L’autunno veronese porta con sé una sinfonia di colori che illumina le valli, le colline e le rive del Lago di Garda. Le foglie si tingono di tonalità calde e vibranti, i boschi e i borghi del territorio veronese diventano le mete ideali per il foliage e ogni paese, tra la Lessinia e il Monte Baldo, diventa una tappa imperdibile per chi cerca quiete e meraviglia. Il foliage, con i suoi rossi, gialli e aranci, trasforma il paesaggio in un quadro vivente, perfetto per scoprire il fascino e la storia dei borghi che costellano questo territorio.
È proprio l’autunno la stagione ideale per escursioni che uniscono la bellezza dei paesaggi alla cultura locale. Le colline della Lessinia e il Monte Baldo si vestono di rosso e arancio, i sentieri offrono vedute indimenticabili, i percorsi più belli si snodano tra i boschi, dove gli alberi si tingono di giallo e ocra creando un contrasto pittoresco con il verde intenso degli olivi e l’azzurro del lago. Un itinerario che unisce borghi e natura, storia e cultura, tra i colori di una stagione che dona una nuova magia al paesaggio, è un invito a riscoprire il territorio veronese in tutto il suo splendore autunnale. L’autunno nel veronese e nel gardesano non è solo un momento dell’anno, ma una vera esperienza.
In questi luoghi, la ricchezza si nasconde nelle pieghe meno esplorate, in storie e leggende che si intrecciano al presente. Chi non conosce il Soave, pregiato vino veronese apprezzato in tutto il mondo? Eppure, pochi sanno che il suo nome potrebbe derivare addirittura dal sommo Dante Alighieri, che, durante il periodo trascorso come ospite di Cangrande della Scala, avrebbe ispirato la denominazione della città e del vino stesso. Proprio Soave è uno di quei luoghi dove si può respirare la storia, immersi tra vigneti e colline che sembrano avvolgere il borgo medievale, dominato da un castello che si staglia sul paesaggio come un’antica sentinella.
Non mancano le storie curiose: San Giorgio di Valpolicella, frazione famosa per la sua pieve longobarda e per una vista che spazia fino al lago di Garda, è conosciuta anche come “San Giorgio Ingannapoltron”. Questo nome bizzarro ha origini medievali: il borgo era originariamente noto come San Giorgio in Ganna, ma la parola “poltron” venne aggiunta in modo scherzoso, quasi a suggerire che la bellezza del posto potesse sedurre i pigri, trattenendoli senza volerlo. Sono racconti come questi a rendere speciale la provincia veronese, storie che si nascondono nei nomi dei luoghi, come scritte invisibili che si manifestano solo a chi si sofferma a guardare e ascoltare.
Questi borghi, spesso definiti “piccoli” da chi è abituato a dimensioni cittadine, in realtà racchiudono un’intensità che li rende... immensi. Ogni pietra, ogni casa e ogni piazza sembra intrisa di una storia secolare, come se gli eventi passati vi fossero impressi per sempre. E sono proprio queste atmosfere a trasformare i borghi della provincia di Verona in autentiche perle tutte da scoprire, luoghi che, una volta visitati, sembrano porci la domanda: come mai non li abbiamo conosciuti prima? Non è mai troppo tardi per rimediare: addentriamoci in questo viaggio alla scoperta di antichi borghi e delle loro storie affascinanti.
In Valpolicella, il piccolo borgo di Molina racconta un passato legato indissolubilmente all’acqua. Qui, grazie alla ricchezza delle sorgenti, nel Medioevo si contavano ben diciotto mulini, utilizzati per la macinazione dei cereali e la lavorazione della lana. Ancora oggi, due mulini storici testimoniano questa attività: Il Mulin de Lorenzo, restaurato di recente, e il Molin dei Veriaghi, l’unico mulino originale tuttora in funzione. Ma a Molina non si trova solo la storia: il Parco delle Cascate, un’area naturalistica di otto ettari, regala uno spettacolo suggestivo, con il suono delle cascate che accompagna i visitatori in un percorso immerso nella natura. Tra le varie cascate del parco, come la Cascata Verde, la Cascata del Pozzo dell’Orso, la Cascata Polverosa e la Cascata del Marmittone, è possibile ammirare la forza e la bellezza dell’acqua in un gioco di luci e suoni che rendono questo luogo magico e unico.
Proseguendo verso la Lessinia, nel borgo di Giazza si può scoprire la cultura cimbra, una delle dodici minoranze linguistiche riconosciute in Italia. Di origine germanica, il popolo cimbro si stabilì in questi luoghi secoli fa, lasciando tracce nella lingua e nelle tradizioni. Giazza è uno degli ultimi luoghi in cui ancora oggi si parla il cimbro, un dialetto affascinante, simile al tedesco bavarese, che rievoca antiche radici (“Bèar khüt de baarot, màchatzich hörtan lieban”, dice un proverbio cimbro, ovvero: “chi dice il vero si fa sempre amare”). Nel piccolo Museo dei Cimbri è possibile immergersi nella storia di questo popolo e delle loro tradizioni, tra cui la gastronomia, con piatti come i Bigoli Cimbri, che uniscono ingredienti semplici e genuini a sapori autentici e antichi.
Affacciato sopra al lago di Garda si trova il borgo di Campo di Brenzone, una piccola località oggi abitata solo da due famiglie e raggiungibile soltanto attraverso antiche mulattiere. Campo sembra un luogo dimenticato dal tempo, un luogo deserto, con case di pietra separate da sentieri acciottolati, eppure grazie alla Fondazione Campo, nata nel 2006, questo borgo sta lentamente rinascendo. Il progetto di recupero delle case e dei laboratori tradizionali mira a riportare vita e bellezza a questo villaggio, che conserva un patrimonio storico e artistico straordinario. La chiesetta di San Pietro in Vincoli, con affreschi millenari e un ciclo pittorico di Giorgio da Riva del 1358 (si trova sull’abside, decorato con un grande Cristo Pantocratore che domina in una mandorla tutto il catino), è un vero gioiello medievale nascosto tra gli olivi. La vista che si gode da qui, con il lago di Garda che si estende all’orizzonte, è uno spettacolo che rimane nel cuore.
Malcesine, borgo medievale incastonato tra il lago e le pendici del Monte Baldo, è uno dei luoghi più romantici del Garda. In autunno, le passeggiate tra le sue piazzette e i vicoli diventano un’esperienza unica, arricchita dai colori vivaci delle foglie che incorniciano il castello scaligero. La salita al Monte Baldo, tramite la funivia con cabine rotanti, offre un panorama spettacolare su tutto il lago e i borghi che lo circondano. Da qui, i paesaggi autunnali si stendono a perdita d’occhio, e ogni angolo racconta una storia diversa, che affonda le sue radici nelle tradizioni e nelle leggende del luogo.
L’autunno è anche il momento perfetto per scoprire le cittadine murate che si affacciano sul Lago di Garda, come Lazise e Peschiera del Garda. Lazise, antica dogana sul lago, è protetta da una cinta muraria medievale che abbraccia il Castello Scaligero. Le vie interne, adornate da case colorate e botteghe artigiane, diventano un perfetto set autunnale, tra i profumi di vino e caldarroste. Peschiera del Garda, con la sua fortezza veneziana a forma di pentagono, si trasforma in un angolo pittoresco e incantato, che nel 2017 è stato riconosciuto Patrimonio dell’UNESCO.
Valeggio sul Mincio, poco distante, affascina i visitatori con il Castello Scaligero e con la splendida frazione di Borghetto, riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia. Il foliage si riflette nell’acqua del Mincio, che attraversa il borgo, e i mulini storici, che sembrano sospesi nel tempo, regalano scorci di pace e bellezza, in un dialogo continuo tra storia e natura.
Arroccato tra le colline della Valpolicella, Soave è famoso per il suo vino bianco e per il castello che domina il borgo. In autunno, la cittadina è immersa in un tripudio di colori che accarezzano i vigneti e si riflettono sulle torri merlate della cinta muraria. Passeggiare tra le vie del centro è come fare un tuffo nel passato, avvolti dai profumi della vendemmia appena terminata e dall’atmosfera tranquilla di questa stagione.
I borghi fortificati del veronese, dai Monti Lessini fino al Lago di Garda, raccontano la storia di un territorio che ha saputo difendersi nei secoli. Rivoli Veronese (una curiosità: si tenne qui nel 1797 una violenta battaglia che fu decisiva per la vittoria dei francesi di Napoleone sugli austriaci, tant’è che una delle vie principali di parici, rue de Rivoli, quella su cui si trova il Louvre, prende il nome proprio da questa località), e Pastrengo, con le loro fortificazioni austriache, offrono una vista panoramica unica, incorniciata dal foliage che ricopre le colline. Anche Villafranca di Verona, con il suo castello scaligero, invita i visitatori a immergersi nella storia, mentre Cologna Veneta e Legnago offrono un’immersione in secoli di difese e fortificazioni, testimonianze vive di un passato glorioso.
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