Casertavecchia è un pezzo di medioevo a dieci chilometri da uno dei più celebri capolavori dell’architettura barocca: la Reggia vanvitelliana di Caserta. Casertavecchia si trova alle pendici dei monti Tifatini, a poco più di 400 metri sul livello del mare, e le sue origini risalgono a prima dell’anno Mille quando fu costruito il primo nucleo del borgo su un preesistente villaggio romano. Casertavecchia, nel corso della sua lunga storia, ha subito varie dominazioni restando il centro politico e culturale di tutto questo territorio fino a quando non cominciò la costruzione della nuova Caserta e il progressivo trasferimento, non solo della popolazione, verso la pianura. Con il dominio dei Borboni nell’Italia meridionale e la costruzione della Reggia di Caserta, d’altro canto, il nuovo centro di ogni attività diventò Caserta e per Casertavecchia il declino fu inevitabile. Oggi, tuttavia, a ricordo dello splendido passato che fu restano il Duomo, il campanile, i ruderi del castello e le strade dell’intero borgo, tutte in stile siculo-normanno. Visitare Casertavecchia è un’esperienza da non perdere perché ancora fuori dai grandi itinerari turistici e perché, al contempo, consente un’immersione completa nella quotidianità di queste terre nei tempi antichi. Tra piccoli e grandi capolavori artistici ed architettonici è possibile poi apprezzare a pieno l’ospitalità unica degli abitanti della zona e gustare le tante specialità enogastronomiche che il territorio ha da offrire. Ecco le tappe imperdibili del vostro viaggio a Casertavecchia.
Casertavecchia è oggi una frazione di Caserta, ma per secoli è stata il cuore pulsante di tutto questo territorio. Le vestigia di questo importante passato sono ovunque, basta inoltrarsi per le strade dell’antico borgo medievale ancora perfettamente conservato. Quello stesso borgo ha subito nel corso della storia varie dominazioni e ognuna di queste ha lasciato importanti segni fin da quando, a seguito delle incursioni saracene e alle devastazioni di Capua, gli abitanti e il clero delle zone circostanti trovarono in Casertavecchia, protetta dalle montagne, un rifugio sicuro. Svevi, Aragonesi, Borbone tutti loro hanno dato il proprio contributo alla costruzione e all’espansione di Casertavecchia e di tutti questi passaggi restano edifici unici come il Duomo, il celebre campanile o i ruderi del castello, ma sono soprattutto le strade dell’intero borgo che ricordano lo splendore di un tempo che fu. Tra strade, stradine e vicoletti si può godere poi di un incredibile panorama che abbraccia tutta la vallata circostante e ci si può rilassare nei tanti locali.
Uno dei simboli di Casertavecchia è sicuramente la sua cattedrale medievale. Dedicata a San Michele Arcangelo, la cattedrale fonde in sé elementi dello stile siculo-arabo, delle chiese romaniche della Puglia e lo stile benedettino di Montecassino. Tanti gli elementi distintivi di questa bella chiesa a cominciare dalla cupola ottagonale a sua volta decorata da due piani di archi ciechi intrecciati dove l’alternarsi di pietre gialle e grigie compone dei motivi floreali e geometrici stilizzati. L’arco del portale centrale poggia su due leoni ed è decorato da un toro, quello del portale destro poggia su due animali simili a cavalli, il sinistro su due centauri. La cattedrale si distingue però soprattutto per quanto conserva al suo interno dove le tre navate sono separate da diciotto colonne provenienti da un tempio romano e dove spicca il pergamo seicentesco realizzato riutilizzando frammenti degli amboni duecenteschi. Molto bella è poi la Madonna col Bambino trecentesca che si trova sul pilastro alla fine della navata di destra, si tratta dell’unico frammento rimasto degli affreschi medievali.
Meno appariscente rispetto alla grande cattedrale, ma dotata di un fascino davvero unico. La chiesa dell’Annunziata risale alla prima metà del Cinquecento ed è un chiaro esempio di come diverse culture architettoniche si possano fondere insieme. Elementi distintivi della chiesa dell’Annunziata sono anzitutto un bel rosone ed un arco di stile gotico, dove e stato aggiunto successivamente un portale in pietra di stile barocco, che ne decorano la facciata. Il gotico è invece lo stile che domina all’interno della chiesa dove spicca un arco decorato con dei begli affreschi di soggetti religiosi. A colpire della chiesa dell’Annunziata è però soprattutto l’atmosfera mistica che la contraddistingue e che la contrappone proprio al vicino Duomo. Nel corso dei secoli questa chiesa ha sempre avuto una importanza minore e per questo svolgeva funzioni per lo più sociali, ma forse proprio per questo questa chiesa ha sempre avuto un posto speciale nel cuore degli abitanti di Casertavecchia. Da non perdere, a lato della chiesa, sull’edificio detto ex-ospedale, dove si trova una piccola nicchia con i resti di un affresco dell’Annunciazione.
Quello che resta dell’antico castello è sicuramente uno degli angoli più suggestivi di tutta Casertavecchia. Si tratta di una costruzione che risale addirittura al IX secolo quando fu eretta per volontà di Pandone il Rapace, conte di Capua. Nei secoli suggestivi il castello fu la casa e il centro del potere per i conti Longobardi, Normanni, Aragonesi e Svevi, ma oggi di questo grande passato non restano che poche tracce. Dell’antico castello sono ancora in piedi due sale sovrastanti ad Est dei ruderi e delle tracce di alcune bifore duecentesche, e poi la maestosa torre. Quest’ultima, con i suoi 32 metri di altezza ed un diametro di circa 10 metri, era munita di un fossato e di conseguenza inaccessibile. Nonostante al visitatore ormai non resta che immaginare come fosse il castello al massimo del suo splendore, questo resta un luogo dotato di un fascino unico che conserva ancora una bellezza senza tempo che viene esaltata anche grazie a eventi e rappresentazioni. Da non perdere, in particolare, il festival Settembre al borgo, uno degli appuntamenti più attesi di Casertavecchia.
Da ottocento anni simbolo di Casertavecchia. Il campanile del Duomo è uno dei tratti più riconoscibili dello skyline del borgo, ma anche uno dei luoghi più immortalati dai viaggiatori. Si trova di fianco alla chiesa, a destra della facciata, e con la sua mole e la sua austera bellezza domina le strade del borgo dal 1234. Per il suo stile il campanile di Casertavecchia richiama quello della cattedrale di Aversa, ma sono numerosi anche i richiamami a importanti influssi gotici, soprattutto nel grande arcone ogivale che al piano terra permette il sottopasso di una strada diretta verso il castello. Alto 32 metri e largo 8, il campanile di Casertavecchia ha cinque piani decorati con bifore. Al quarto piano sopra la bifora a nord si può osservare una figura umana intera con un colombo in mano, ad Ovest la testa di un uomo, a Sud un’altra testa, e per finire ad Est una testa, ma questa volta barbuta. Complessivamente sono invece quattro le campane ospitate nella torre e disposte due per piano: le due più grandi si trovano al secondo, mentre la terza e quarta campana sono collocate al terzo.
Imponente, maestosa: la torre dei Falchi è uno degli ultimi elementi del castello di Casertavecchia ancora in piedi ed è oggi una delle torri medievali più grandi d’Europa. La torre si sviluppa su tre livelli, ma solo uno è accessibile dall’esterno grazie a un ponte levatoio che, anticamente, la collegava al corpo principale del castello. Agli altri due piani si poteva accedere grazie ad una scala a chiocciola, ricavata nel muro, che collegava il livello superiore e quello inferiore. La sala più in basso era un tempo destinata a deposito delle provviste alimentari, c’era poi spazio ai due piani più alti per gli alloggi delle guardie e del signore. Lo scopo della torre dei Falchi è però sempre stato quello di essere l’ultimo baluardo difensivo di queste terre e per questo l’accesso è sempre stato complicato, sarà anche per questo che su cosa vi fosse custodito all’interno si sono diffuse per secoli storie e leggende. Tra queste si diceva anche che dentro la torre vivesse una gallina dai pulcini d’oro che custodiva un tesoro preziosissimo. Oggi merita una visita, non fosse altro per la meravigliosa vista che si può ammirare dalla sua vetta.
Piazza Vescovado è il cuore pulsante del borgo di Casertavecchia ed è stata a lungo il cuore pulsante della vita di questa terra. Sulla piazza si affaccia la grande cattedrale a cui fa da contraltare quello che una volta era il seminario. Si tratta di un bel palazzo seicentesco nel quale spicca un portone centrale decorato con colonne di marmo e dove all’interno e possibile vedere una croce in ferro battuto di stile longobardo posta nel 1953 in ricordo del settecentesimo anniversario della consacrazione della Cattedrale. Grande protagonista di piazza Vescovado è però anche l’eponimo palazzo dei Vescovi che occupa la metà del lato meridionale della piazza. Il palazzo si sviluppa su due piani ed è realizzato in tufo con la facciata che dà sulla piazza e che mostra al piano terreno due portali ad arco a tutto sesto. Quanto alle origini del palazzo dei Vescovi non ci sono fonti certe, ma gli storici fanno risalire le sua costruzione tra il Duecento e la metà del secolo successivo.
Tradizione, mito e leggenda, tutto questo e molto di più si può trovare in un angolo magico di Casertavecchia.: la Casa delle bifore. Si tratta di una piccola chiesa sconsacrata risalente all’XI secolo, salvata dalla rovina grazie alla caparbietà dell’artista di origini tedesche Ursula Pannwitz negli anni Settanta. Qui hanno trovato la loro dimora d’adozione dei personaggi caratteristici del borgo di Casertavecchia: gli spiritelli, spiriti benevoli che proteggono le vecchie case ed escono di notte per aggirarsi fra gli stretti vicoli del borgo. Questi hanno preso forma grazie alla creatività dell’artista che, ispirata dalle forme dei vecchi tegami e pentole in terracotta, decise di realizzare dei vasetti decorati con faccine gioiose e colorate, tutte diverse. All’interno si conserva un bigliettino con inciso un desiderio, destinato ad avverarsi alla rottura del vaso. Da Dario Fo a Giulietta Masina, in tutti questi anni sono stati tantissimi anche i visitatori celebri che si sono persi tra le sale della casa delle Bifore, rapiti dalla magia che letteralmente si può respirare in ogni suo angolo.
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