Berlino: un viaggio all'epoca della città divisa tra Est e Ovest, con “Il Ponte delle Spie”


Racconto del viaggio a Berlino per il tour Il Ponte delle Spie: un'incredibile esperienza nei luoghi che hanno segnato la storia della Germania divisa tra Est e Ovest. #ilpontedellespie

Nel fine settimana tra il primo e il tre aprile, ho avuto l’opportunità di visitare Berlino in occasione dell’uscita del film di Steven Spielberg “Il Ponte delle Spie” in DVD, Blu-Ray e in formato digitale (si può trovare su Google Play e iTunes). Il viaggio è stata l’occasione per vedere i luoghi in cui il celebre regista e attori come Tom Hanks e Mark Rylance (che, peraltro, per “Il Ponte delle Spie” ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista) hanno girato e interpretato la pellicola tratta da una storia vera, quella dell’avvocato James Donovan che venne incaricato dalla CIA di negoziare lo scambio di un agente sovietico, Rudolf Abel, con un soldato americano, Gary Powers, catturato dall’URSS. Essere circondato dai monumenti che compaiono nel film, e indossare il capotto a doppio petto per tutto il viaggio (a Berlino l’atmosfera è ancora fresca in questo periodo) mi ha dato la sensazione di essere davvero in quell’epoca tumultuosa e triste e quasi di rivivere le sensazioni dei protagonisti della vicenda.

Tom Hanks e Steven Spielberg sul set de “Il Ponte delle Spie”

Il pomeriggio del primo aprile è stato tutto dedicato al centro della capitale della Germania: la prima tappa è stato il Checkpoint Charlie, posto di blocco militare americano, sul confine tra Berlino Est e Berlino Ovest. Si trova, oltretutto, a pochi passi dall’albergo in cui ho pernottato: quindi con questa celebre testimonianza del passato della città ho avuto modo di familiarizzare... ! Intorno a Checkpoint Charlie, durante il giorno, si possono trovare due uomini in uniformi americane impersonare i soldati degli USA alla stessa maniera in cui a Roma è possibile trovare tizi aggirarsi per le strade travestiti da centurioni romani.

Nei pressi di Checkpoint Charlie


I ragazzi vestiti da soldati a Checkpoint Charlie


Il celeberrimo cartello posto sul confine

Ho passeggiato lungo il quartiere di Mitte (che era incluso nella zona sottoposta all’influenza sovietica) per vedere uno dei resti del Muro di Berlino, a pochi metri dal Senato tedesco: il Muro adesso è ridotto a brandelli sparsi per la città, e presenta placche metalliche fissate sui marciapiedi per delineare i punti in cui scorreva, dando la sensazione di attraversare un muro invisibile.

Non lontano da qui troviamo Potsdamer Platz, che prende il nome dalla città di Potsdam, in quanto è situata dove si trova la strada che conduce a quella città, distante poco più di una ventina di chilometri da Berlino: ora è una piazza moderna attorno alla quale sorgono palazzi di vetro che, verso la metà del pomeriggio riflettono la luce del sole conferendole un’atmosfera luminosa. La piazza è luogo di un’importante stazione ferroviaria, la Potsdamer Bahnhof: è stata la prima stazione aperta in città, nel 1838.

Resti del Muro di Berlino


Un frammento del Muro in Potsdamer Platz


Potsdamer Bahnhof, la stazione di Potsdamer Platz

Dopo essermi avventurato nel Memoriale della Shoah, il labirintico memoriale alle vittime dell’Olocausto, ho dedicato le tarde ore del pomeriggio al territorio della città che un tempo ricadeva nella zona d’influenza russa. Qui ho osservato il monumento ai soldati sovietici caduti: sembra quasi che i suoi progettisti (Lew Kerbel, Vladimir Zigal e Nikolai Sergijevski) abbiano voluto rivisitare in chiave moderna l’architettura della porta di Brandeburgo, creando un monumento sobrio, spoglio, un po’ freddo e allo stesso tempo imponente, collocando sulla sommità la statua di un soldato russo che imbraccia la sua arma a ricordo di quanti morirono durante la seconda guerra mondiale. La Porta di Brandeburgo, celebre monumento di Berlino, si trova proprio a pochi passi: una passeggiata di cinque minuti è sufficiente per trovarsi davanti a questo maestoso monumento, un tempo porta d’accesso alla città (fu voluta da Federico Guglielmo II, re di Prussia, e costruita su progetto di Carl Gotthard Langhans tra il 1788 e il 1791), che rappresenta uno dei simboli europei del neoclassicismo. Non lontano da qui si trova anche l’ambasciata russa, dove hanno avuto luogo alcune delle più importanti scene del film. Insomma: tra passeggiate e riflessioni sulla storia di Berlino s’è fatto tardi ed è arrivato il momento di ritemprare il corpo! Uscito, dunque, dall’ex territorio sovietico ho cenato con i miei compagni di viaggio in un ristorante tipicamente bavarese, tra würstel, schnietzel e pretzel (e, a proposito, a quanto pare sono stato l’unico a voler provare il pretzel... ) e grossi bicchieri di birra (per stavolta niente boccali).

Il Memoriale della Shoah


Il Memoriale dei caduti sovietici


La porta di Brandeburgo


La porta di Brandeburgo vista... da dietro

La mattina del due aprile, dopo aver visto il Bösebrücke, il ponte lungo la Bornholmerstrasse, ho esplorato la Bernauerstrasse, una strada che fu teatro principale della divisione tra Berlino Est e Berlino ovest, una delle più grandi tragedie della Germania del 20° secolo: lungo la via infatti correva il muro, e qui, nel 1961, si registrò la prima vittima causata dall’infame costruzione. Una signora, Ida Siekmann, si lanciò dal proprio appartamento in Bernauerstrasse nel tentativo di scavalcare il muro, ma non sopravvisse: dopo di lei furono molte le persone che sacrificarono la loro vita tentando di attraversare il muro. Ho cominciato il tour di questa via dal Nordbahnhof, stazione un tempo a cavallo tra Berlino Est e Berlino Ovest (e per questa ragione chiusa), ora normale metropolitana di uso cittadino che funge anche da esposizione di foto e testimonianze dei trasporti della Berlino divisa. Le foto appese sui muri di questa metropolitana davano un’idea di come questo posto fosse severamente sorvegliato dai soldati della DDR.

Il Bösebrücke


Una targa ricorda la data della caduta del Muro: 9 novembre 1989

Lungo la Bernauerstrasse sono situate case letteralmente tagliate per impedire la fuga da Berlino Est a Berlino Ovest: il lato ovest di questi edifici, infatti, è costituito da un muro senza finestre sulle quali, oggi, sono state dipinte fotografie che ripercorrono la storia del Muro (una di queste è la foto del “Soldato che salta”, celebre simbolo della ricerca della libertà da parte degli stessi soldati che dovevano eseguire gli ordini). Il cimitero di Bernauerstrasse è affiancato dal luogo di sepoltura delle persone morte dal 1961 fino al crollo del Muro di Berlino nel 1989. Impossibile descrivere l’angoscia procurata dalle foto di queste persone decedute (compresi giovani e giovanissimi) in questi anni così bui. In questa strada si trova anche la chiesa della Riconciliazione, una chiesa che rimase inutilizzata per due decenni e che venne abbattuta perché situata nella “Striscia della Morte”, la zona che si trovava tra il muro e la barriera che fu costruita successivamente dai tedeschi dell’Est per rendere più difficili le fughe: il triste nome è dovuto al fatto che i soldati sparavano a chiunque vi si avventurasse. La chiesa è stata poi ricostruita a partire dal 1995 e inaugurata nel 2000. Dall’alto del Memoriale del Muro di Berlino, che si trova appunto in Bernauerstrasse, dopo innumerevoli e faticose scale (l’ascensore non era disponibile... i disservizi dunque pare capitino anche in Germania!) si può ammirare la strada e una parte della città, tra il sole caldo ed il vento fresco.

Il Memoriale del Muro di Berlino


Berlino vista dall’alto del Memoriale del Muro


La foto del soldato che salta su una delle pareti di Bernauerstrasse


La chiesa della Riconciliazione

Dopo un pranzo non certamente tedesco (ho mangiato in un ristorante asiatico), sono stato portato a Friedrichstrasse per vedere il Palazzo delle Lacrime, ex posto di edificio doganale tra Berlino Ovest e Berlino Est (al suo interno venivano effettuati i controlli sui berlinesi dell’Ovest che andavano e tornavano da Est: il moto contrario non era consentito, e dunque si può facilmente intuire il perché del nome con cui è noto il palazzo... ), ora museo adibito alla conservazione dei cimeli di tale dogana. Dopodiché sono partito alla volta della ex zona americana per visitare il Museo degli Alleati, un tempo teatro eretto per il sollazzo dei soldati degli USA, ora museo che conserva cimeli militari americani. Qui io e i miei compagni ci siamo divertiti a farci le foto accanto ad una riproduzione di un aereo e abbiamo visto un secondo Checkpoint Charlie che ci ha tratto in inganno: eravamo convinti che fosse quello che avevamo visto il giorno prima fosse l’originario Checkpoint, ma, dopo aver approfondito, abbiamo constatato che quello storico si trova oggi nel museo (è la cabina che un tempo si trovava presso il posto di blocco: oggi fa parte dell’esposizione del museo).

Il Palazzo delle Lacrime


Ricordi che testimoniano un amore tra due ragazzi, lui di Berlino Ovest e lei di Berlino Est, attraverso la musica che ascoltavano (curioso notare come David Bowie, che visse a Berlino, parlasse del muro in quella che è forse la sua canzone più famosa, Heroes)


Cartelli storici della DDR conservati nel Palazzo delle Lacrime


Il Museo degli Alleati


La cabina di Checkpoint Charlie nel Museo degli Alleati


Aereo nel museo degli Alleati

Finalmente, alle ore 18, con un tramonto suggestivo come sfondo, ecco che io e i miei compagni raggiunto il Glienicker Brücke, il Ponte delle Spie, teatro di vari scambi di spie, il primo dei quali fu proprio quello inscenato da Spielberg e Hanks nella loro terza collaborazione cinematografica. Qui, tra tentativi di scattare le foto più belle possibili e interviste di Studio Aperto (che ci hanno accompagnato per tutta la durata del viaggio per documentarlo), abbiamo concluso la “missione” affidataci da 20th Century Fox. Tra monumenti affascinanti e macerie evocative, il weekend berlinese ha lasciato a me e ai miei compagni di viaggio un bagaglio di ricordi e sensazioni che solo la storia di Berlino può regalare.

Glienicker Brücke, il Ponte delle Spie


Sul Glienicker Brücke avviene lo scambio raccontato dal film “Il Ponte delle Spie”


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