Dieci borghi da visitare in Abruzzo


Dall'Appennino alla costa, un viaggio in Abruzzo per scoprire dieci borghi da visitare in regione.

1. Pacentro

Le prime attestazioni di Pacentro risalgono all’VIII secolo, ma gran parte dei monumenti che oggi la contraddistinguono risale al periodo compreso tra il XIII e il XV secolo, ovvero al cosiddetto “periodo caldoresco”, quando cioè Pacentro, assieme a diverse altre città dell’Abruzzo e del Molise, era feudo della potente famiglia Caldora, uno dei più illustri casati del Regno di Napoli. Durante questi anni sorsero le fortificazioni che sono simbolo del borgo: il Castello Caldora, in particolare, fu costruito tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, ha subito fortemente l’azione del tempo ma la sua struttura si è mantenuta e oggi è visitabile. Altro edificio simbolo è la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, anch’essa quattrocentesca, ma con facciata di un secolo più tarda. Una curiosità: Pacentro è la terra d’origine della popstar Madonna (i nonni paterni erano infatti nati qui).

Veduta di Pacentro
Veduta di Pacentro. Ph. Credit

2. Popoli

Sorge sulle rive del fiume Pescara, sulle ultime propaggini dell’Appennino abruzzese: le sue origini sono romane (in quest’area sorgeva un villaggio che si chiamava Pagus Fabianus), e fu probabilmente abbandonata dopo le invasioni barbariche. Il nuovo borgo si formò nel IX secolo: si trattava di un villaggio nei pressi dell’abbazia di San Clemente a Casauria, noto come Castrum Pauperum. Al secolo successivo risale invece con ogni probabilità la costruzione del primo castello. Popoli si sviluppò soprattutto nel Duecento, quando divenne feudo della famiglia Cantelmo, rivali dei sopra menzionati Caldora, e che rimasero feudatari di Popoli fino al 1749. Il Castello dei Cantelmo è ancora presente: occupa la cima di un monte che sovrasta il borgo. L’antica residenza della famiglia è il Palazzo Ducale Cantelmo, quattrocentesco. Della stessa epoca è la chiesa di San Francesco, che però si presenta oggi nel suo aspetto tardobarocco (all’interno è conservato un interessante paliotto in maiolica di Castelli, località poco distante). Tardobarocca è anche la scenografica chiesa della Santissima Trinità. Nei pressi del borgo si trova anche la Riserva naturale Sorgenti del Pescara, una riserva di grande interesse paesaggistico.

Veduta di Popoli
Veduta di Popoli. Ph. Credit

3. Penne

L’abitato, a pochi chilometri dal mare, si sviluppa su quattro colli (rappresentati nello stemma del Comune dalle quattro torri) ed è di origini antiche: l’antico nome romano Pinna Vestinorum indica che fu fondata dai vestini, un’antica popolazione locale. In epoca romana fu una delle città più importanti di questo tratto della costa adriatica, e nel Medioevo fu normanna, sveva e angioina, e nel 1522 divenne feudo personale di Alessandro de’ Medici e quindi di Margherita d’Austria, andata in sposa a Ottavio Farnese (Penne fu così feudo farnesiano per quasi due secoli). Un celebre episodio della storia del borgo è la sollevazione contro il Regno di Napoli scoppiata nel 1837 e passata alla storia come “l’insurrezione dei martiri pennesi”: un obelisco in città la ricorda. Il borgo si sviluppa attorno al Duomo, che è anche concattedrale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne: l’aspetto attuale, in stile pseudo-romanico, si deve ai restauri del dopoguerra, ma all’interno si conservano opere antiche. Numerosi gli edifici di culto settecenteschi che si susseguono in tutto il borgo, alternati ai palazzi rinascimentali e barocchi. A Penne si trovano anche un Museo Civico Diocesano, un Museo Archeologico, un Museo Naturalistico, e un nuovo Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, aperto nel 2010.

Penne, l'ingresso al borgo medievale
Penne, l’ingresso al borgo medievale

4. Tagliacozzo

L’episodio che tutti abbiamo letto sui libri di storia è la famosa battaglia di Tagliacozzo, che si combatté nel 1268 tra Corradino di Svevia e Carlo I d’Angiò, e fu decisiva (nonché uno degli eventi più importanti del Medioevo) in quanto assegnò agli angioini il Regno di Sicilia. Principale centro della Marsica, Tagliacozzo cominciò a formarsi nell’XI secolo: fu dunque feudo degli Orsini fino alla fine del Quattrocento, quando Tagliacozzo divenne dei Colonna, che tennero il feudo fino al 1806, data di abolizione del feudalesimo. Per le vie del borgo si trovano le tracce delle due famiglie: il Palazzo Ducale fu la residenza prima degli Orsini (che lo fecero costruire) e poi dei Colonna, la chiesa e il convento di San Francesco (la chiesa conserva lo stile gotico) si svilupparono grazie alle loro donazioni e lo stesso dicasi per la chiesa di Santa Maria del Soccorso, mentre nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano si conserva il quadro del Volto Santo che i Colonna donarono alla città. Il Museo Orientale ospita un’interessante raccolta di arte egizia, orientale e mediorientale. Infine, Tagliacozzo è anche punto di partenza per escursioni naturalistiche nel territorio della Marsica.

Tagliacozzo, piazza Obelisco
Tagliacozzo, piazza Obelisco

5. Santo Stefano di Sessanio

Piccolo comune di appena 115 abitanti sull’Appennino abruzzese, ha origini medievali: è attestato per la prima volta nel 1239, ma la storia di Santo Stefano di Sessanio presumibilmente comincia qualche secolo prima. Fino al 1806 fece parte della baronia di Carapelle, ma raggiunse il suo massimo sviluppo nel Cinquecento, quando i Medici s’impossessarono della baronia e diedero un notevole impulso economico alla zona e al borgo, che divenne fiorente centro del commercio della lana. Oggi, il borgo, che sorge alle pendici del Gran Sasso, si presenta ancora in gran parte nel suo aspetto medievale. Santo Stefano di Sessanio è dominato dalla Torre Medicea (crollata nel 2009 nel terremoto dell’Aquila, al momento la si sta ricostruendo) e ospita interessanti edifici come la settecentesca chiesa di Santo Stefano Martire (che ha però origini più antiche: il portale infatti è romanico), il Palazzo Mediceo, la chiesa della Madonna del Lago.

Veduta di Santo Stefano di Sessanio
Veduta di Santo Stefano di Sessanio

6. Rocca San Giovanni

Si trova su un colle che domina la costa dei trabocchi, così chiamata per la presenza dei “trabocchi”, le palafitte che i pescatori abruzzesi da secoli utilizzano per la pesca nel mare Adriatico. Fu fondata nell’XI secolo dagli abati del monastero di San Giovanni in Venere, che si trova poco lontano, nel territorio comunale di Fossacesia, e nacque come piccolo villaggio fortificato. Più volte devastata dai terremoti, nonostante ciò presenta pregevoli monumenti antichi (oltre a un tessuto urbanistico che dal Trecento non ha subito modifiche sostanziali): le mura medievali, il Torrione dei Filippini, la chiesa di San Matteo, rimaneggiata tuttavia più volte nei secoli. Risale invece all’Ottocento il Palazzo Comunale. Da Rocca San Giovanni ha anche alcune frazioni sul mare, e nel territorio comunale si trova anche l’Area faunistica di Rocca San Giovanni, un grande zoo-safari, unico parco di questo tipo in tutta la regione.

Rocca San Giovanni, il Palazzo Comunale
Rocca San Giovanni, il Palazzo Comunale. Ph. Credit

7. Opi

È un borgo di quattrocento abitanti aggrappato alla cresta di un monte, nella Marsica. Opi è attestata per la prima volta nell’XI secolo, e fu feudo di numerose famiglie che si succedettero lungo i secoli. Per secoli l’economia di Opi si è basata sulla pastorizia: la sobrietà del suo centro storico ricorda questa sua vocazione. Nel borgo sono da vedere la chiesa di Santa Maria Assunta e la chiesa di San Giovanni Battista, mentre nei dintorni è possibile esplorare il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, uno dei più antichi d’Italia, di cui Opi è uno dei centri principali.

Veduta di Opi. Ph. Credit Carlo Di Rocco
Veduta di Opi. Ph. Credit Carlo Di Rocco

8. Barrea

Si trova a poca distanza da Opi, nel territorio dell’Alto Sangro, e sorge a mille metri d’altitudine nei pressi delle rive dell’omonimo lago artificiale (fu creato nel 1951 quando il Sangro fu sbarrato ai fini di produzione d’energia elettrica), in una delle zone paesaggistiche più incantevoli dell’Abruzzo. Probabilmente qui si trovavano insediamenti sanniti e romani, ma l’attuale borgo nacque probabilmente nell’XI secolo per volontà degli abati di Montecassino. Fu quindi feudo di molte famiglie che si succedettero nell’amministrazione della zona (i Di Sangro, i Caldora, i D’Afflitto, i Caracciolo, con questi ultimi che lo tennero fino al 1806). Barrea fu devastata durante la seconda guerra mondiale: si trovava infatti poco lontana dalla linea Gustav. L’origine medievale di Barrea è richiamata dal castello fatto costruire tra l’XI e il XII secolo dai Di Sangro: da visitare anche la trecentesca chiesa di San Tommaso (lungamente rimaneggiata nei secoli), la chiesa della Madonna delle Grazie, il monastero di San Michele Arcangelo.

Veduta di Barrea
Veduta di Barrea. Ph. Credit

9. Atri

Situata poco lontana dalla costa, è un centro di antichissime origini, fondata forse già dai piceni, fiorente in epoca romana (anzi: era una delle città più importanti della zona). Rifiorì nel Trecento dopo un plurisecolare periodo di decadenza che seguì la caduta dell’impero romano, e si sviluppò nel Quattrocento, quando diventò un feudo degli Acquaviva, che la tennero fino al Settecento inoltrato lasciando la loro impronta indelebile. Simbolo della città è lo splendido Duomo, realizzato tra Duecento e Trecento, che conserva numerose e preziose opere d’arte (imperdibile lo spettacolare coro affrescato da Andrea De Litio), e poi da vedere la settecentesca chiesa di San Francesco, la chiesa romanica di San Nicola che conserva intatto il suo aspetto medievale, il Palazzo dei duchi Acquaviva (noto anche come Palazzo Ducale, fu la residenza dei locali feudatari e oggi è il municipio di Atri), le mura ciclopiche del VI secolo avanti Cristo. Atri è sede anche di diversi musei: il Museo Capitolare (che include la visita al chiostro del Duomo), il Museo Civico Etnografico, il Museo Archeologico, il Museo didattico degli Strumenti Musicali Medievali e Rinascimentali (che ha sede in Palazzo Ducale).

Il Duomo di Atri
Il Duomo di Atri. Ph. Credit

10. Guardiagrele

Guardiagrele è sede del Parco nazionale della Majella e sorse nel VII secolo come avamposto longobardo, mentre il borgo attuale cominciò ad assumere l’aspetto attuale tra il XII e il XIV secolo. Durante il Medioevo, a Guardiagrele si sviluppò la tradizione orafa, che raggiunse il culmine nella figura di Nicola da Guardiagrele, grande orefice vissuto tra Tre e Quattrocento. La storia del borgo è segnata dalla tragedia dell’assedio francese del 1799, quando sotto l’attacco delle truppe del generale Coutard morirono 328 abitanti del borgo. Pesantemente bombardata durante il secondo conflitto mondiale, fu poi ricostruita e riuscì a riprendersi nel dopoguerra. Il suo centro storico presenta numerosi monumenti: tra i più antichi sono il Torrione Orsini, la medievale collegiata di Santa Maria Maggiore, la duecentesca chiesa di San Francesco, e la chiesa di San Nicola che è forse la più antica della città, anche se provata dai secoli. Il principale edificio civile è invece Palazzo Vitacolonna, che presenta un’elegante facciata neorinascimentale. Guardiagrele è anche uno dei principali centri per conoscere le tradizioni abruzzesi: a loro sono dedicati il Museo del costume e della tradizione della nostra gente, il Museo dell’artigianato artistico abruzzese, e il Museo del Costume e della Tradizione Popolare. Opere d’arte e reperti archeologici sono conservati nel Museo del Duomo e nel Museo Archeologico “Filippo Ferrari”. Infine, Guardiagrele è una delle città in cui è ambientato uno dei capolavori dell’abruzzese Gabriele D’Annunzio, Il trionfo della morte.

Guardiagrele, Santa Maria Maggiore
Guardiagrele, Santa Maria Maggiore. Ph. Credit


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