Principale città della Sicilia orientale, al centro della più grande area metropolitana dell’isola, Catania, dominata dalla mole dell’Etna, è uno dei principali centri economici, industriali e culturali del Meridione d’Italia. Città di antichissime origini, fondata nel 729 a.C., Catania ha una storia millenaria che si riflette in ogni sua strada, in ogni sua piazza, in ogni suo edificio. Catania è una scoperta continua, ha vissuto tante epoche che hanno lasciato le loro testimonianze sul tessuto urbano (nacque come Katane fondata dai greci calcidesi, fu romana, nel Medioevo importante centro dell’emirato arabo di Sicilia, poi importante città normanna, fino ad arrivare al Settecento, secolo durante il quale Catania conobbe la sua fioritura, con la rinascita che seguì il devastante terremoto del 1693 (il più grave che abbia mai colpito la Sicilia in tempi storici), e che ha lasciato a Catania il suo attuale volto barocco, tanto da essere inserita nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco all’interno del sito “Città tardo barocche del Val di Noto”. Nel Novecento è stata anche importante centro di sviluppo dello stile liberty. Oggi Catania è una città moderna, principale porta per la Sicilia per chi arriva in aereo (l’aeroporto di Fontanarossa è tra i primi in Italia per traffico passeggeri), e che ha moltissimo da mostrare a chi la visita. Abbiamo qui selezionato le dieci tappe alle quali è difficile rinunciare durante un soggiorno a Catania.
Il teatro romano di Catania si trova nel centro della città, nei pressi di piazza San Francesco, alle pendici della collina di Montevergine. La struttura risale al I secolo d.C. anche se fu rimaneggiata nel secolo successivo, quando il teatro fu ampliato e fu aggiunto anche l’ingresso monumentale (sempre nel II secolo d.C. fu costruito l’attiguo Odeon che serviva per gare poetiche e musicali). Ulteriormente ristrutturato tra III e IV secolo d.C., venne abbandonato tra il V e il VI secolo e riportato alla luce solo nell’Ottocento. Oggi è una delle testimonianze più vive della Catania romana, anche se la presenza di un teatro è attestata anche nella Catania greca. Nei pressi del teatro romano si trova anche l’Antiquarium regionale, che ha sede in due edifici attigui (Casa Pandolfo, del XVIII secolo, e Casa Liberti, del XIX secolo), dove sono conservati reperti che documentano la storia antica di Catania.
Principale edificio di culto della città, la Cattedrale di Sant’Agata fu edificata nell’XI secolo ma, a seguito delle distruzioni causate dai vari terremoti che si sono abbattuti su Catania, venne più volte ricostruita fino ad assumere l’attuale aspetto barocco nel Settecento, dopo che il terremoto del 1693 lasciò intatta soltanto la zona absidale. La scenografica facciata è suddivisa in tre ordini scanditi in verticale da colonne di granito di riuso (forse provenienti dal teatro romano) ed è una delle più spettacolari della città, con uso di diversi materiali tra cui il marmo di Carrara per le statue dei santi che la ornano. L’interno conserva opere di Guglielmo Borremans, Giovanni Tuccari, Filippo Paladini e altri importanti artisti. Da vedere, all’ingresso della Cappella della Vergine (dove si trovano i sepolcri di alcuni sovrani del regno di Sicilia), lo splendido portale in marmo realizzato nel 1545 da uno scultore carrarese, Giovanni Battista Mazzolo, trasferitosi in Sicilia e divenuto uno dei principali scultori del Rinascimento siciliano. Altro ambiente di pregio è la cappella di sant’Agata, patrona della città: qui si conserva un grande altare marmoreo dedicato alla santa. Da piazza del Duomo parte via Etnea, la principale strada del centro storico di Catania, lungo la quale sorgono i principali edifici barocchi della città, mentre al centro si ammira la Fontana dell’Elefante, monumentale opera realizzata da Giovanni Battista Vaccarini tra il 1735 e il 1737, nota per la statua di basalto raffigurante un elefante, l’animale simbolo di Catania.
Si trova su via Vittorio Emanuele II ed è una delle principali chiese barocche della città: progettata da Giovanni Battista Vaccarini, venne innalzata sulle rovine dell’antica chiesa dedicata a Sant’Agata, distrutta dal terremoto del 1693. Completata nel 1735, presenta un’elegante facciata tripartita, molto movimentata per l’andamento sinuoso dei suoi elementi, dietro la quale spicca la maestosa cupola. L’interno è su pianta a croce greca e conserva preziose statue in stucco raffiguranti santi, decorazioni in marmo di Carrara e opere d’arte tra cui il Crocifisso di Ignazio Carnazza del 1696. Dal 2015, è stato aperto il camminamento della cupola, che offre la possibilità di godere del panorama sulla città.
L’Antichissima Regia ed Insigne Basilica Collegiata di Maria Santissima dell’Elemosina (questo il nome completo di questo edificio sacro) venne fondata nel Medioevo ma, come tanti edifici di Catania, fu ricostruita dopo il sisma del 1693, che rase al suolo l’antica chiesa. La costruzione del nuovo edificio prese avvio nei primi anni del Settecento (il progetto è attribuito all’architetto siciliano Angelo Italia) e fu completata solo nel 1769. All’esterno presenta una facciata in pietra calcarea e pietra bianca di Siracusa, è suddivisa in due ordini ripartiti in orizzontale da sei colonne anch’esse in pietra calcarea, che sorreggono una trabeazione curva, che rende particolarmente scenografico l’edificio, completato da due volute sull’ordine superiore e da una loggia centrale contenente le statue di san Pietro e san Paolo. Al di sopra della loggia si eleva la cella campanaria decorata con le statue di un’aquila reggistemma, due angeli e due putti sulla sommità. All’interno (con pianta a tre navate), le opere di Olivio Sozzi, Francesco Gramignani Arezzi, Giuseppe Sciuti, la volta affrescata nel 1896 dallo stesso Sciuti.
È una delle più frequentate chiese della città perché all’interno contiene una particolarità: una riproduzione in scala ridotta della Santa Casa di Loreto, presente nel santuario di Santa Maria dell’Aiuto fin dal 1740, quando vi fu fatta collocare dal canonico Giuseppe Lauria, particolarmente devoto alla Vergine. Anche in questo caso l’edificio attuale sorse in seguito al terremoto del 1693. La facciata, preceduta da un’ampia scalinata, è in due ordini con grandi colonne binate che la percorrono in verticale, e sulla sommità si chiude con un possente timpano spezzato al centro del quale campeggia lo stemma mariano (una raffigurazione della Madonna col Bambino sormonta invece il portale). A fianco della facciata si eleva il campanile squadrato, mentre all’interno è possibile osservare l’icona di Santa Maria dell’Aiuto, custodita sull’altare maggiore.
Sede del municipio, si trova sul lato nord di piazza del Duomo, vicino alla Cattedrale di Sant’Agata e di fronte al Palazzo del Seminario dei Chierici, altro edificio barocco del Settecento, oggi sede del Museo Diocesano della città etnea. Fin dai tempi antichi, il palazzo è sede dell’assemblea dei rappresentanti della città (nel Medioevo era noto come “Palazzo Senatorio”). Ricostruito a partire dal 1696, si presenta con una facciata barocca rivestita al pianterreno con bugne diamantate. I finestroni, sormontati da timpani ad arco al piano terra e da timpani triangolari spezzati al secondo piano (mentre il terzo piano presenta delle semplici finestre incorniciate), sono divisi da paraste che corrono lungo tutto il palazzo in verticale. Di particolare pregio il portale, sulla cui sommità si osservano le statue della Giustizia e della Fede con lo stemma cittadino. Nel cortile si può ammirare la “Pietra del Malconsiglio”: è un grande macigno di pietra lavica, di cui non si conosce l’origine (forse il capitello di un edificio antico di cui si è persa memoria). È uno degli oggetti più simbolici della città, in quanto nel 1516 fu scelta come luogo di ritrovo dai rivoltosi dei moti di Catania, ribellatisi al viceré Hugo de Moncada (la ribellione poi fallì e la pietra, scoperta quale sede di appuntamenti dei ribelli, venne esposta sulla pubblica piazza come monito: da questa storia deriva il suo nome).
In piazza San Francesco d’Assisi sorge Palazzo Gravina Cruylas, casa natale di Vincenzo Bellini: il grande compositore vide la luce qui nella notte tra il 2 e il 3 novembre del 1801. Dichiarata monumento nazionale nel 1923, la casa natale di Bellini aprì come museo nel 1930. Gli ambienti sono rimasti pressoché invariati rispetto a com’erano quando vi nacque l’autore della Norma, e il percorso museale, che parte dall’alcova in cui Bellini venne al mondo, racconta l’evoluzione della sua brillante carriera con l’esposizione di manoscritti musicali autografi, cimeli, documenti, stampe, modelli di scena, ritratti e opere d’arte, lettere, la collezione di pianoforti che suonarono le musiche del “cigno catanese”, la biblioteca musicale che vede la presenza di spartiti di musicisti italiani e stranieri dal XVIII al XX secolo. A Bellini è intitolato anche il principale teatro della città, imponente edificio realizzato in stile eclettico sul finire dell’Ottocento e inaugurato il 31 maggio del 1890 proprio con la Norma di Bellini.
Tra i principali monumenti della città, il Castello Ursino, massiccio forte dalla pianta quadrata con torrioni circolari ai quattro angoli, venne fatto edificare nel XIII secolo da Federico II di Svevia ed è uno dei pochi edifici medievali superstiti che si possono visitare a Catania. Il nome sarebbe una storpiatura di “Castrum Sinus”, cioè “Castello del golfo”, in quanto sorge in riva al mare (mentre secondo altri sarebbe invece legato all’omonima famiglia che occupò la fortezza nel Duecento). Tante le vicende che il Castello Ursino ha vissuto: fu teatro dei vespri siciliani, sede del Parlamento siciliano, residenza dei re aragonesi di Sicilia, carcere. Danneggiato ma non devastato dal terremoto del 1693 (i danni tuttavia compromisero in modo definitivo le sue funzioni militari, già messe a dura prova dall’introduzione delle armi da fuoco), ricoprì il ruolo di caserma e prigione. Restaurato negli anni Trenta per essere trasformato in un museo, dal 1934 ospita effettivamente il Museo Civico di Catania, con ricche collezioni d’arte, dove si ammirano reperti archeologici di epoca greco-romana, la pinacoteca con opere di artisti come El Greco, Antonello de Saliba, Matthias Stomer, Pietro Novelli, Francesco Solimena, Andrea Vaccaro, Guglielmo Borremans, Domenico Morelli e altri. Il Museo del Castello Ursino ospita anche l’unica copia antica della Natività di Caravaggio rubata a Palermo nel 1969. L’istituto, inoltre, ospita regolarmente mostre temporanee.
La casa natale di Giovanni Verga, oggi museo dedicato al grande scrittore catanese, massimo esponente del verismo, si trova al secondo piano di un edificio ottocentesco in Via Sant’Anna. Monumento nazionale dal 1940, la casa di Giovanni Verga è museo dal 1980 e gli oggetti che vi sono conservati raccontano la storia e la carriera del grande scrittore. Nello studio privato si può osservare la biblioteca di Verga, composta di circa 2.600 volumi, e poi copie di manoscritti (gli originali sono conservati presso la biblioteca dell’Università di Catania), oggetti (come la valigia appartenuta allo scrittore), opere d’arte, il tutto conservato negli arredi originali della casa, contribuiscono a ripercorrere la vicenda dell’autore de I malavoglia.
Ha sede nel Palazzo del Seminario dei Chierici, situato in piazza del Duomo, edificio realizzato nel Settecento come sede del seminario fondato nel 1572 dall’arcivescovo Antonio Faraone. Prima di diventare sede museale fu caserma e anche sede del municipio, dal 1945 al 1953. Il museo occupa tutti i cinque piani del palazzo esponendo opere provenienti dal territorio: tra i pezzi più pregiati figura il fercolo di Sant’Agata, il tempietto d’argento, realizzato dall’orafo Vincenzo Archifel nel primo Cinquecento, che serviva per trasportare il busto reliquiario della santa catanese. Cospicua la raccolta di oggetti sacri, e non da meno è la pinacoteca, con opere che vanno dal Rinascimento fino all’Ottocento. È possibile accedere anche al terrazzo da cui si gode un vasto panorama sulla città.
La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER