Nominando Conegliano molto probabilmente sarà rapida l’associazione mentale al celebre Prosecco, vino bianco DOCG prodotto sui colli di questa località nella provincia di Treviso, così come nell’altra area geografica di Valdobbiadene. Infatti, la seconda città della Marca Trevigiana è sede della più antica scuola enologica italiana.
Conegliano però non deve essere solo nominata per celebrare uno dei vanti tra i vini veneti, ma merita attenzione anche (e soprattutto, aggiungerei) per il suo patrimonio culturale racchiuso in un borgo medievale, di cui ancora oggi se ne leggono chiare le fattezze.
La città si sviluppò attorno al castello, eretto nel X secolo, divenendo nel XIII secolo libero comune e quindi signoria. L’abitato si addensa nel corso dei secoli sulle più basse pendici del colle e si prolunga nei borghi esterni: a est il Borgo Allocco, dove si insediano le attività artigianali (i mulini per la lavorazione della lana) e il Borgo Vecchio; a ovest il Borgo di Sant’Antonio e quello di Santa Caterina.
Il Castello di Conegliano |
Fabrizio al Castello di Conegliano |
La struttura urbana assunse un preciso carattere difensivo e monumentale in seguito agli interventi degli Scaligeri e dei Carraresi, ancora chiaramente visibili nella poderosa cinta muraria che sale verso il castello, detto Castelvecchio, al cui interno oggi è ospitato il Museo civico. Come molte città venete, quali la vicina Treviso e Verona, a partire dal XV secolo si arricchì di numerosi palazzi nobiliari eretti dai ricchi mercanti che usavano abbellire le facciate dei propri edifici con affreschi, di cui ancora oggi rimangono tracce (soprattutto nella via principale, la Contrada Granda, attuale via XX Settembre).
La più ampia testimonianza di questa tecnica la ritroviamo sull’insolito fronte del Duomo: un prospetto porticato ben integrato con il resto degli edifici. Infatti la facciata della collegiata è arretrata dal filo della strada e preceduta da un ampio spazio aperto che sorregge al primo piano una grande stanza rettangolare, chiamata Sala dei Battuti, dal nome della confraternita di flagellati che vi aveva sede. Questa grande sala è la maggior attrazione della città e merita da sola una visita al borgo. Un ciclo pittorico orna le pareti, mentre alcuni arazzi sono appesi nell’adiacente saletta del Capitolo.
Il campanile e gli affreschi del Duomo di Conegliano |
La Sala dei Battuti |
Particolare della pala di Cima da Conegliano nel Duomo |
Infine non possiamo tralasciare che il borgo fu la città natale del pittore della scuola veneta Cima da Conegliano, che contribuì anch’esso agli ornamenti di Santa Maria dei Battuti e fu l’autore della pala d’altare (del 1495) che campeggia all’interno del Duomo. Per ulteriori curiosità circa il borgo vi invito alla visione del seguente video, facente parte della serie “trip” di “Pronti Partenza…Via” improntata su quei centri minori che fanno dell’Italia quel variegato quadro di cultura e tradizioni.
L'autore di questo articolo: Fabrizio Vaghi
Fabrizio, ingegnere di professione, viaggiatore per passione. Classe 1983, appassionato di videomaking, regista e attore teatrale, blogger per caso, con l'hobby del fai da te, divulgatore di cultura tramite le sue creazioni "Vaghi per il mondo" (sito web di viaggi e associazione culturale) e "Pronti Partenza...Via" (rubrica turistica dedicata all'Italia, all'arte, alla storia e agli approfondimenti), on-line su youtube.