Sgarbi durissimo: Uffizi sfregiati, la green economy vuol dire trionfo della mafia e i musei italiani devono avere direttori italiani


Duro intervento di Vittorio Sgarbi questa mattina in Commissione Cultura: gli Uffizi sfregiati, la green economy vuol dire ’trionfo della mafia’ e direttori italiani per i musei.

Deciso intervento di Vittorio Sgarbi questa mattina, martedì 24 luglio 2018, all’audizione delle Commissioni Cultura di Camera e Senato riunite, prima che parlasse il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli: le parole del noto critico e storico dell’arte faranno sicuramente molto discutere per la loro carica molto forte. Sgarbi, da deputato eletto tra le fila di Forza Italia, ha evidenziato tre nodi principali sui quali, secondo lui, il ministro dovrebbe intervenire. Il primo è quello del paesaggio. “Il tema del paesaggio”, ha dichiarato Sgarbi, “è stato totalmente sottovalutato dall’inizio del millennio dai ministri che si sono succeduti. È un tema affrontato sul piano estetico in modo impeccabile da Cesare Brandi e Rossario Assunto e noi abbiamo nel Meridione un paesaggio sfregiato, umiliato, aggredito dalla mafia con un proliferare di fotovoltaico e pale eoliche su cui non c’è nessun freno che venga posto per impedire che luoghi sublimi vengano cancellati per sempre dalla nostra memoria. La Sicilia ne è ostaggio in modo radicale, ma Puglia, Calabria, Campania e Molise sono sopraffatte da questa falsificata violenza della green economy che vuol dire sostanzialmente trionfo della mafia con uno Stato complice. Il vero patto Stato-mafia è questo: lo Stato dà incentivi perché la mafia distrugga il paesaggio. Se non si pone all’inizio di una legislatura questo problema fondamentale sarà inutile tutelare il patrimonio artistico, perché mai s’era visto uno sconvolgimento così radicale nei luoghi più alti della bellezza del paesaggio”.

Il secondo tema riguarda invece le soprintendenze e la riforma Franceschini. “La volontà da parte di molti”, ha sottolineato Sgarbi, “è di risarcire le Soprintendenze ristabilendo i criteri per settore, evitando che ci sia un archeologo che sovrintende un territorio in cui architettura e beni culturali stanno insieme, dopo la riforma Franceschini che invece di accorpare soltanto i beni monumentali o architettonici e i beni artistici ha accorpato anche l’archeologia, che è un altro mondo: è il mondo dei morti, un mondo in cui occorre un’autonomia totale di amministrazione da parte di una Soprintendenza tenendo pure, come le Soprintendenze miste, il collegamento tra monumenti e beni artistici”.

Infine, dure parole sui direttori stranieri in forza ai musei italiani, con l’auspicio che la direzione venga affidata a professionisti italiani. “Il terzo punto”, ha concluso Sgarbi, “è il richiamo non nazionalistico ma di rispetto dell’amministrazione e dei suoi soprintendenti alle direzioni italiane. Non ha senso perseguire su un piano provinciale il richiamo a spesso molto modesti direttori stranieri, i quali danno segnale di sé molto debole e povero. È stata sfregiata la Galleria degli Uffizi con un allestimento intollerabile e privo di ogni rispetto per i capolavori che sono stati riallestiti con molto vanto da parte del direttore, che pure è persona pregevole, ma non c’è nessun direttore straniero che non abbia un italiano il cui merito sia almeno pari al suo, e quindi nonostante il Consiglio di Stato abbia voluto perseguire questa inutile riforma di Franceschini, richiamo il ministro alla volontà di dare, almeno nella funzione apicale, come in Francia, come in Germania, come in America, alla direzione delle Soprintendenze e dei musei, soprattutto dei venti che sono stati sciolti dal vincolo delle Soprintendenze, una direzione italiana. La richiamo come una necessità di rispetto per i nostri funzionari”.

Nell’immagine, Sgarbi durante il suo intervento di stamani.

Sgarbi durissimo: Uffizi sfregiati, la green economy vuol dire trionfo della mafia e i musei italiani devono avere direttori italiani
Sgarbi durissimo: Uffizi sfregiati, la green economy vuol dire trionfo della mafia e i musei italiani devono avere direttori italiani


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