La Val di Fiemme è una delle più note valli delle Dolomiti, situata per gran parte in Trentino, ma con alcune sue propaggini anche in Alto Adige, stretta tra i monti del Lagorai a sud e quelli del Latemar a nord-est. Nota per i suoi magnifici paesaggi, per i suoi rigogliosi boschi, per essere uno dei luoghi privilegiati del turismo della montagna e degli sport invernali, la Val di Fiemme è anche una interessante meta culturale, ricca di un patrimonio storico e artistico di prim’ordine, con alcune specificità uniche. Il territorio della valle fu amministrato per secoli dalla Magnifica Comunità di Fiemme, un’antichissima istituzione, risalente al 1111, dotata di un proprio Statuto, con sede a Cavalese, il principale centro della val di Fiemme, e tuttora attiva: non è più quella sorta di piccola repubblica all’interno del Principato di Trento che era secoli fa, ma sopravvive come ente che gestisce il patrimonio boschivo della valle, oltre a diversi immobili. Gran parte della storia della valle è legata proprio a quella della Magnifica Comunità. In questo itinerario tra arte e storia in questa parte del Trentino, abbiamo selezionate dieci tappe per un itinerario alla scoperta dell’arte della Val di Fiemme.
RespirArt è uno dei parchi d’arte contemporanea più alti del mondo (nonché il più alto d’Italia): si trova infatti a una quota di 2.200 metri sul livello del mare, nel territorio di Pampeago (comune di Tesero). Come spesso accade in parchi simili, ogni anno ospita un evento (in questo caso la Manifestazione internazionale d’arte ambientale RespirArt) che alla fine porta alla produzione di opere che rimangono nel parco. Aperto nel 2011, è visitabile sia d’estate che d’inverno (in inverno ci si può anche andare... con gli sci: le opere si affacciano sulla pista Agnello dello Ski Center Latemar), ed è disposto lungo un anello di tre chilometri sul monte Agnello, che si può percorrere in circa due ore. Della collezione fanno parte opere di artisti internazionali (come Hidetoshi Nagasawa, per esempio) e artisti locali, all’insegna della convivenza tra intervento artistico e ambiente.
La piccola chiesa di San Rocco si trova nel centro di Tesero e si distingue per la sua facciata a capanna affrescata con la particolare iconografia del Cristo della Domenica: l’iconografia, diffusa in Trentino (gli affreschi cinquecenteschi di San Rocco a Tesero sono probabilmente i più famosi), prevede la raffigurazione di Cristo sofferente al centro con, attorno, tutta una serie di attrezzature tipiche del lavoro delle valli (per esempio gli strumenti del contadino, quelli del falegname, ma anche quelli per la tessitura e la filatura, ovvero attività tipiche delle donne). L’intento di questa iconografia era spingere i cristiani delle montagne a deporre gli strumenti del lavoro nel giorno di festa, la domenica, da dedicare al contrario alla preghiera, al riposo (poiché anche Dio si era riposato la domenica, lavorare nel giorno di festa era considerato sacrilego) e alla meditazione.
È la sede storica della Magnifica Comunità di Fiemme, si trova nel centro di Cavalese, e fu edificato nel Trecento: diventò tuttavia sede della Comunità soltanto nel 1850 (prima era infatti sede dei vicari dei Principi Vescovi di Trento, e prima ancora dello stesso Principe Vescovo). L’aspetto attuale della struttura risale agli ampliamenti di fine Quattrocento. Il Palazzo si distingue per la sua splendida facciata affrescata, e all’interno ospita una Pinacoteca con più di cento opere d’arte antica, per lo più delle fiorenti scuole locali. Tra i nomi più illustri della Pinacoteca spiccano quelli di Giambattista Pittoni, di Michelangelo Unterperger e di Paul Troger. Si visitano anche le sale storiche e le prigioni (il palazzo ospitò infatti anche un carcere dalla fine del Quattrocento fino all’Ottocento).
Il museo è stato fondato nel 2001 per ospitare una collezione d’arte contemporanea concessa in comodato al Comune di Cavalese da un collezionista locale. Ha sede nello storico Palazzo Rizzoli e ospita anche mostre ed eventi che, spiega la presentazione sul sito ufficiale, “seguono una linea di ricerca e di indagine sulle nuove valenze artistico-percettive di un territorio, quello alpino, fortemente caratterizzato dalla ricerca di una sintesi tra l’esigenza di mantenere le sue tradizioni e la necessità di procedere nel cammino dell’innovazione”. La collezione ospita infatti opere di alcuni artisti locali che hanno saputo ritagliarsi negli ultimi anni un ruolo di spicco nell’arte internazionel: svettano in particolare i maestri della scultura in legno, come Bruno Walpoth, Willy Verginer e altri. Presenti anche opere di artisti molto noti e rilevanti come Hidetoshi Nagasawa, Omar Galliani e altri.
Edificio di antiche origini (fu consacrata nel 1193), si trova a Daiano, frazione del comune di Ville di Fiemme, e si presenta come una chiesa dove coabitano lo stile gotico del corpo principale (che non è più comunque quello originario: la chiesa fu infatti ricostruita nel Cinquecento, con uno stile che richiamava però quello precedente) e quello tardobarocco del campanile: il campanile a cipolla, in particolare, è uno dei più caratteristici della zona. Sulla facciata è possibile ammirare un affresco (realizzato tra il 1590 e il 1610) che raffigura san Cristoforo, protetto da un tettuccio come spesso accade nelle chiese di montagna, mentre all’interno si alternano affreschi quattrocenteschi, una tavola medievale raffigurante la Madonna col Bambino, e un’Ultima cena di Antonio Longo, il più importante pittore della Val di Fiemme del Settecento.
Costruita tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo (la consacrazione solenne è però molto più tarda: del 1474), la chiesa dei Santi Leonardo e Gottardo di Tesero è un edificio austero, con facciata a capanna, e interni che mantengono il loro originario aspetto gotico (con volte costolonate e abside poligonale) e sono riccamente decorati: vi si trova una grande pala con l’Addolorata di Antonio Longo (che non fu però realizzata per la chiesa: vi fu infatti trasferita nel 1819) e un affresco del 1541 raffigurante l’Ultima cena, realizzata da anonimi pittori locali. Gli affreschi si contraddistinguono per il loro stile molto semplice e quotidiano.
Si tratta di un imponente e interessante edificio di culto in stile neogotico, costruito tra il 1866 e il 1869 sul sito della precedente chiesa in stile gotico edificata all’inizio del Cinquecento. Progettata dall’ingegnere Michele Mayer, la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Predazzo fu costruita quasi per intero con materiali locali (spiccano in particolare le dieci colonne ottagonali all’interno, realizzate da un unico blocco di monzonite caduto dalla montagna nel torrente Avisio) e fu solennemente consacrata il 27 agosto del 1875. Sulla facciata svetta un alto campanile e l’interno, con le sue alte volte a crociera, richiama quello delle antiche basiliche duecentesche. Gli affreschi che decorano l’interno furono realizzati dal romano Eugenio Cisterna all’inizio del Novecento.
La cinquecentesca chiesetta di San Nicolò, la chiesa del cimitero di Predazzo, è la più antica del borgo e una delle più antiche della Val di Fiemme. È un edificio sobrio, costruito nel semplice stile gotico delle montagne: ha una facciata a cuspide sulla quale si apre un portale a sesto acuto, rialzato su quattro gradini e all’esterno presenta anche una settecentesca nicchia con una statua di san Giovanni Nepomuceno, il santo protettore dalle alluvioni (la chiesa infatti sorge in un’area della cittadina soggetta a inondazioni). All’interno, le pareti della navata unica sono spoglie, ma l’abside è riccamente decorata con affreschi.
Il Museo ha sede a Varena nella casa natale di Antonio Longo (Varena, 1742 - 1820), il più importante pittore settecentesco della Val di Fiemme: nato in una famiglia di contadini, studiò in seminario a Trento, fu ordinato sacerdote nel 1766 e assegnato alla parrocchia del suo paese natale, ma parallelamente si formò anche come pittore nella bottega di Giuseppe Alberti, collaborando poi con Michelangelo e Cristoforo Unterperger. Nel 1780 si trasferì a Roma e, grazie alla sua amicizia con Cristoforo Unterperger, che era membro dell’Accademia di San Luca, riuscì a conoscere Anton Raphael Mengs e Pompeo Batoni. Tra i suoi lavori si annoverano anche gli affreschi del Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, e molte sue opere adornano diverse chiese del Trentino. Il Museo Casa Natale consente ai visitatori di conoscere da vicino la vita e le opere di questo singolare artista.
Non si tratta propriamente di una destinazione... artistica, ma la Foresta di Paneveggio ha una forte connessione con l’arte, e in particolare con la musica, perché è la foresta di abeti rossi dai quali veniva ricavato il pregiato legno con cui, a Cremona, Stradivari realizzava i suoi violini. La tradizione vuole che lo stesso Antonio Stradivari si recasse di persona nella foresta di Paneveggio per cercare gli alberi dotati delle migliori caratteristiche: il legno dell’abete rosso è particolarmente indicato per la realizzazione di strumenti ad arco in quanto molto leggero e capace di trasmettere bene il suono. La foresta copre una superficie di oltre quattromila ettari, è situata a una quota piuttosto alta (a più di 1.400 metri di altitudine) e per tale ragione non sono molte le specie arboree che la popolano: si tratta soprattutto di conifere, a partire proprio dall’abete rosso, l’albero più presente.