Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains. La mostra interamente dedicata alla carriera e al mondo dei Pink Floyd


Recensione della mostra 'The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains'. A Dortmund, Dortmunder U, dal 15 settembre 2018 al 10 maggio 2019.

La storia della città di Dortmund, maggiore centro della regione industriale della Ruhr, è strettamente connesso alla storia e alla carriera di uno dei gruppi più famosi della musica rock, i Pink Floyd. Proprio a Dortmund, nel 1981, si tennero otto spettacolari concerti del tour mondiale dei Pink Floyd, The Wall, che interessò esclusivamente solo quattro città in tutto il mondo: Dortmund, Londra, Los Angeles e New York.

Proprio a Dortmund, presso la Dortmunder U, dallo scorso 15 settembre e fino al 10 febbraio 2019, è possibile visitare la mostra itinerante interamente dedicata ai Pink Floyd. La mostra multimediale e interattiva è stata curata principalmente dal Victoria and Albert Museum che già nel 2013 ha allestito l’affascinante e coinvolgente esposizione dedicata a David Bowie, David Bowie Is, giunta nel 2016 al MAMbo di Bologna (chi ha avuto la fortuna e il piacere di visitarla sa perfettamente di cosa sto parlando). Sull’onda dello stesso successo di quest’ultima, l’esposizione dedicata ad uno dei gruppi britannici che hanno cambiato la storia del rock, dopo aver avuto sede al V&A di Londra e al MACRO di Roma, approda in Germania, nel cuore dell’Europa.

I Pink Floyd. Courtesy of Pink Floyd. Their Mortal Remains
I Pink Floyd. Courtesy of Pink Floyd. Their Mortal Remains


Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura
Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura


Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura
Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura


Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura
Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura


Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura
Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura

La retrospettiva The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains ripercorre, secondo un percorso espositivo cronologico e audio-visivo a 360 gradi, la storia del gruppo formatosi nel 1965, grazie al genio di Syd Barrett (sostituito nel 1968 da David Gilmour), Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason. In mille metri quadri di superficie sono disposti ben trecentocinquanta oggetti (strumenti musicali, foto, disegni, spartiti, poster, articoli di giornali,...) e video-audio installazioni che ripercorrono i cinquanta anni della storia musica della band britannica.

Il nome della band deriva da due musicisti blues, “Pink” Anderson e “Floyd” Council, i cui album facevano parte della collezione di Syd Barrett. Quest’ultimo, definito da Gilmour “genio folle”, firma quasi tutte le tracce del primo album ,The Piper At The Gates of Dawn, per poi lasciare la band (probabilmente a causa di problemi mentali e di uso di droghe) nel 1968, anno in cui gli succederà il chitarrista David Gilmour. Nel 1968 esce anche il loro secondo album, A Saucerful of Secrets, la cui maggior parte delle tracce è, invece, composta da Roger Waters. La mostra segue poi cronologicamente il corso della carriera dei Pink Foyd, dall’album Ummagumma del 1969 a The Wall del 1979, passando per i storici The Dark Side Of The Moon (1973), Wish you Were Here (1976), quest’ultimo dedicato proprio a Syd Barrett, e Animals del 1977, un album socialmente critico, ispirato a La Fattoria degli Animali di George Orwell. L’ultima parte della mostra è dedicata agli album post-Waters: nel 1985, Rogers lascia la band e al suo posto entra nuovamente Richard Wright. Il percorso espositivo termina con un’esperienza audio 3D che conduce il visitatore ad essere “sommerso” sonoricamente (grazie anche allo schermo video di 20 metri) dalla riproduzione dell’ultimo concerto in cui David Gilmour, Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright hanno suonato insieme in occasione del Live 8 nel 2005.

Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura
Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura


Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura
Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura


Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura
Immagini dalla mostra Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains a Dortmund. Ph. Credit Francesca Della Ventura


Nick Mason alla conferenza stampa di inaugurazione della mostra. Ph. Credit Roland Baege
Nick Mason alla conferenza stampa di inaugurazione della mostra. Ph. Credit Roland Baege

I Pink Floyd sono stati definiti dalla “Rock and Roll Hall of Fame” come gli architetti dei due maggiori movimenti musicali (il rock psichedelico e il blues basato sul progressive rock). Sono stati i primi a sperimentare, già nel 1967, in occasione del concerto per i Giochi di Maggio presso la Elizabeth Hall di Londra, il surround, fabbricando suoni che avvolgevano a 360 gradi l’ascoltatore. La grandezza di questi musicisti è stata proprio nelle performance live, dove effetti pirotecnici, luci, spezzoni di film, proiezioni psichedeliche, sculture gonfiabili e apparecchiature aeree hanno ricreato un universo unico di cui i lettori che hanno avuto la fortuna di assistervi sicuramente ricorderanno.

Malgrado la poca pubblicità effettuata durante la sua sede romana al MACRO (un vero peccato, vista l’alta qualità e l’interesse dello stesso percorso espositivo), la mostra si presenta come uno degli highlight culturali di quest’anno non solo nella regione della Renania Settentrionale, ma anche dell’intera Germania. The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains è una collaborazione fra i membri della band, specie nella figura di Nick Mason, e il curatore e direttore creativo, Aubrey “Po” Powell, con la curatela addizionale dello staff del Victoria & Albert Museum, Victoria Broackes. Una visita da parte degli appassionati e nostalgici del gruppo britannico che fino al 10 febbraio 2019 sono di passaggio a Dortmund è, pertanto, quasi d’obbligo.


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Francesca Della Ventura

L'autrice di questo articolo: Francesca Della Ventura

Ha studiato storia dell'arte (triennale, magistrale e scuola di specializzazione) in Italia e ha lavorato per alcuni anni come curatrice freelancer e collaboratrice presso il Dipartimento dei Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Molise (2012-2014). Dal 2014 risiede in Germania dove ha collaborato con diverse gallerie d'arte e istituzioni culturali tra Colonia e Düsselorf. Dallo stesso anno svolge un dottorato di ricerca in storia dell'arte contemporanea all'Università di Colonia con una tesi sul ritorno all'arte figurativa negli anni Ottanta in Germania e Italia. Nel 2018 è stata ricercatrice presso l'Universidad Autonoma di Madrid. Ha scritto sull'identità tedesca e italiana nell'arte contemporanea e nella politica, sul cinema tedesco e italiano del dopoguerra e grazie a diverse borse di studio D.A.A.D. ha presentato la sua ricerca a livello internazionale. Attualmente i suoi temi di ricerca riguardano l’arte degli anni Ottanta, in particolar modo quella femminista. Dal 2020 è entrata a far parte del gruppo di ricerca dell’Universitá di Bonn “Contemporary Asymmetrical Dependencies” con un progetto di ricerca sulla costruzione dei nuovi musei e delle condizioni di dipendenza asimmetrica dei lavoratori migranti nell’isola di Saadyat ad Abu Dhabi. Nell'ottobre 2020 ha fondato inWomen.Gallery, galleria online, sostenibile e per artiste. Dal 2017 lavora come giornalista d'arte per la rivista online e cartacea Finestre sull'Arte.





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