Un’antica leggenda della Valtiberina narra che nel Medioevo viveva da queste parti un cavaliere, Manfredi di Montedoglio, innamorato di una giovane nobile di campagna, Rosalia, figlia del signorotto di Colcellalto. A causa della differenza di ceto, tuttavia, l’amore tra i due era ostacolato dalle famiglie: i due giovani, per non dar nell’occhio, si incontravano a Badia Tedalda, non lontano da Colcellalto. Durante una notte di luna piena, Rosalia, guardando i monti che dividono Badia Tedalda da Sansepolcro, disse a Manfredi che quando la luna sembra appoggiarsi all’alpe, se la si potesse toccare, ogni desiderio verrebbe esaudito. E inoltre, sembrava che nell’alpe ci fossero nascosti tesori incredibili, che tuttavia mai nessuno era riuscito a trovare: l’alpe infatti appartiene alla luna e chiunque osi anche soltanto pensare di scalarla alla ricerca dei suoi tesori, subirebbe la vendetta della montagna. Manfredi, incurante del fatto che nessuno di coloro che avevano provato a toccare la luna e recuperare i tesori fosse mai tornato indietro, decise di tentare l’impresa, e la sua Rosalia lo seguì. Partiti, non tornarono mai: si racconta dunque che, quando ci si trova sull’Alpe della Luna nelle notti di luna piena, è possibile incontrare i due giovani, in sella ai loro cavalli, che ancora vagano tra queste montagne cercando di arrivare a toccare la luna.
Sono queste le antiche suggestioni che affascinano chi ancora oggi percorre i sentieri della Riserva Naturale dell’Alpe della Luna, il parco, istituito nel 1998, per proteggere quest’area incontaminata della dorsale appenninica, le montagne che, come anticipato, dividono Badia Tedalda da Sansepolcro. Un’area di 1.540 ettari di boschi, colline e montagne che raggiungono, nel punto più alto, i 1.453 metri sul livello del mare del Monte dei Frati, seguito dai 1.384 del Monte Maggiore, le due vette che segnano i confini a ovest e a est di quest’area naturale. Si trova proprio sul versante settentrionale del Monte dei Frati la cosiddetta “Ripa della Luna”, un’imponente parete rocciosa alta all’incirca duecentocinquanta metri, a forma di falce, una delle più gettonate mete delle escursioni tra i monti dell’Alpe della Luna.
Sono però soprattutto i fitti boschi, soprattutto le grandi faggete, a caratterizzare il paesaggio di questa zona della Valtiberina. Il faggio è dunque l’albero tipico, anche se non mancano i cerri, i tigli, i frassini, il tasso e anche alcune piante rare, soprattutto nel paesaggio toscano, come l’acero montano, l’acero riccio e l’olmo montano. Primule e orchidee selvatiche sono invece i fiori che si possono incontrare specialmente lungo i corsi d’acqua. Questi boschi intricati sono il rifugio perfetto per numerose specie animali, a cominciare dagli uccelli: l’aquila reale, lo sparviero, l’astore, il falco pecchiaiolo, il picchio rosso maggiore, il picchio rosso minore, l’averla. Tra i mammiferi è segnalata la presenza di lupi, daini, caprioli, volpi, cinghiali, lepri, scoiattoli e puzzole e non mancano neppure anfibi particolari come il tritone alpestre e il geotritone italico. La principale porta d’accesso per conoscere l’ambiente dell’Alpe della Luna sono il Centro Visite di Badia Tedalda, che non soltanto organizza escursioni tra i boschi della riserva e svariate attività educative, ma ospita anche una “Sala della Memoria” che racconta la storia e le tradizioni della popolazione dell’Alta Valmarecchia, e il Centro Visite di Germagnano, nei pressi di Sansepolcro, aperto di recente (è stato infatti inaugurato nell’estate del 2020), che si pone come luogo di accoglienza oltre che di promozione di eventi legati alla conoscenza del territorio dell’Alpe della Luna e di conoscenza, con riproduzioni di alcune specie animali che vivono da queste parti ed effetti sonori ricreati con apparati multimediali.
Oltre ai boschi, è l’acqua l’elemento preponderante dell’Alpe della Luna: il territorio è solcato da numerosi torrenti e rivoli che formano anche spettacolari cascate, come la piccola ma meravigliosa cascata del Presalino, che ha origine dal torrente omonimo, e che si vede lungo la strada comunale di Pian di Botta, una sorprendente cascata che scende da una parete rocciosa che forma uno scenografico anfiteatro naturale. Inoltre, nascono nel territorio dell’Alpe della Luna alcuni importanti fiumi come il Metauro, il Marecchia o il Foglia, che sfociano tutti nel mare Adriatico: le sorgenti dei tre fiumi si possono raggiungere attraverso appositi percorsi escursionistici per i quali è possibile chiedere informazioni presso il Centro Visite di Badia Tedalda.
L’Alpe della Luna è poi, manco a sottolinearlo, un luogo ricco di suggestioni storiche, di cui possiamo provare a scovare le tracce negli antichi edifici che sorgono nei villaggi in mezzo alle foreste, come la settecentesca cappelletta del Beato Ranieri a Prato, frazione di Sansepolcro, o quella di San Michele nella vicina Villa, o ancora la chiesa del borgo spopolato di Montelabreve, o il santuario della Madonna dell’Aiola, costruito nel 1835 per volontà del religioso Baldassarre Audiberti al fine di conservare un’immagine sacra della Vergine. Di qui c’immaginiamo passare san Francesco, che nel 1213 ricevette dal vescovo di Città di Castello l’Eremo di Montecasale, complesso religioso fondato alla fine del XII secolo e situato appena fuori Sansepolcro (la tradizione vuole che il santo di Assisi si recasse spesso dall’Eremo alla vicina cascata di Sasso Spicco). Oppure possiamo immaginarci Piero della Francesca che attraversa questi luoghi quando doveva lasciare la natia Sansepolcro per i suoi tanti viaggi, e magari traeva ispirazione dai paesaggi dell’Alpe della Luna. Questa terra ha poi avuto trascorsi infelici durante la seconda guerra mondiale: di qui infatti passava la Linea Gotica e anche l’Alpe della Luna fu teatro di scontri.
Oggi, l’Alpe della Luna è un parco rigoglioso, incontaminato, perfetto per chi ama le camminate in collina o in montagna, dato che numerosi sentieri attraversano la riserva offrendo opportunità per esplorare la sua natura e godere dei suoi panorami, immersi nel silenzio che è il vero dominatore di questa terra, mentre in lontananza, nel fitto delle foreste, sembra di sentire i passi di Manfredi e Rosalia che ancora cercano di toccare la luna.
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