Mercoledì scorso avevamo iniziato un tour alla scoperta dei palazzi gentilizi più belli di Sarzana. Siamo entrati nei primi sei dell’itinerario: partendo da Palazzo San Domenico abbiamo percorso tutta via Mazzini e siamo arrivati fino alla Casa Torre dei Buonaparte. Oggi continuiamo il giro: da via Mazzini proseguiamo verso piazza Matteotti, la piazza principale di Sarzana, in cui si trova la maggior parte dei palazzi di cui parleremo oggi, e concludiamo procedendo verso porta Parma. Iniziamo proprio dal Palazzo del Comune, che occupa per intero uno dei lati della piazza.
1. Palazzo del Comune
Il palazzo fu innalzato nel 1473, su progetto di Giuliano da Maiano, celebre architetto del Rinascimento attivo alla corte dei Medici a Firenze: all’epoca, infatti, Sarzana era soggetta al dominio fiorentino. Il palazzo che vediamo oggi ha invece forme che risalgono alla riedificazione del 1547-1554, su progetto del genovese Antonio Roderio (nel 1494 i genovesi erano riusciti a strappare nuovamente Sarzana ai fiorentini). La facciata è equamente divisa in due piani, con il pian terreno ricoperto di un bugnato regolare su cui sono state affisse targhe che ricordano alcuni eventi della storia di Sarzana. Il portale d’accesso è sormontato da un balcone con balaustra e al primo piano si aprono grandi finestroni. Nel cortile interno del palazzo, chiuso da un portico coperto con volte a crociera, troviamo reperti archeologici provenienti da Luni (come frammenti di colonne e lapidi), alcuni stemmi gentilizi nonché il sarcofago di Benedetto Celso, il giurista sarzanese di cui avevamo fatto cenno nella prima parte del tour, perché il sarcofago proviene da Palazzo San Domenico.
Sarzana, il Palazzo del Comune |
Il cortile del Palazzo del Comune |
Frammento di colonna proveniente da Luni | Alcuni stemmi gentilizi sulle pareti del portico |
Il sarcofago di Benedetto Celso |
2. Palazzo Podestà Lucciardi
Dando le spalle al Palazzo del Comune, sul lato destro di piazza Matteotti troviamo Palazzo Podestà Lucciardi, uno dei più recenti tra quelli che troviamo nella piazza: fu edificato infatti a partire dal 1819. Il progetto è di Carlo Barabino, uno degli architetti più in vista del tempo, il più celebre e importante tra quelli che operarono a Genova: fu lui a progettare, a Genova, il Teatro Carlo Felice, il Palazzo dell’Accademia Ligustica e il parco dell’Acquasola. Si tratta di un tipico esempio di edificio neoclassico, con piano terra a bugnato liscio e piani superiori con finestre inquadrate da cornici di marmo. Il portale principale, sormontato da un piccolo balcone, è leggermente aggettante rispetto al corpo dell’edificio. L’atrio d’ingresso è decorato con mascheroni che si ispirano all’arte classica, ed è coperto da una grande volta a crociera che poggia su colonne doriche.
Palazzo Podestà Lucciardi | Uno dei mascheroni dell’atrio |
3. Palazzo Fontana
Il nome è quello dell’ultima famiglia che ne ha detenuto la proprietà (e che ne è ancora l’attuale proprietaria): è la famiglia da cui proveniva lo scultore ottocentesco Carlo Fontana (1865 - 1956), noto soprattutto per la Quadriga dell’Unità del Vittoriano a Roma, e autore di diversi monumenti a Sarzana, come il monumento ai caduti che si trova al centro di piazza Matteotti, proprio di fronte a Palazzo Fontana. All’interno, nell’atrio, si conservano anche sculture realizzate dallo stesso Carlo Fontana, tra cui un Tommaso Campanella in carcere del 1891 e un Prometeo liberato. La facciata del palazzo, risultato di diversi rimaneggiamenti nel corso delle epoche, si caratterizza soprattutto per i quattro finestroni timpanati del piano nobile. A proposito, nota... “colorata”: al piano terra del palazzo c’è una yogurteria e lo yogurt è ottimo... consigliamo una sosta.
Palazzo Fontana |
Carlo Fontana, Prometeo Liberato | Carlo Fontana, Autogenesi |
Carlo Fontana, Tommaso Campanella in carcere |
4. Palazzo Remedi
L’edificio anticamente era proprietà di una delle più illustri famiglie della zona, i Remedi. Fu costruito a partire dal quattordicesimo secolo: il marmo che ricopre il pian terreno è ancora quello originario. Tuttavia, anticamente quello che ora ci appare come un corpo unitario, era un portico: le arcate sono state chiuse e vi sono stati inseriti i finestroni con le grate del pian terreno (possiamo notare anche a occhio nudo le arcate coperte, per via della differenza dei materiali utilizzati). Sopra a ogni arcata un tempo si trovavano delle imprese (ovvero degli stemmi), che sono stati eliminati a fine Settecento: possiamo vedere però ancora le tracce. L’unico stemma sopravvissuto è quello dei marchesi Remedi, che sormonta il portale principale dell’edificio, anch’esso lievemente decentrato. Il raffinato cortile interno ospita una statua di una ninfa con un delfino oltre a nicchie e medaglioni con ritratti di membri della famiglia Remedi, e di illustri personaggi dell’antichità, come il poeta satirico Aulo Persio Flacco, che pare fosse solito soggiornare a Luni.
Palazzo Remedi |
Particolare delle tracce di uno degli stemmi rimossi dalla facciata | La ninfa con delfino di Palazzo Remedi |
Atrio di Palazzo Remedi |
5. Palazzo Parentucelli
Si trova di fronte a Palazzo Remedi, sul lato opposto di piazza Matteotti. Caratterizzato da un elegante portico a quattro arcate, è il palazzo che anticamente era di proprietà della famiglia Parentucelli, il cui più celebre esponente fu Tomaso Parentucelli (1397 - 1455), diventato papa col nome di Niccolò V nel 1447: sarebbe nato proprio nelle sale di questo palazzo. Nell’edificio si conserva lo stemma marmoreo di Niccolò V, risalente al quindicesimo secolo.
Palazzo Parentucelli |
Atrio di Palazzo Parentucelli |
6. Palazzo Benedetti
Palazzo De Benedetti si trova poco più avanti di Palazzo Parentucelli, proseguendo verso il Palazzo del Comune, ed è una costruzione risalente anch’essa al Quattrocento, ma ampiamente rimaneggiata nei secoli successivi: l’aspetto attuale è settecentesco. È un palazzo molto sobrio, con porte e finestre dotate di cornici marmoree. La particolarità consiste nel fatto che il portale principale, sormontato dallo stemma gentilizio, è decentrato: si trova infatti sull’estrema destra della facciata. All’interno è conservata una statua di Dante Alighieri.
Palazzo Benedetti |
La statua di Dante |
7. Palazzo Fiori
L’ultimo palazzo del nostro tour si trova in via Bertoloni, non lontano da porta Parma, una delle porte d’accesso alla città. L’aspetto attuale, ottocentesco, ci mostra un edificio semplice che si contraddistingue per il suo grande portale marmoreo che reca una frase di Orazio, “Me tranquilla senectus expectat” (“Mi aspetta una tranquilla vecchiaia”), fatta inserire da uno degli antichi proprietari. L’interno presenta un grande atrio coperto da una volta a botte sorretta da paraste in marmo.
Palazzo Fiori |
Atrio di Palazzo Fiori |
Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta
Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo