio sno la Torre, di origine medievale, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino, e il Castello (altra sede del Museo Archeologico). Risalgono a epoche antiche anche l’abbazia di San Nicola (del XII-XIII secolo, ma l’aspetto è posteriore), e la chiesa francescana di Santa Maria delle Grazie, di origine quattrocentesca. Il borgo si divide in due parti: Latovetere, di epoca longobarda, e Lato Nuovo, di epoca normanna.

Veduta di Montesarchio
Veduta di Montesarchio

8. Casertavecchia

Frazione di Caserta, da cui dista circa dieci chilometri è la Caserta antica e si presenta come un borgo medievale perfettamente conservato: l’odierna città si sviluppò con l’arrivo dei Borbone, che qui vi edificarono la Reggia (ma già sotto gli aragonesi l’antico borgo aveva già cominciato a spopolarsi). Oggi ci vivono meno di duecento abitanti: da vedere lo splendido Duomo di San Michele Arcangelo che conserva il suo aspetto medievale, le rovine del castello, i vicoli del borgo.

Il Duomo di Casertavecchia
Il Duomo di Casertavecchia

9. Zungoli

Borgo di poco più di mille abitanti in provincia di Avellino, in Irpinia, ha origini molto antiche in quanto quest’area era al centro di una trafficata area di confine all’epoca dei romani, dove passavano la via Appia e la via Traiana. Il borgo medievale, ben conservato, cominciò a formarsi attorno all’anno Mille e molti sono i monumenti dell’epoca, a cominciare dal Castello (risalente con ogni probabilità all’XI secolo) e dal quattrocentesco convento di San Francesco, risalente al Quattrocento ma rimaneggiato nei secoli successivi.

Veduta di Zungoli
Veduta di Zungoli

10. Ravello

Nato dopo la caduta dell’impero romano, questo borgo della Costiera Amalfitana fu uno dei centri più fiorenti dell’antica Repubblica di Amalfi, che cadde in declino a seguito della fine dell’indipendenza dello stato amalfitano: sotto il Regno di Napoli fu un feudo dei Sanseverino prima e dei Piccolomini di Siena poi, e nell’arco dei secoli continuò ad arricchirsi di opere d’arte. Il monumento più noto è il Duomo di Ravello, dove si conserva l’ambone di Nicola di Bartolomeo da Foggia, uno dei capolavori dell’arte medievale italiana. Da vedere la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la chiesa di Santa Maria a Gradillo, quella di San Giovanni del Toro. I famosi Giardini di Villa Rufolo offrono splendidi panorami sul Golfo di Salerno.

Ravello, i Giardini di Villa Rufolo. Ph. Credit Berthold Werner
Ravello, i Giardini di Villa Rufolo. Ph. Credit Berthold Werner


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