Ryanair, sta per finire l'epoca dei voli low cost? La compagnia svela i prossimi piani


Turismo: Ryanair dice addio ai voli lowcost? La dirigenza ha svelato i piani per i prossimi mesi, annunciando in modo preciso quella che sembra essere la fine di un’epoca. Stop ai biglietti a 9,99 euro, ma Ryanair rimarrà la compagnia coi prezzi più bassi.

Ryanair dice addio ai voli low cost? Sembra essere la fine di un’epoca quella annunciata con precise e nette parole dall’amministratore delegato Michael O’Leary che a fine settembre era a Milano a una conferenza stampa per presentare le rotte su Milano Malpensa e Bergamo per la prossima stagione invernale. Complice il caro carburante, ma anche un cambio di prospettiva, l’ad della compagnia irlandese ha ribadito quanto aveva già dichiarato sulla stampa londinese e delineato gli scenari futuri della società: “Nell’intervista che avevo rilasciato al Financial Times”, ha detto O’Leary, “avevo detto che non si sarebbero più visti biglietti a 9,99 e subito è stato celebrato il funerale del low cost. Il tema naturalmente esiste, ma per quanto si andrà avanti così non è possibile dirlo: quello che è certo è che finché i costi del carburante saranno questi non le rivedremo. E per la prossima estate le tariffe medie passeranno dagli attuali 40 a 45-50 euro”.

Il Country manager della Compagnia per l’Italia Mauro Bolla spiega: “La spirale inflazionistica c’è, ed è vero che sono finiti i biglietti a 10 euro ma ci saranno ancora milioni di tariffe a 19,99 euro e 24,99 euro. Siamo ancora la compagnia con i prezzi più bassi. ad oggi il prezzo medio per passeggero è di 40 euro e potrebbe passare a 50 euro”. Così, la compagnia aerea che per prima ha incentrato il proprio tratto distintivo nell’aereo per tutti a basso costo cambia rotta, pur avendo comunque rosee previsioni: per il 2023 l’obiettivo stimato come raggiungibile è quello dei 56 milioni passeggeri in un anno. Ma nei piani della compagnia di volo non ci sono le tratte di lungo raggio: “Sono due mondi completamente diversi, non torniamo indietro sulle nostre decisioni. È un discorso chiuso”, spiega O’Leary, che ribadisce il modello con il quale è nata la filosofia di Ryanair: “Noi offriamo un modello che si basa tutto sulle tariffe basse, sui servizi basici senza business class o altre cose aggiuntive. Le compagnie che fanno lungo raggio, in particolare su alcune rotte, basano la loro fortuna al contrario sui servizi premium perché c’è un’ampia fetta di mercato che su queste rotte vuole proprio quello ed è disposta a pagare un sacco di soldi per averlo. Non so perché ma è così e abbiamo dovuto prenderne atto”.

Per il momento in Italia sono previsti sviluppi di rotta nei paesi del Nord Africa: oltre al Marocco dove sono già presenti, l’interesse è su Libia, Tunisia ed Egitto: “Per i primi due paesi è possibile che vedremo voli già a partire dal prossimo anno, mentre sull’Egitto il problema principale sono i costi degli aeroporti, ma contiamo di entrare con rotte da alcuni paesi come Italia e Germania”.

In una intervista su Il Tirreno, il country manager Mauro Bolla spiega meglio la strategia della Compagnia nella scelta degli aeroporti su cui operare: “Siamo in grado di sviluppare tutti gli scali dove ci troviamo indipendentemente dalla loro vicinanza. Per incentivare il turismo abbiamo un modello point-to-point: non portiamo il passeggero alla destinazione finale tramite un aereoporto hub, ma connettiamo direttamente la destinazione iniziale a quella finale, così si diversificano i movimenti e sopratutto ogni aereoporto ha la propria domanda specifica che puntiamo a sviluppare. L’esperienza ci dimostra che siamo riusciti a incrementare il turismo anche in caso di scali limitrofi”. E in effetti sulla capacità di orientare le scelte turistiche dei passeggeri Ryanair ha di che dire: sul proprio sito infatti c’è una sezione dedicata alle destinazioni che hanno scalo dove opera la compagnia e per ognuna di queste mete spiegano in maniera ricca i punti di interesse per farci un viaggio. Un modo che senza dubbio sostiene una economia locale e incentiva il turismo in località meno conosciute.

In Toscana, Ryanair opera da molti anni su Pisa, ma Mauro Bolla inoltre non esclude uno sbarco su Firenze come nuovo scalo su cui operare in futuro, a seconda dei tempi per la realizzazione della nuova pista dell’aeroporto fiorentino. E riguardo alle paventate ripercussioni su Pisa, Bolla rivendica quanto fatto in altre situazioni simili con scali vicini: “Prendiamo Catania-Comiso, Trapani-Palermo, Torino-Cuneo o Treviso, Venezia e Verona. Tutti aeroporti”, spiega il manager nell’intervista al Tirreno, “dove operiamo con Ryanair. Siamo in grado di sviluppare tutti gli scali dove ci troviamo, indipendentemente dalla loro vicinanza”. E sulle due grandi città toscane, calamita del turismo culturale italiano Bolla spiega: “Il Galilei di Pisa resta il grande scalo di accesso alla Toscana. Questo l’abbiamo sempre detto. Qui il 75% dei collegamenti, anche nel nuovo piano invernale, sono rivolti a mete estere”. Uno scalo che ha in programma nuovi lavori di ampliamento e migliorie. “Per noi”, spiega Bolla, “è importante che l’aeroporto sia fruibile per il passeggero, ma soprattutto che sia ottimizzato a livello operativo. In una parola efficiente, visto che come compagnia abbiamo dei giri macchina molto veloci. E Pisa lo è già. Poi sicuramente il terminal andrà a beneficio degli utenti del Galilei”,

Per quanto riguarda il nuovo Governo (“Ne sono cambiati talmente tanti in Italia e noi abbiamo continuato a crescere anno dopo anno”) Michael O’Leary ha già previsto di volerlo incontrare “per fare le nostre proposte legate all’eliminazione delle tasse sul turismo dando in cambio la possibilità di aumentare ancora voli e aerei basati in Italia, con un incremento dei posti di lavoro”. Mauro Bolla è esplicito, durante la presentazione al Galilei della stagione invernale programmata per lo scalo pisano: “La tassa addizionale comunale a 6,5 euro a passeggero è un balzello che frena lo sviluppo, è un grave danno. Una vera e propria tassa sul turismo”. E rivolgendosi al nuovo Governo: “Chiederemo al presidente del consiglio, Giorgia Meloni, come abbiamo già fatto con lettera ufficiale a Draghi, di togliere la tassa addizionale comunale che non porta reali benefici alle città che ricevono appena 10 centesimi di quella somma”. Richiesta che anche altre compagnie aeree chiedono da tempo (qui l’amministratore delegato di Areoitalia Gaetano Intrieri intervistato da Finestre sull’Arte che è dello stesso parere). “Lo facciamo perché quella tassa è un freno allo sviluppo e lo facciamo anche come Aicalf, l’associazione delle compagnie low cost di cui fanno parte anche Blue Air, EasyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling, È giusto però che siamo noi però a spingere su questo tasto in quanto detentori della fetta più importante del mercato italiano e perché vediamo ogni giorno gli effetti che determina dal punto di vista commerciale e delle penalizzazioni dei flussi turistici. Una battaglia anche a favore dell’Italia e della Toscana: l’addizionale comunale non porta alcun vantaggio alle municipalità cui va una cifra irrisoria, irrilevante per le casse comunali, è mangiata quasi tutta dall’Inps. Ma poi è un freno clamoroso alle possibilità di crescita del turismo di un Paese come l’Italia e di regioni come la Toscana, che sono mete ambite da tutto il mondo”.

Una tassa, d’altronde, che non esiste in altri paesi come Spagna e Grecia, e non a caso la Spagna è già diventata per Ryanair il primo mercato davanti all’Italia. “Se il Governo interverrà eliminandola”, assicura Bolla, “siamo pronti a portare subito 40 aeromobili in più nelle nostre basi italiane. Un investimento capace di generare 1.500 nuovi posti di lavoro diretti, circa 40mila nell’indotto e 20 milioni di passeggeri in più. Numeri chiari e dimostrabili, che aiutano a sostenere in concreto la ripresa dopo gli anni del Covid e a rilanciare l’intera economia italiana che ha nel turismo una delle sue leve principali”.

Per la stagione invernale da Pisa, invece, il Country manager di Ryanair Italia annuncia 36 nuove rotte, una in più rispetto all’inverno 2019. “L’investimento su Pisa”, spiega il dirigente della low cost, “è di 700 milioni di dollari, per realizzare 36 rotte, compresa quella nuova per Stoccolma e 280 voli a settimana (come Parigi, Siviglia, Valencia, Bucarest, Budapest, Praga, Gdansk, Tenerife, Marrakesh, Fuerteventura...) . Un volume d’affari che genera complessivamente a Pisa 3300 posti di lavoro, compresi i 200 dell’indotto. Intanto fino al 29 ottobre è possibile prenotare voli di sola andata per tutto il network Ryanair a 24,99 euro per i viaggi da ottobre a marzo”.

Bolla commenta anche i dati della stagione estiva: “Numeri straordinari con 90 aeromobili basati in Italia e un indice di load factor (ovvero il riempimento dei voli per numero di passeggeri) pari al 96%. Sono dati eccellenti che ci confermano quanto Ryanair sia un volano di sviluppo per i territori serviti in tutta Europa e Italia e, conseguentemente, anche per Pisa e la Toscana. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere i 56 milioni di passeggeri nell’anno fiscale 2023 che corrisponderebbero a 3 mila posti di lavoro diretti e a 40 mila dell’indotto aeroportuale e turistico”.

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Andrea Laratta

L'autore di questo articolo: Andrea Laratta

Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.






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